“Noi studentesse e studenti del liceo Spedalieri di Catania assistiamo inorriditi all’inumano trattamento riservato dal governo del nostro Paese ai naufraghi portati in salvo dalle navi Humanity 1 e Geo Barents. Ciò che sta avvenendo al porto della nostra città non è accettabile. Tutti noi abbiamo preso atto della necessità di mobilitarci, uniti, contro questo macabro teatrino. Non possiamo restare inermi dinnanzi alla solita vecchia retorica di distrazione di massa sulla pelle dei più deboli”.

Un momento della protesta degli stutdenti del liceo classico “Spedalieri” di Catania contro il Governo nazionale per la politica sui migranti. Sopra: lo striscione apposto davanti all’istituto
Gli studenti del liceo classico “Nicola Spedalieri” del capoluogo etneo in stato di agitazione contro il Governo nazionale per le ultime decisioni relative alla “selezione” dei migranti che devono scendere dalle navi delle Organizzazioni non governative al porto di Catania. Una selezione effettuata in base al sesso, all’età e alla salute: chi è più debole è autorizzato a scendere, chi è di sana e robusta costituzione “deve” rimanere a bordo, malgrado la disperazione che si registra all’interno delle due navi. Ieri tre uomini di colore si sono buttati a mare per protestare contro “l’iniquità” del provvedimento, mentre gli altri in coro gridavano “help”, aiuto.
“Non abbiamo paura di essere tacciati di buonismo – dicono i ragazzi dello Spedalieri – noi siamo qui oggi ad urlare che Catania è città di solidarietà e di accoglienza, nessun uomo è ‘illegale”.
“Ci parlano di ‘cernita’, di ‘carico residuale’, di ‘vulnerabili’ e conseguentemente di ‘invulnerabili’. Si dimenticano però di star parlando di esseri umani. Duecentocinquanta vite umane, tenute in ostaggio, violando così, di fatto, la Convenzione di Ginevra e la Carta dei Diritti Umani”.
“Da ciò nasce la necessità di riprenderci i nostri spazi e di riunirci in assemblea autogestita in data odierna. Intendiamo la scuola come luogo di uguaglianza, di accoglienza, di equità, tutti valori che oggi ispirano il nostro gesto. Non possiamo permettere a questo governo di continuare a scrivere pagine di una storia buia e vergognosa”.
“Per questo, noi studenti e studentesse, ora più che mai, dobbiamo insorgere e mobilitarci contro una politica disumana e assassina”.
Redazione
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