Un giardino che affonda le radici nella lava dell’Etna e che racconta la storia di una famiglia, di un paesaggista visionario e di una comunità che riscopre la bellezza come bene comune. Dopo oltre due anni di lavori di rigenerazione, il Parco Paternò del Toscano, il “Giardino sulla lava”, riapre i cancelli. Dal 26 maggio il parco sarà aperto dal mercoledì alla domenica, accessibile al pubblico in modalità stabile.
Un traguardo che è anche un nuovo inizio per questo raro esempio di paesaggismo mediterraneo contemporaneo, selezionato dal Ministero della Cultura nell’ambito del PNRR – Missione 1 Cultura 4.0 come uno dei progetti emblematici di restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici.

Una cascata all’interno del Parco. Sopra: un’altra immagine suggestiva del Parco della lava (tutte le foto sono di Massimo Siragusa)
“Il progetto è stato pensato come un atto di cura e di restituzione. Vogliamo che questo giardino diventi un luogo vivo, attraversato, sentito come proprio dalla comunità,” spiega Stena Paternò del Toscano, nipote del fondatore Ettore e promotrice del progetto.
“È un patrimonio botanico e affettivo. Ma è anche un laboratorio di sostenibilità e cittadinanza. In fondo, la natura non è mai stata così moderna. Questa riapertura è il coronamento di un lungo lavoro collettivo, ma soprattutto è un atto d’amore verso il territorio e verso la visione di mio nonno Ettore. Il giardino storico è ora un bene vivo, accessibile, educativo. Un luogo dove la biodiversità si intreccia alla memoria, dove si può passeggiare tra le palme rare e riflettere sul nostro rapporto con la natura. Oggi più che mai, in un mondo in crisi ambientale e sociale, restituire spazi verdi alla comunità è un gesto politico e culturale. Il Giardino sulla Lava non è solo un’eredità, è un invito al futuro.”
Il Giardino sulla lava è anche luogo di memoria e simbolo di resilienza. Secondo la tradizione, proprio in quest’area si fermò, nel 1444, la colata lavica fermata dal velo miracoloso di Sant’Agata.
Un paesaggio stratificato tra roccia, palme e fiori selvatici. Esteso tra i comuni di Sant’Agata Li Battiati e Tremestieri Etneo, il parco si sviluppa su oltre tre ettari di terreno in parte di origine lavica.

Un’altra immagine del “Parco visionario” fondato da Ettore Paternò del Toscano
Realizzato negli anni ’60 da Ettore Paternò del Toscano, vivaista e paesaggista catanese, il giardino fu il primo privato in Sicilia ad aprire al pubblico. Oggi, dopo un meticoloso intervento, conserva intatti i suoi tratti distintivi: il giardino roccioso, il bosco termofilo, le palme rare, le cactacee e l’inimitabile “collezione Paternò”, ma è arricchito da nuove aree verdi, un frutteto, un orto, una serra didattica, e persino un Teatro degli Aromi.
Tra i fiori all’occhiello del progetto ci sono anche la pergola fotovoltaica, pensata per l’autosufficienza energetica, e un campo di fiori melliferi, ideato per favorire l’impollinazione e accogliere farfalle e insetti benefici. In tutto sono state piantate oltre 2.000 essenze vegetali, tra alberi, arbusti ed erbacee.
Il nuovo accesso ridisegnato su via Roma e l’apertura al pubblico stabile trasformano il parco in uno spazio civico aperto e dinamico. Tra aprile e maggio oltre 1.000 studenti delle scuole locali hanno già partecipato a laboratori e attività educative. E per il futuro si prevede un calendario regolare di eventi culturali e naturalistici affinché il parco sia un luogo non solo da esplorare, ma anche da abitare.

Il Parco visto dall’alto
Il progetto è stato promosso da Stena Paternò del Toscano, con la direzione lavori dello Studio associato Cantone Ortoleva e l’architetto Andrea Matarazzo per la parte paesaggistica, il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Catania, coinvolta nel censimento botanico e nei percorsi educativi.
Il supporto legale dello Studio Bivona e il responsabile del procedimento ingegnere Ennio Costanzo. Fondamentale anche il ruolo dell’Accademia Abadir per la comunicazione e delle imprese locali per l’esecuzione dei lavori. Il progetto ha ricevuto il sostegno del Ministero della Cultura, della Soprintendenza di Catania, del Comune di Sant’Agata Li Battiati, ed è inserito nelle reti FAI, APGI, Grandi Giardini Italiani e Garden Route Italia.dal FAI all’APGI.
Redazione
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