Cresce l’allarme tra i lavoratori dello stabilimento Pfizer di Catania, nuovamente a rischio di essere escluso dal network produttivo della multinazionale farmaceutica.
I sindacati chiedono risposte concrete e investimenti per garantire continuità occupazionale. Domani venerdì 14, alle ore 11, è previsto un incontro in prefettura; i sindacati chiederanno al prefetto di convocare l’azienda affinché sia avviato un confronto costruttivo.

Un momento del sit in di oggi davanti allo stabilimento Pfizer di Catania, indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Sopra: uno striscione affisso stamane
Stamattina, intanto, davanti ai cancelli dello stabilimento, si è tenuto un presidio promosso da Filctem-CGIL, Uiltec-UIL, Femca-CISL, UGL-Chimici e Fialc-CISAL per denunciare l’assenza di investimenti e la mancanza di risposte sul futuro del sito.
Negli ultimi anni, il progressivo depotenziamento dello stabilimento ha sollevato serie preoccupazioni. Dal 2022, il taglio di 130 dipendenti e la fine di circa 100 contratti interinali hanno già ridotto l’occupazione. Inoltre, l’assenza di investimenti ha reso gli impianti obsoleti, penalizzando la competitività del sito rispetto ad altri stabilimenti Pfizer.
A destare ulteriore incertezza è il piano di riallineamento dei costi della multinazionale, che potrebbe comportare nuovi tagli e ridimensionamenti. Si aggiungono poi le voci sulla possibile cessione dell’unità Pfizer Hospital, specializzata in farmaci ospedalieri, settore in cui Catania è fortemente coinvolta. Infine, il focus crescente di Pfizer sulla biotecnologia rischia di rendere lo stabilimento etneo marginale nel futuro assetto produttivo del gruppo.
Redazione
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