L’Italia civile deve ringraziare un grande giornalista come Gianni Barbacetto (del “Fatto quotidiano”) se oggi conosciamo i retroscena che stanno portando il Comune di Milano – amministrato dal centrosinistra del sindaco del Partito democratico Giuseppe Sala – a “svendere” lo stadio Meazza San Siro e l’ampia area attigua per un’operazione immobiliare che prevede la demolizione e la cancellazione della “Scala del calcio” (con successiva ricostruzione di un impianto più ridotto, che non  avrà mai l’anima” e la memoria storica delle grandiose imprese di Inter e Milan), la realizzazione di un centro commerciale e di una serie di grattacieli che, come quelli costruiti di recente anche nei cortili delle case del centro, causeranno un ulteriore impoverimento del “ceto medio” per i costi altissimi degli appartamenti e degli affitti determinati da questo modus operandi del sindaco e del Pd. Se tutto questo ha a che fare con la cultura della sinistra e della tradizione cattolico  democratica, qualcuno ce lo spieghi, noi non lo abbiamo capito.

L’Italia civile deve ringraziare Gianni Barbacetto per averci ricordato che il Pd merita le batoste subite nelle Marche e in Calabria, oltre alla progressiva astensione di tantissimi elettori che ieri e oggi si sono rifiutati di andare a votare perfino nella “rossa” Toscana. La probabile conferma dei voti del Partito democratico toscano all’interno del polo Progressista, sarà una vittoria di Pirro: molti elettori di quello schieramento disertano le urne, pur di non provare la nausea di votare per un partito che su Milano non solo non dice una parola, ma addirittura – per bocca della segretaria nazionale Elly Schlein – esprime vicinanza al sindaco Sala per essere finito sotto inchiesta.

L’Italia civile deve ringraziare Gianni Barbacetto per averci fatto capire che Milano è il simbolo della “capitale morale”, ma anche la metafora del nostro Paese: non a caso quel titolo, “Milano, Italia”, nella trasmissione di Gad Lerner all’epoca di Tangentopoli. Insomma, non si tratta di una città qualunque. E si illude chi pensa che il battito delle ali di una farfalla a Milano non si avverta nel resto d’Italia. Si avverte, eccome, perché l’elettorato di sinistra non è quello di destra: si illude chi pensa di accomunarli. Lo ha spiegato benissimo un deputato del parlamento spagnolo: se ruba la sinistra, la base piange; se ruba la destra, la base fa la fila per darle il voto.

Solo per le ultime vicende? Assolutamente no. C’è un susseguirsi di errori e di orrori che il Partito democratico avrebbe potuto evitare e non ha fatto nulla per evitare, ma quello che sta succedendo negli ultimi anni nel capoluogo lombardo è la dimostrazione di un centrosinistra allo sbando, nel quale gli alleati del Pd (M5S e Alleanza Verdi Sinistra) sono chiamati ad una “rivolta morale” nei confronti del partito più forte, se non vogliono essere stracciati dagli elettori.

L’ultimo atto della vicenda San Siro ha dell’incredibile. E lo dobbiamo sempre a Barbacetto che, malgrado il silenzio “a reti unificate” delle televisioni, ci fa scoprire un’altra “perla” della Premiata ditta Sala & Company  (compresi pezzi di destra che in Consiglio comunale hanno votato per la svendita del Meazza).

Il documento dell’Uefa sul “Meazza San Siro” di Milano. Sopra: l’interno del mitico stadio 

Leggere per credere. Il documento pubblicato in questo articolo, non solo certifica che l’Uefa non ha dato alcun parere sulla presunta precarietà dello stadio milanese, ma dimostra che il sindaco e i suoi sostenitori hanno affermato il falso pur di cedere San Siro. Basta leggere il post del giornalista: “Non era vero che la Uefa avesse comunicato al Comune che lo stadio Meazza non si poteva usare per gli Europei 2032. Non era vero che ristrutturare costasse quasi come costruire da capo. Non era vero che il Milan potesse costruire il suo stadio a San Donato”, e tutta una serie di menzogne relative a delle manutenzioni mai eseguite dal Comune al fine di svalutare ulteriormente San Siro per poterlo rivendere a prezzi molto più bassi rispetto al suo reale valore. Risultato: si tratta – scrive Barbacetto – di “un progetto nato sulle bugie”. E sui danari, ci permettiamo di aggiungere.

Se tutto questo sia compatibile con la cultura di sinistra, deve dirlo innanzitutto la Schlein. Ma Conte, Bonelli e Fratoianni sono chiamati a dire la loro e, se è il caso, a prendere le distanze (finché sono in tempo) da questo centrosinistra informe, se non vogliono finire schiacciati da questo centrodestra impresentabile che comunque viaggia spedito come un treno verso destinazioni ignote.

Luciano Mirone