“Ventiquattro consiglieri comunali tengono in ostaggio 50mila cittadini di Paternò (Catania), dato che  non firmano una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Nino Naso, accusato di voto di scambio, a settembre processato col rito immediato, come richiesto dai suoi legali”. E’ duro il comunicato del Pd di Paternò, a firma del suo segretario locale Salvatore Leonardi.

“Paternò – si legge – continua a balzare agli onori della cronaca. Una città in agonia in cui si rincorrono clientele e collusioni e in cui non sembra ci sia ancora spazio per la bella politica del bene comune. Le istituzioni devono essere preservate da ogni sospetto”.

“Senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni diffuse a mezzo stampa – è scritto nella nota -, se il sindaco non sente la necessità di dimettersi, per difendersi nelle opportune sedi giudiziarie, i consiglieri comunali devono intervenire a difesa di questa città e delle sue istituzioni locali e non restare attaccati a piccoli interessi di bottega e legati alla comoda ‘gettonata’ poltrona”.

“I consiglieri comunali di opposizione (che di fatto sono la maggioranza) – scrive il Pd – e, per primi, i consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia, non sono riusciti, perché non lo vogliono, a sottoscrivere e votare una mozione di sfiducia e a scrivere la parola fine all’onta che si estende sulla nostra città, comunità che ogni giorno sprofonda in un baratro senza fondo”.

“Noi – dice Leonardi – non siamo interessati alle questioni penali, che sono personali e che ognuno dovrà chiarire con i Magistrati, il problema è squisitamente politico e la politica lo deve risolvere”.

“Chi vuole veramente il bene della Città – conclude il comunicato – si adoperi per mandare al più presto al voto i cittadini, senza indugio. In caso contrario, voi 24, avrete la  responsabilità morale della ‘distruzione’ di una Comunità”.

Nella foto: il sindaco di Paternò (Catania), Nino Naso

Redazione