“Il 19 Marzo 2013, nasce l’associazione Antiracket Antiusura Libera Impresa. Un gruppo di uomini e donne che hanno deciso di dire No all’imposizione del pizzo, alla offerta di soldi facili prestati dall’amico della porta accanto, un no ai comportamenti mafiosi, alle consorterie criminali. E’ così che nasce la nostra Associazione”.
Lo scrivono i soci del sodalizio presieduto dall’imprenditore di Paternò (Catania) Rosario Cunsolo, che da un decennio porta avanti la battaglia contro il racket del pizzo e dell’usura.
“Un periodo intenso e travagliato – spiega la nota dell’Associazione – nel quale non ci siamo fatti mancare nulla: ancor prima di costituirci abbiamo lavorato assistendo una vittima per usura ed estorsione nella provincia Etnea e insieme alla Guardia di finanza di Catania abbiamo sventato un giro di soldi ad usura che raggiungevano il 120 per cento di profitti illeciti e usuranti”.
“Dopo questo episodio – si legge nel comunicato – se ne sono susseguiti altri: imprese sottoposte ad estorsioni ad usura che di fronte a un bivio, si sono affidate alla nostra Associazione, avevano bisogno di essere protetti, incoraggiati e guidati verso la denuncia. Abbiamo collaborato con le Forze dell’ordine con cui abbiamo ottenuto successi che ci hanno stimolato ad andare avanti anche se nel frattempo siamo stati minacciati di morte”.
“Parecchie soddisfazioni – seguita Libera Impresa – sono arrivate grazie alle Prefetture che hanno erogato le provvisionali previste dalle leggi in vigore a sostegno delle vittime che hanno avuto il coraggio di denunciare. A loro è stato riconosciuto il giusto risarcimento e si sono reintrodotti nelle attività imprenditoriali Liberi da ogni condizionamento. Siamo convinti che quello che facciamo è fondamentale, costruttivo, prezioso e contribuisce a sostenere una comunità civile più Libera e più sana. La Legalità per noi è una scelta di vita”.
Nella foto: Rosario Cunsolo, presidente dell’associazione Antiracket Antiusura Libera Impresa
Redazione
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