Quella che leggerete è l’intervista ad uno degli urbanisti più illuminati d’Italia, l’architetto Ignazio Lutri, romano, residente a Catania (con studio a San Gregorio) ed ex componente dell’equipe di un grande urbanista europeo come il professor Leonardo Urbani, pesarese, e per tanti anni docente emerito dell’Università di Palermo (deceduto nel 2023).
Quella che leggerete è l’intervista a questo architetto il cui destino, per un breve periodo, si incrociò con quello del comune più abusivo della Sicilia, Belpasso (Catania), dove da oltre trent’anni vige uno dei Piani regolatori generali (Prg) più scandalosi d’Italia, che il sindaco Carlo Caputo non vuole assolutamente revisionare, malgrado sia scaduto 22 anni fa.

L’architetto romano Ignazio Lutri. Sopra: il professore Leonardo Urbani
Quella che leggerete è l’intervista al presidente degli ingegneri e architetti della Sicilia, Lutri, appunto, laureatosi alla “Sapienza” di Roma col massimo dei voti, distintosi come progettista del paesaggio del Parco dei mulini a Bagno Vignoni (Siena), del Parco delle Grotte di Chiafura a Scicli (Ragusa) e nella pianificazione territoriale ed urbanistica, fra gli altri, di Bagno Vignoni, di Civitanova Marche e di Cosenza, e vincitore di diversi concorsi di progettazione come la riqualificazione dell’agro nocerino-sarnese e coordinatore per i piani strategici della Città metropolitana di Catania.
Questa intervista – effettuata dieci anni fa – è molto importante, perché fa comprendere le responsabilità di “certa politica” sulla decadenza e sul mancato sviluppo delle comunità che amministrano. Il caso Belpasso è emblematico.
Caputo nel 2013, appena eletto, aveva la possibilità di cambiare radicalmente il futuro della sua città. L’anno precedente l’ex commissario regionale Angelo Sajeva aveva conferito l’incarico di redigere il Prg (oggi Piano urbanistico generale, Pug) proprio a Urbani, non in base ad una scelta soggettiva, ma avvalendosi di un criterio oggettivo come il bando pubblico. Fra tanti valenti partecipanti, vinse il docente dell’Università di Palermo, che all’epoca aveva nell’architetto Lutri uno dei riferimenti più importanti del suo staff. Molti a Belpasso dissero che finalmente si stava voltando pagina.
Caputo vinse le elezioni. Come primo atto cacciò Urbani e lo sostituì con l’Ufficio tecnico comunale (“assolutamente inadeguato”, secondo gli stessi funzionari del settore), avvalendosi di un “consulente sul Prg” classificatosi negli ultimi posti della graduatoria del bando.
Per giustificare la rimozione dell’illustre urbanista, il sindaco dichiarò tre cose. La prima: “Costa troppo” (200 mila Euro), a fronte dei soldi che avrebbe sperperato successivamente (una per tutte: un parcheggio “fantasma” per 20 posti auto e senza posti autobus per il quale aveva stanziato 1 milione di Euro). La seconda: è anziano (aveva 84 anni). La terza: “Ho incontrato due tecnici dello staff di Urbani. Il mio infallibile naso mi ha messo subito sull’avviso: si tratta di due geometri, vengono da San Gregorio e per giunta hanno un accento troppo catanese”.
Questi i criteri con i quali Caputo eliminò Urbani (il quale, secondo il preliminare, avrebbe redatto il Prg in sei mesi, pena il pagamento di una penale) scelse l’ufficio tecnico. Morale della favola: dopo dodici anni Belpasso è ancora con uno strumento urbanistico scaduto, un abusivismo che si allarga a macchia d’olio e il comune che nel frattempo (fra consulenze, studi ed altro) ha oltrepassato i 200 mila Euro che avrebbe dovuto conferire all’urbanista pesarese.
Questo l’articolo.
“Il bando è una procedura che prevede una oggettiva selezione qualitativa dei partecipanti. Questa procedura è stata buttata nel cestino perché si è voluto seguire un percorso di tipo discrezionale che, secondo me, offre minori garanzie per una comunità”.
Misura le parole Ignazio Lutri per spiegare il suo punto di vista sulle procedure seguite a Belpasso per conferire l’incarico del nuovo Prg.
Romano, architetto e componente dell’equipe del professor Urbani, Lutri è responsabile di una società di architetti e ingegneri, la “Muving srl”, con sede a San Gregorio di Catania, che attualmente opera sul Piano regolatore di Cosenza e ha lavorato sul Prg di Agrigento. Qualche anno fa la “Muving” ha curato i Piani strategici dell’Area etnea, “un’occasione – dice il professionista – per consentire alle Amministrazioni un programma di sviluppo condiviso per captare i fondi strutturali dell’Unione europea”.
Architetto Lutri, chi è Leonardo Urbani?
“Leonardo Urbani ha redatto numerosi Piani regolatori sia in Sicilia che nel resto d’Italia. E’ stato docente di Urbanistica all’Università di Palermo, buona parte degli urbanisti siciliani (e non solo) sono stati suoi allievi o collaboratori. Insomma è un nome molto riconosciuto nel settore”.
Perché è importante che il progettista di un Piano regolatore sia “esterno” all’ambiente in cui opera?
