No, non è una questione di poco conto. Mi riferisco all’opportunità della frequentazione di persone che hanno idee politiche, sociali, di visione della vita completamente diverse dalle nostre. E’ una riflessione derivante dall’approssimarsi delle festività natalizie e in generale di tutte le occasioni di convivialità che inevitabilmente, ci fanno rincontrare con amici, parenti, che possibilmente durante l’anno non vediamo.

Ecco, nonostante i buoni propositi, talvolta i commensali si spingono incautamente a fare delle considerazioni sull’attualità o i provvedimenti del governo in carica, ed è in quei momenti che la situazione, nonostante i buoni propositi reciproci, rischia di degenerare in veri e propri scontri verbali, che in casi estremi possono anche finire con l’abbandono del campo di “battaglia”.

Confesso tutto il mio disagio e l’incapacità di sorvolare sul confronto e il giudizio sulle idee altrui quando cozzano in maniera stridente col buon senso, con la morale, con il sociale; il fatto è che sono portata a pensare che se si decide di appoggiare e votare una determinata parte politica vuol dire che comunque ci si identifica e si approvano i comportamenti di quella parte che si è scelta e allora mi chiedo: ma io che ho a che fare con queste persone, mi potrò mai fidare?

Se hanno certe simpatie. vuol dire che approvano un determinato modo di agire e quindi potrei anche esserne vittima nella frequentazione di atteggiamenti che mi farebbero star male, e allora perché, se non mi posso fidare, devo affidare a loro la mia compagnia, i miei momenti di convivialità?

Anche le semplici considerazioni sulla quotidianità possono innescare riflessioni sul nostro essere profondamente diversi che ci portano alla domanda fatidica: ma io che c’entro con loro? Cosa ho in comune e perché devo pazientare in nome di una parentela, di un’amicizia che nel tempo ha cambiato il proprio modo di approcciarsi alla vita che cozza profondamente col nostro? Basta la ricorrenza delle festività a utilizzare quel colpo di spugna così pieno di ipocrisia?

Pina Motta