Il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico di Catania attaccano il prefetto Maria Carmela Librizzi per l’ultima ordinanza “assurda e inapplicabile”, per la quale esprimono “sconcerto”. Un provvedimento che arriva alla vigilia della festa di Sant’Agata, Patrona della città, “inapplicabile e incostituzionale”, a giudizio dei due partiti, che individua, “arbitrariamente”, delle “zone rosse” in cui è fatto divieto di “stazionare” a chi è stato “anche solo segnalato alle autorità giudiziarie per vari reati previsti dal Codice penale”.

Dalla nota congiunta dei pentastellati e dei Dem, si deduce che la “pietra dello scandalo” riguardi il divieto per taluni soggetti “segnalati” di fermarsi in determinati luoghi della città.  

“Le motivazioni alla base del provvedimento – dice ancora la nota – , inoltre, appaiono velatamente classiste e xenofobe. Basti pensare che le zone col più alto tasso criminale stanno altrove”, perché si tratta di “disposizioni che vìolano i diritti fondamentali dell’essere umano”.

“Ci chiediamo ad esempio – dicono i il Pd e i 5S -: come si può impedire a qualcuno di stare seduto su una panchina solo perché destinatario di provvedimenti giudiziari? Come si può chiedere a qualcuno di allontanarsi dal ‘salotto buono’ non per qualcosa che sta facendo, ma per ciò che potrebbe fare? O a un residente di sedersi tranquillamente sull’uscio di casa sol perché, magari anni fa, ha avuto problemi con la giustizia?”

“È forse un processo (anzi una sentenza) alle intenzioni?”, si chiedono i firmatari. 

“Il problema della mancanza di sicurezza in città – spiega il comunicato -, che esiste, ma non fa distinzione di nazionalità, religione e genere, si risolve con i servizi sociali, le politiche abitative, il sostegno economico alle fasce più deboli e le risposte repressive quando serie e rieducative, non certo con un diktat dal sapore fascista che riportano indietro le lancette della storia”.

“Ci auguriamo – concludono i firmatari del documento – che l’ordinanza venga ritirata, non tanto per gli effetti che potrebbe produrre, vista l’assoluta inapplicabilità del contenuto, ma per l’immagine pessima che restituisce della nostra città. Evidentemente il Metodo Almasri è arrivato anche in città. Se si commette un reato bisogna arrestare, non allontanare. Se il reato non c’è non si può restringere la libertà di movimento. Al governo, al centro e alla periferia, si sono inventati un ‘nuovo ordine civile’.  Che sia un “ordine nuovo?”.

Nella foto: Palazzo degli Elefanti, sede del municipio di Catania

Redazione