Nel corso del 2019, a Malta, si sono susseguite molte proteste per chiedere giustizia per l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, proteste che hanno scosso la capitale Valletta, mentre si assisteva all’arresto dell’imprenditore Yorgen Fenech – descritto come uno degli uomini d’affari più ricchi, giovani e promettenti di Malta – con l’accusa di essere stato “la mente” dell’omicidio della blogger maltese, ed all’improvviso ritiro dalla “scena politica” del tanto discusso Primo Ministro, Joseph Muscat, in seguito anche alle sconvolgenti rivelazioni che lo vedevano coinvolto, seppur indirettamente, al caso, assieme al suo Capo Staff, Keith Schembri. Ma a tutt’oggi, Malta rimane ancora senza risposte su chi, come e perché Daphne Caruana Galizia sia stata assassinata e soprattutto se lo Stato abbia davvero fatto tutto il possibile per impedire quest’omicidio.

L’auto della giornalista Daphne Caruana Galizia dopo l’attentato. Sopra: la blogger maltese

Durante l’inchiesta pubblica, guidata dal giudice Michael Mallia, sembra non si sia riuscito ancora a venire a capo della questione: spesso, secondo la stampa, sembra persino che l’intero processo sia stato “arricchito” da un forte pregiudizio politico. L’inchiesta pubblica era stata avviata solamente alla fine del 2019 – due anni dopo il delitto – a seguito delle pressioni degli organismi europei che avevano considerato una risoluzione del caso in 18 mesi, e che avevano chiesto al Governo maltese di “astenersi da qualsiasi tentativo di imporre un limite di tempo arbitrario” all’indagine pubblica.

Agli inizi di dicembre 2020, tuttavia, l’attuale Premier in carica, Robert Abela, dichiarava alla stampa che l’inchiesta – già prorogata lo scorso settembre di tre mesi a causa dei ritardi causati dalla pandemia di Covid 19 – si sarebbe dovuta concludere quanto prima.

Ma come un fulmine a ciel sereno, ecco la notizia inattesa e ben accolta da buona parte dell’opinione pubblica: il processo sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia continuerà ancora per un po’ di tempo, benché non ancora ben precisato. Lodevole la decisione presa dal giudice Michael Mallia e dal Giudice Capo Emerito, Joseph Said Pullicino, i quali, al fine di portare avanti l’inchiesta e finanziarla, hanno dichiarato di essere disposti a rinunciare momentaneamente al proprio onorario.

Persino in un recente rapporto su Malta, redatto dal relatore dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo (l’APCE), si è arrivati alla conclusione che quanto fatto in merito all’omicidio della giornalista è stato considerato “insoddisfacente”, nonostante 85 sedute processuali e circa 100 testimoni. 

Adesso, dunque, le domande a cui sarebbe necessario dare una risposta definitiva sono ancora molte: l’omicidio di Daphne è stato interamente progettato da Yorgen Fenech o sono state coinvolte più persone? Il movente è collegato ad articoli già pubblicati o a rivelazioni inedite? Cosa hanno da dire l’ex Premier Joseph Muscat ed il suo Capo Staff Keith Schembri sull’imprenditore Yorgen Fenech, con il quale è ormai chiaro che avessero un rapporto d’amicizia? In che modo avrebbero potuto influenzare i servizi di sicurezza per ritardare il corso della giustizia? La polizia maltese è forse a conoscenza di maggiori dettagli che definirebbero la loro presunta colpevolezza in merito a questo omicidio?

Si attende la prossima seduta processuale che si terrà il 29 gennaio 2021. Malta, i suoi abitanti, i rappresentanti maltesi al Consiglio d’ Europa, la famiglia Caruana Galizia, tutti sono ansiosi di fare verità e giustizia su questo caso, che ha cambiato per sempre le vite di tante persone.

Valentina Contavalle