Il quartiere di Ballarò, uno dei luoghi più simbolici e multiculturali di Palermo, col suo variegato e popolare mercato alimentare, si è ritrovato dietro uno striscione che ha riunito centinaia di persone in corteo contro la droga. In testa alla sfilata, che ha attraversato strade e piazze, c’era anche l’arcivescovo Corrado Lorefice.

A promuovere la manifestazione è stata un’associazione, Sos Ballarò, che si è mossa per denunciare una “spaventosa crescita dello spaccio e delle tossicodipendenze”. La droga che in queste piazze viene spacciata quasi alla luce del sole è il crack: costa poco e ha causato anche tanti morti. Il caso più doloroso è quello di Giulio stroncato a casa giovanissimo al culmine di una vita devastata dalla droga.

Il padre, che lo ha trovato esamine nella sua stanza, è tra i promotori di un movimento che ha coinvolto l’intero quartiere. “Questo luogo rappresenta l’intera città: è un problema che riguarda tutta Palermo”, dice don Enzo Volpe che è uno dei promotori di Sos Ballarò.

La prima tappa del corteo è stata la piazza di Ballarò. Qui ha parlato l’arcivescovo. “Il crack – ha detto – regala una falsa felicità. Provoca la morte ed è il segno del predominio mafioso nel territorio. Siamo qui non per chiedere soluzioni repressive (è vittima anche chi spaccia) ma per reclamare servizi, cura, presenza delle istituzioni”.

Ansa