“Perché deve avere la dovuta imparzialità e capacità di astrarsi rispetto a delle pressioni esterne che possono essere molto forti. Non c’è dubbio che un progettista esterno ha uno sguardo ‘terzo’ rispetto a un territorio, ma anche una visione ampia, che a volte può mancare al progettista locale”.
Scusi, ma un professionista locale non conosce meglio il territorio?
“Sì, però spesso il locale ha una visione precostituita del territorio, non è detto che sia capace di leggere, di suggerire e di trarre degli spunti importanti”.
Un progettista di Prg viene raggiunto da pressioni per le aree edificabili?
“Sempre”.
Il Piano regolatore di Belpasso – approvato nel ’93 – presenta aspetti scandalosi, sia per quanto riguarda la zona storica, sia per quanto riguarda le aree edificabili. Questo non la dice lunga sulle pressioni cui un progettista può andare incontro?
“Senza dubbio. La capacità di guardare oltre è fondamentale”.
La “Muving srl” si è associata temporaneamente con altre società per realizzare il Prg di Belpasso. Può spiegare il meccanismo che regola queste società di imprese?
“Il codice degli appalti consente, quando si partecipa a una gara, di riunire più soggetti professionali ed economici al fine di mettere insieme le esperienze e i requisiti che consentano di partecipare. Nel caso specifico era stata costituita un’associazione temporanea di imprese che comprendeva lo studio del prof. Urbani, l’ing. Puleo, suo collaboratore storico, la mia società e un’altra società, la ‘Politecnica ingegneria’ di Modena. Questi soggetti avevano i requisiti per partecipare alla gara. Mettere insieme un’equipe del genere, capeggiata dal prof. Urbani, vuol dire avere un alto livello tecnico-scientifico, e allo stesso tempo una capacità di sviluppare il lavoro sul territorio”.
L’alto livello tecnico-scientifico è un requisito fondamentale per redigere un Piano regolatore?
“Assolutamente. Tutte le fasi di analisi, di indagine e di conoscenza richiedono una presenza assidua di professionisti locali, ovviamente diretti e coordinati da Urbani”.
Quindi anche dei professionisti di Belpasso – qualora il Prg fosse rimasto ad Urbani – avrebbero potuto lavorare?
“Certe attività vengono svolte da giovani laureati debitamente inquadrati in un metodo (in questo caso quello di Urbani) e coinvolti in questo lavoro”.
Di quali attività si tratta?
“Nella prima fase bisogna procedere ai rilievi sul territorio. E’ fondamentale fare un censimento casa per casa, studiare la tipologia edilizia, vedere quante famiglie ci abitano o ci abitavano, accertare la qualità del costruito e degli spazi pubblici. Questo lavoro possono farlo i professionisti del posto, che collaborano con i titolari dell’incarico”.
I vincitori di un bando di gara da chi vengono scelti?
“C’è una Commissione di gara nominata dall’Ufficio gare regionale (Urega), composta solitamente da terne di giuristi e di tecnici. Il concorso si svolge analizzando tre aspetti fondamentali: innanzitutto l’ammissibilità giuridica del partecipante (la laurea, l’iscrizione a un Ordine professionale e a una cassa previdenziale, ecc.), poi offerta tecnica, il curriculum, le esperienze, la relazione metodologica, infine il ribasso”.
Come commenta la decisione del Comune di Belpasso?
“Il Prg è un momento fondamentale della vita di una città. Vuol dire programmare lo sviluppo del territorio e la tutela delle sue risorse per i prossimi decenni. Puntare su un buon Piano regolatore con un illustre progettista vuol dire programmare un futuro di un certo livello, tanto più oggi, che le casse dei comuni sono ai minimi termini. Sulle scelte relative al territorio risiedono molte possibilità dell’Amministrazione di acquisire risorse economiche attraverso delle opere di trasformazione, di rinnovamento e di riqualificazione”.
In che senso?
“Oggi alcuni soggetti come l’Unione europea affidano finanziamenti soltanto se i Prg sono coerenti e conformi con le loro direttive. Si tratta di una questione fondamentale perché consente alle Amministrazioni di ottenere dei contributi importanti”.
Interessante.
“Se hai delle opere di riqualificazione urbana comprese nel Piano regolatore, si crea la precondizione per ottenere dei finanziamenti europei”.
Se un Prg prevede, ad esempio, la valorizzazione del centro storico o del paesaggio agricolo, l’Unione europea lo finanzia?
“Certamente. Oppure si possano ipotizzare delle aree produttive che abbiano dei requisiti ambientali ed ecologici particolari”.
Perché è importante un Piano regolatore fatto bene? La qualità della vita, l’economia, il turismo, la socializzazione dipendono da questo?
“Il Prg può aiutare una comunità a migliorare. Il fatto che dei cittadini possano condividere il progetto dello sviluppo del territorio è una cosa fondamentale”.
Quale dovrebbe essere la filosofia del Piano regolatore di Belpasso?
“Belpasso si trova fra due grandi risorse naturali e ambientali: il Parco dell’Etna e la Valle del Simeto. Uno dei temi principali è la costituzione di un sistema di relazioni naturalistico-ambientali che vanno tutelate. Diversi comuni hanno capito le grandi risorse dell’Etna, ma non tutti hanno compreso le potenzialità della Valle del Simeto. Lavorare su questo è di fondamentale importanza”.
Luciano Mirone
Leave A Comment