Con 38 voti a favore e 16 contrari l’Ars ha approvato il ddl di variazioni di bilancio, da circa 68 milioni di euro. Il testo contiene, tra l’altro, la proroga fino al 28 febbraio dei contratti per i lavoratori amministrativi impegnati nell’emergenza Covid: la norma è stata proposta dal governo sotto forma di emendamento aggiuntivo, con il sostegno dei diversi gruppi parlamentari (Ansa).

LA POSIZIONE DI FORZA ITALIA. “Ieri ho incontrato una delegazione di lavoratori e ho preso un impegno che ho subito mantenuto, grazie anche alla sensibilità del Parlamento regionale. Questa sera in aula abbiamo approvato la norma che autorizza la proroga dei contratti per il personale tecnico e amministrativo impegnato a fronteggiare l’emergenza Covid in Sicilia. Come più volte ribadito, deve essere intesa come il primo passo verso un percorso di più ampio respiro che mira alla piena stabilizzazione. Per farlo, siamo anche favorevoli all’adozione di un procedimento selettivo che dia evidenza pubblica. Ciò che importa è che non si perdano per strada risorse preziose e già formate. La nostra sanità non è in grado di sorreggere il peso di tale ulteriore defezione. Merita un implemento delle risorse in organico che passa anche dalla stabilizzazione degli eroi del Covid”. Lo dichiarano in una nota congiunta gli i deputati Michele Mancuso, Gianfranco Micciché e Nicola D’Agostino del gruppo di Forza Italia al Parlamento siciliano.

LA POSIZIONE DI LEGA-PRIMA L’ITALIA. “Il personale tecnico e amministrativo che ha prestato servizio durante l’emergenza Covid in Sicilia beneficerà da subito di una proroga contrattuale fino al 28 febbraio 2023. Siamo riusciti, in extremis, nella legge di variazione di bilancio ad inserire un emendamento per la prosecuzione lavorativa di questi soggetti che assieme al personale sanitario hanno lavorato per gestire al meglio la fase dell’emergenza pandemica. Sono certa che il tema della stabilizzazione verrà affrontato con criteri che rispondono alla selezione pubblica al fine di garantire un percorso corretto per il pieno inserimento nelle strutture del sistema sanitario regionale. Intanto è stato fatto un primo passo a tutela di queste professionalità in un momento in cui il Covid si riaffaccia prepotentemente”. Lo afferma Marianna Caronia, capogruppo di Lega-Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO SINALP. Quale futuro per la sanità pubblica siciliana? Il sindacato Sinalp da tempo denuncia “il precipitare del Servizio Sanitario Regionale nella burocrazia e nella standardizzazione dei sistemi operativi che di fatto ingessano l’intera sanità pubblica”. Questo il comunicato stampa inviato a L’Informazione:

“Un aspetto negativo della sanità pubblica che il Sinalp ha sempre evidenziato è la tendenza a voler sempre più esternalizzare i servizi, sia quelli sanitari che quelli gestionali.

Queste politiche nazionali di razionalizzazione dei sistemi gestionali imposte in questi ultimi 15 anni, con la scusa di voler combattere gli sprechi esistenti nel comparto, hanno di fatto annullato la possibilità per i cittadini di poter fruire di una sanità pubblica efficiente.

Dai dati estrapolati dal monitoraggio della spesa pubblica nella sanità pubblicati dall’Assessorato alla Salute, il nostro sistema sanitario pubblico regionale costa quasi 10 miliardi di euro l’anno, una cifra enorme, una cifra che mette in ginocchio ogni cittadino che vorrebbe capire quali siano le dinamiche di sperpero e sprechi che le varie e deleterie  riforme abbiano innescato.

Di questa enorme somma, scavando nei numeri, si scopre che la parte dedicata agli stipendi del personale dipendente ammonta a circa il 30% della spesa sanitaria siciliana e quindi perfettamente nella media nazionale. Ma a differenza della spesa pubblica complessiva che è in crescita, la spesa per gli stipendi è un trend negativo.

Questo fa capire che le varie riforme nazionali e regionali e le linee programmatiche del comparto sanità messe sul campo con l’obiettivo di razionalizzarne la spesa, stanno di fatto riducendo il personale amministrativo/sanitario con conseguenziali enormi danni sociali che negano ai ceti medio/bassi di potersi curare con la sanità pubblica senza dover aspettare prenotazioni bibliche.

In questo quadro che vede una sanità pubblica in grande affanno, per non farci mancare niente, a causa del COVID, si è creata l’esigenza di aumentare il personale sanitario ed amministrativo per gestire l’emergenza sanitaria ancora in parte in atto.

Tralasciamo di chiedere quali siano stati i criteri adottati per reclutare questo personale, criteri sui quali come sindacato chiediamo da tempo lumi a chi li ha inventati, ma questo agire ha creato una ulteriore sacca di precariato che oggi chiede di essere stabilizzata.

In Sicilia purtroppo negli ultimi 30 anni la classe politica non ha fatto altro che creare sacche di precariato.

Lavoratori che vivono di assegni sociali senza alcuna prospettiva di un riconoscimento professionale ed occupazionale “normale”.

Precariato che ha avvelenato gli animi dei siciliani, impotenti di fronte a questa enorme ingiustizia che si perpetua contro di loro.

Oggi con i cosiddetti “lavoratori covid” si stà ripetendo l’ennesimo vigliacco sfruttamento dei nostri giovani che, pur avendo ormai acquisito dopo circa un anno, se non di più, di lavoro presso le ASP le capacità professionali necessarie, rischiano di essere “sputati in mezzo alla strada” senza nemmeno un grazie per l’ottimo lavoro svolto. 

Il Segretario Sinalp Dr. Andrea Monteleone chiede al Governo Schifani di programmare un intervento normativo in grado di stabilizzare queste nuove figure professionali che si sono ormai formate e che dopo un anno di lavoro non possiamo certamente buttare fuori e magari regalare ad altre amministrazioni sanitarie di altre regioni.

Ricordiamo a tutti noi che oggi la sanità siciliana è in crisi per la mancanza di medici, di personale sanitario in genere ma anche di amministrativi in grado di poter gestire l’apparato burocratico del sistema e le prenotazioni per le visite specialistiche che ormai hanno raggiunto tempi biblici, vietando di fatto ai siciliani il servizio sanitario regionale.

Siamo certi che il Presidente Schifani saprà dare continuità al lavoro di stabilizzazione dei precari intrapreso dal precedente Governo Musumeci, inserendo, nel processo, anche questi lavoratori covid.

Il Sinalp rimane a disposizione del Governo Regionale per un confronto costruttivo sulle possibili soluzioni da intraprendere in grado di eliminare finalmente la piaga del precariato in Sicilia”.

Redazione