Quel sangue è il sangue di una persona morta da poco. Se il decesso fosse avvenuto poche ore prima (anche un paio) il sangue si sarebbe coagulato. Dalle foto si vede che è fluido. Se quelle immagini non sono ingannevoli, deduco che Attilio Manca potrebbe essere morto addirittura pochi minuti prima di essere stato ritrovato cadavere”.

L’ipotesi del professore è sconvolgente. Sia perché smentisce scientificamente la tesi (ufficiale) secondo cui l’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) è morto molte ore prima del ritrovamento del suo corpo, sia perché conferma che ci sono circa trentotto ore di “buio” – dalle ore 20 del 10 febbraio 2004, quando è stato visto di ritorno da Roma, alle ore 11 del 12 febbraio, quando è stato ritrovato morto – su cui non è stata fatta luce. Dopo dodici anni, gli inquirenti laziali, senza un briciolo di prova, continuano a sostenere che il medico siciliano (in servizio da due anni a Viterbo) è stato “fulminato” dall’eroina acquistata il pomeriggio del 10 nella capitale.

La realtà sembra un’altra. A cominciare dal fatto che quella mattina, subito dopo il ritrovamento, qualcuno ha chiamato il 118. Magari lo ha fatto per prassi, ma bisogna considerare che l’ambulanza è stata chiamata per intervenire su un corpo attorniato da sangue fluido, per giunta con delle ipostasi che – osservando le foto – appaiono appena accennate. elemento, quest’ultimo, che fa presupporre un decesso vicino, al quale si aggiunge la Polizia che parla di cadavere “rigido”, quindi recente.

Il docente universitario osserva attentamente le foto, e a un certo punto fissa la sua attenzione su qualcosa che a molti è sfuggita: la mancata descrizione del sangue nella relazione medico-legale. Per comprendere cosa vogliamo dire, è bene partire da quel documento firmato dalla dottoressa Dalila Ranalletta (che ha eseguito l’esame esterno e l’autopsia).

L’abbondante sangue… in parte imbrattava le coltri che ordinatamente erano disposte e dispiegate sul letto, ma per la maggior parte era raccolto sul pavimento in corrispondenza della colatura della coperta a formare una piccola pozza”.

Il Medico legale Dalila Ranalletta

Osservando le immagini, si può constatare che davvero il sangue è “abbondante”, e che davvero forma una “piccola pozza” sul pavimento. Peccato che quel sangue non venga descritto, altro elemento fondamentale per risalire all’ora del decesso e quindi a un brandello consistente di verità.

È proprio sull’orario del decesso che i magistrati viterbesi si giocano tutto. Loro sono convinti che un forellino nel braccio sinistro (quello sbagliato per un mancino puro come Attilio Manca), due siringhe rinvenute per terra, e un esame tossicologico che ha stabilito la presenza di un notevole quantitativo di eroina assieme a una modesta dose di alcol e di tranquillante, siano sufficienti per associare la morte per “inoculazione volontaria” con il “viaggio” a Roma.

Alla sequela impressionante di elementi che – secondo il docente intervistato – dimostra una morte violenta simulata per suicidio, si aggiunge adesso l’ipotesi clamorosa di un orario che potrebbe cambiare completamente lo scenario della morte.

Finora le fonti ufficiali hanno fornito tre versioni differenti su questo punto: “Dodici ore prima” (dottoressa Ranalletta e dott. Giovanbattista Iozzi, medico del 118). Un generico “12 febbraio 2004” (dottoressa Ranalletta). “Tra le 12 ore e non oltre le 48 ore prima” (dott.ssa Ranalletta).

Ce n’è abbastanza per dire che la confusione appare fin troppo strana, specie se si tiene conto del fatto che “la dottoressa Ranalletta è una professionista molto stimata nell’ambiente medico-legale”, come dice il nostro prof.

Del resto, basta leggere la carta intestata (del 2004) per capire che la Ranalletta non è quel Medico legale così sprovveduto che in Commissione parlamentare antimafia il procuratore di Viterbo Alberto Pazienti e il sostituto Renzo Petroselli, seppure a mezze parole, hanno fatto intendere: “Direttore Medicina Legale Aziendale Asl Viterbo”, “Specialista in Medicina Legale delle Assicurazioni”, “Dottore di Ricerca in Scienze Medico Forensi”, “Docente di Medicina Legale all’Università Cattolica del S. Cuore di Roma”, “Docente di Medicina Legale all’Università la Sapienza di Roma”, ecc. ecc. ecc., con un grande salto di qualità negli ultimi anni, quando è assurta alla carica di direttore dell’Asp Roma1, e di consulente Mediaset.

Professore, è possibile che Attilio Manca sia morto addirittura 48 ore prima del sopralluogo?

Il docente universitario ha un fremito. “Via… due giorni prima? Mi sembra uno spazio enorme, un’eternità, un abisso. Un’approssimazione del genere non esiste. E presuppone l’inizio di fenomeni putrefattivi, esclusi dalla stessa Ranalletta nella sua integrazione”.

Dopo quanto tempo il sangue fuoriuscito si coagula?

Da mezz’ora a un’ora, ma dipende da mille fattori. Una stanza calda può facilitare il coagulo”.

Dato che il sangue si coagula massimo dopo un’ora, e dato che il sangue che vediamo nella foto è fluido, cosa dobbiamo desumere?

Che questa persona è morta pochissimo tempo prima”.

Quanto?

Pochi minuti prima del ritrovamento”.

Le ipostasi dopo quanto tempo si formano su un cadavere?

Da tre quarti d’ora a due ore. Ma sul torace, dopo che il cadavere è stato girato, non si vedono ipostasi, mentre sul collo e sulla fronte c’è un colore bluastro appena accennato”.

Dopo quanto tempo potrebbe essere stato spostato il cadavere?

Tre quarti d’ora o un’ora dopo, ma forse anche dopo”.

Non si sarebbe dovuto scrivere a che ora è stato girato il cadavere?

Assolutamente sì. Si sarebbero dovute descrivere le ipostasi, la temperatura del cadavere (mediante un termometro), la situazione della rigidità cadaverica e le condizioni del sangue”.

Secondo lei è stata una sola persona ad uccidere Attilio Manca?

Potrebbero esserci state più persone, ma almeno una era specializzata ad uccidere in quel modo. È una situazione troppo complessa, troppo organizzata, troppo articolata per poter pensare a una semplice aggressione. È stata un’azione fin troppo raffinata”.

Se oggi si dovesse riesumare il cadavere cosa si scoprirebbe?

Dipende dalle condizioni in cui si trova. Se è stato chiuso in una cassa zincata e non a contatto con la terra, potrebbe essere in una situazione discreta, e quindi trattabile”.

A prescindere da questa storia, a lei risulta che i Medici legali ricevano delle pressioni?

Tutti riceviamo delle pressioni, a volte anche pesanti”.

Da parte della mafia?

Anche, ma non solo”.

3^ puntata. Continua