Caltagirone, Catania. Viene trovato in  possesso di una grossa quantità di farmaci, della cui provenienza non riesce a fornire alcuna delucidazione, e fin qui il fatto potrebbe presentarsi anomalo, se non fosse per il ‘piccolo’ particolare che la persona in questione, lo scorso 25 maggio, è stata destinataria di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Caltagirone nell’ambito dell’indagine denominata “Requiem”.

Un’operazione che ha visto l’impiego massiccio di oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo etneo, supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia” e del 12° NEC di Catania, che un mese fa hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di illecita concorrenza con minaccia o violenza, violazioni di sepolcro, furti aggravati, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, minaccia, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, nonché di minaccia a pubblico ufficiale ed istigazione alla corruzione.

Il tutto verificatosi all’interno dell’0spedale di Caltagirone, dove per diverso tempo ha operato un vero e proprio ‘gruppo criminale’, secondo la definizione degli inquirenti, che ‘aveva il suo centro logistico all’interno dell’Ospedale Gravina e Santo Pietro’ di Caltagirone, oggetto di vera e propria ‘occupazione militare’ da parte dei sodali che ‘non esitavano a minacciare ed aggredire, anche fisicamente, il personale sanitario impegnato a far rispettare le norme di sicurezza all’interno del nosocomio’ anche all’inizio dell’emergenza derivante dalla pandemia da covid-19′

‘Uno dei soggetti – si legge nel rapporto che gli investigatori hanno redatto la scorsa primavera – colpiti dall’odierna misura ha addirittura minacciato di morte ed aggredito un infermiere con funzioni di capo sala del P.S., ritenuto colpevole soltanto di aver cercato di far rispettare gli appositi protocolli emanati dalla Direzione Sanitaria in costanza dell’evento epidemiologico, concernenti, tra l’altro, l’interdizione all’accesso indiscriminato all’interno dei locali del Reparto’.

Insomma, una serie di turpi episodi perpetrati all’interno del nosocomio calatino, alla cui origine c’era la concorrenza fra ditte di pompe funebri per il servizio mortuario e per quello del trasporto di pazienti non deambulanti.

Passiamo alla situazione odierna. ‘I farmaci – secondo quanto scrivono i carabinieri – sono apparsi ictu oculi in massima parte destinati all’utilizzo in ambito ospedaliero, e si è proceduto al loro sequestro al fine di avviare mirate indagini volte a risalire alla filiera dell’acquisto ed alla puntuale verifica circa la loro destinazione’.

E così i carabinieri, delegati dal magistrato titolare dell’indagine della Procura della Repubblica calatina, coadiuvati dai colleghi del NAS di Catania, hanno provveduto a catalogare i farmaci, per lotto, scadenza, tipologia, fustella e targatura.

L’indagine ha dimostrato, ‘senza alcun dubbio’ – come viene puntualizzato dall’Arma – che su un totale di 92 farmaci sottoposti a sequestro, ben 71 sono risultati essere stati acquistati dall’ASP di Catania; in particolare, gli ulteriori approfondimenti hanno consentito di acclarare che proprio l’ultimo quantitativo, non solo era stato acquistato dall’ASP di Catania, ma era destinato specificamente al nosocomio di Caltagirone e in minima parte ad altri presidi ospedalieri facenti riferimento sempre all’ASP del capoluogo etneo.

Tra i tanti farmaci sequestrati, gli investigatori hanno notato come fosse prevalente la presenza di farmaci aventi come principio attivo il “Diazepam”, notoriamente utilizzato come antidepressivo, il cui utilizzo/vendita è possibile solo dietro rigorosa prescrizione medico-specialistica.

I dati acquisiti dalla Banca Dati Nazionale del Farmaco, grazie anche alla collaborazione dell’ASP di Catania, hanno consentito ai militari dell’Arma di disvelare la grave condotta inizialmente ipotizzata a carico dell’indagato, il quale non poteva, per le ovvie ragioni brevemente illustrate, possedere i predetti farmaci, salvo esserne venuto in possesso con modalità fraudolente e clandestine solo in ragione del proprio ufficio, ossia quello di essere un dipendente dell’ASP.

Ulteriori accertamenti sono in corso al fine di accertare l’eventuale presenza di complici e/o concorrenti nel reato, oltre al coinvolgimento di terzi nel mercato clandestino di farmaci da destinare, per esempio, alle RSA, nonché tipizzare anche i farmaci non acquistati dall’ASP, ma di cui l’indagato è stato trovato in possesso, verosimilmente perché acquisiti attraverso prescrizioni mediche mendaci e-o irregolari.

Nella foto, i Carabinieri di Caltagirone -Catania- mentre intervengono durante l’ultima operazione in ospedale

Redazione