“Il governo Meloni non può ostacolare la ricerca della verità sul caso Almasri: dunque risponda politicamente del comportamento tenuto sottraendo all’arresto disposto dal Tribunale internazionale penale di un torturatore di migranti”. Così Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e attuale parlamentare europeo del gruppo Verdi-Alleanza libera europea attraverso un articolo pubblicato dal giornale Vita.

“Tutto questo – afferma l’europarlamentare – evidentemente era noto, ma adesso è provato con la voce, con gli occhi, con lo sguardo di chi è vittima di questo ignobile mercato. Per questo chiediamo l’immediata sospensione degli accordi tra l’Italia, l’Unione europea, la Tunisia e la Libia. Chiediamo anche a Dubravka Šuica, Commissaria europea per il Mediterraneo, di recarsi, così come ha promesso, con una delegazione anche di parlamentari in Tunisia per verificare e monitorare quello che sta accadendo, anche con soldi europei, ricordando che in queste ore in Italia stiamo vivendo la vicenda di Almasri”.

Il parlamentare europeo Leoluca Orlando (gruppo Verdi-Alleanza libera europea), a una manifestazione con i migranti mentre era sindaco di Palermo. Sopra: una donna migrante sbarca in barella a Palermo (foto tratta da Vita)

 

“Il Governo Meloni – ripete Orlando – non può ostacolare la ricerca della verità sul caso Almasri, il torturatore libico rilasciato e rimpatriato con un volo di Stato. I fondi europei non possono finanziare il traffico di esseri umani, schiavitù e torture. Dunque, Meloni risponda politicamente del comportamento tenuto sottraendo all’arresto disposto dal Tribunale internazionale penale di un torturatore di migranti, il generale Almasri. È necessario che la Commissione Europea apra gli occhi e smetta la propria partecipazione a questo ignobile modo di trattare il tema della migrazione”.

La posizione di Orlando al Parlamento europeo nasce da un rapporto (“Traffiking”, così si chiama) che denuncia la tratta di esseri umani tra la Tunisia e la Libia. Il rapporto è stato scritto da un gruppo di ricercatori e ricercatrici che, per motivi di sicurezza, hanno scelto di restare anonimi.

Settantuno pagine che, secondo quanto è riportato da Vita, “restituiscono 30 testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024, mettendo in luce un tratto saliente che appare nelle narrazioni: la vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. In tal senso il rapporto contribuisce a documentare eventi e situazioni che nelle scienze sociali e nel diritto internazionale vengono classificati sotto il termine di “crimini di Stato”, si legge nella presentazione.

Il rapporto è stato presentato anche al Parlamento europeo: “Dopo questa iniziativa”, dice Orlando, “con Cecilia Strada ed altri europarlamentari di diversi Paesi stiamo scrivendo ai presidenti della Commissione europea e del Parlamento europeo per una interrogazione con risposta scritta su iniziative europee per bloccare questa sistematica violazione di diritti umani”. 

Una ricerca che, secondo quanto scrive l’ex sindaco di Palermo, “prova l’esistenza di un ignobile mercato tra autorità libiche e autorità tunisine attraverso una ‘caccia al migrante’ che avviene sotto l’ombrello di accordi con l’Unione Europea che, come è noto, paga il regime di Sayed, un regime illiberale che non rispetta i diritti umani, e che paga le cosiddette ‘autorità libiche’, che in realtà sono bande di criminali che alterno violenze a ruoli istituzionali”.

Redazione