Oltre un milione di Euro per un parcheggio riservato ad appena 25 posti auto (ma non agli autobus), con un ulteriore intasamento del traffico, un deturpamento della piazza, un deterioramento di alcuni edifici e di una zona vincolata a verde che, se valorizzata adeguatamente, potrebbe essere trasformata in parco pubblico.

È quanto denuncia don Angelo Lello, parroco di Borrello (quartiere a Nord di Belpasso), che, a proposito del progetto di un parcheggio da realizzare in quel quartiere, nei giorni scorsi ha preso carta e penna e ha scritto al Comune, segnalando una serie di incongruenze progettuali che la sera del 27 luglio hanno indotto il Consiglio comunale a bocciare in extremis la proposta di delibera presentata dalla Giunta e dal Sindaco Carlo Caputo.

Cinque cartelle argomentate e supportate dal parere di esperti, che rappresentano un atto d’accusa nei confronti dell’Amministrazione comunale la quale, pur correggendo un primo elaborato presentato diversi mesi fa (fortemente contestato da molti abitanti del quartiere, fra cui l’Agesci, per il danno che avrebbe arrecato soprattutto alla comunità scout), ha ripresentato un elaborato che non si discosta molto dal precedente. E anche se l’elaborato non è stato approvato, sarebbe interessante sapere perché il Sindaco si è incaponito a costruire un’opera antieconomica e poco funzionale, secondo il prelato, almeno in quell’area.

“La realizzazione del parcheggio – scrive don Angelo Lello – deturperebbe in modo irreversibile l’attuale piazzetta, nonché il verde esistente e la renderebbe di fatto inutilizzabile”.

“Dal conto economico facente parte del progetto di massima – prosegue il parroco – si evidenzia un impegno di spesa pari a 810 mila Euro. Tale impegno non comprende le somme per gli espropri, né tantomeno eventuali somme per danni che inevitabilmente un intervento del genere, realizzato su superfici anguste ed in centro abitato, causerà agli edifici esistenti. Pertanto nel complesso, tale intervento, supererà abbondantemente il milione di Euro”.

Don Angelo, nella sua missiva, ricorda che una parte dell’area insiste in un luogo di proprietà della Parrocchia Santa Maria della Guardia, ceduta negli anni Ottanta dall’allora Parroco Alfio Signorelli, “al fine di creare un luogo di aggregazione adibito a verde”. All’epoca, quella superficie, fu oggetto di aspre polemiche per la presenza di un antico e prezioso palmento che l’Amministrazione comunale del tempo ritenne di demolire per ricavarne una piazza.

Oggi si torna sul luogo “della contesa”, ma per la realizzazione di un parcheggio, per il quale sarebbe necessario l’esproprio di alcuni immobili della parrocchia. E questo, secondo il sacerdote, avrebbe “un impatto negativo” sotto il profilo sociale, economico e ambientale.

“Dagli elaborati grafici – scrive don Angelo – si evince che l’esproprio andrebbe a danneggiare in maniera irreversibile” un pub che in estate e in inverno rappresenta un luogo d’incontro per belpassesi e forestieri, “ove si consideri che parte del cortile interno, destinato nella stagione estiva allo svolgimento dell’attività, sarebbe sottratto per la realizzazione della rampa di accesso al parcheggio”. Circostanza questa – si legge nel documento – che rende “incredibile e inverosimile” il piano dell’opera.

Entrando nel merito del progetto, don Angelo scrive che l’accesso al parcheggio dalla via Regina Elena, precisamente nel tratto antistante un fabbricato di antichissima costruzione, presenta in quel particolare punto, una differenza di quota di circa 80 centimetri rispetto alla medesima via”. Questo – prosegue – comporterebbe la realizzazione di uno scavo a sezione obbligata a ridosso di una struttura in muratura con probabili danni irreversibili delle strutture murarie portanti”.

Ma i rilievi non si fermano qui.

“Tutta l’area da destinare a parcheggio – scrive il parroco – ha una quota notevolmente più alta del medesimo fabbricato. Ciò determinerà, certamente, la realizzazione di una rampa che potrebbe provocare l’interramento dello stesso, nel tratto ovest. Ne conseguiranno infiltrazioni di acque che pregiudicheranno la stabilità della struttura”.

Dallo studio delle carte, il prete fa rilevare che solo per le opere di sostegno, l’Amministrazione comunale ha impegnato 120mila Euro, “cifra non indifferente se si considera l’intervento nell’insieme”.

A parere del parroco e dei tecnici consultati, il parcheggio non consentirebbe adeguate vie di fuga e durante le manifestazioni più importanti non sarebbe fruibile a causa della chiusura al traffico dell’intera zona. Non solo: “L’accesso angusto, unito alla limitata superficie, renderebbe inidonea la struttura alla sosta dei pullman”. E ancora: “L’individuazione di quest’area non farà diminuire il flusso veicolare su piazza Stella Aragona e vie limitrofe, anzi determinerà un incremento dello stesso, unito all’impossibilità di realizzare un’isola pedonale, cosa utilissima, considerando anche l’alta presenza di persone in particolare nel periodo estivo e nei fine settimana”.

La proposta del parroco sarebbe quella di “prendere in esame le tante aree libere, prossime alla piazza Stella Aragona, alcune delle quali, peraltro, già destinate a parcheggio nel vigente Piano regolatore”, dato che “in tali aree non è necessario effettuare alcun tipo di sbancamento, né realizzazione di muri di sostegno della medesima entità di quelle previste”. Questo, a parere del prelato, “consentirebbe la sosta ad un numero maggiore di autoveicoli e di pullman. Si eviterebbe di togliere spazio ai rapporti sociali, si avrebbero diverse vie di fuga, si eviterebbe di togliere spazio alle attività ludiche dei bambini”. Il tutto con “costi notevolmente inferiori” rispetto a quelli previsti.

A questo punto sorgono spontanee tre domande: 1) perché il progetto del parcheggio, malgrado le proteste dei cittadini, è stato previsto, ancora una volta, in quell’area? 2) Perché l’Amministrazione comunale (“votata al risparmio”, secondo quanto ha sempre dichiarato il sindaco) decide di spendere oltre 1 milione di Euro per una struttura di appena 25 posti auto? 3) Perché per molto meno (200mila Euro) la stessa Amministrazione ha revocato l’incarico per la revisione del Piano regolatore – scaduto 13 anni fa – all’arch. Leonardo Urbani, che si era aggiudicato una regolare gara indetta dal commissario regionale?