“L’Etna deve diventare Parco nazionale”, staccandosi “dall’immobilismo burocratico dell’amministrazione regionale”, affinché diventi “l’espressione di un’idea nuova e dinamica di tutela delle risorse naturali e di promozione di uno sviluppo realmente sostenibile del territorio”.

Quello che il Circolo Etneo di Legambiente e Legambiente Sicilia hanno proposto qualche mese fa attraverso una petizione lanciata sulla piattaforma change.org, diventa l’oggetto dell’incontro-dibattito di oggi alle 16,30 presso il Centro Servizi del Comune di Milo (Catania), cui partecipa un prestigioso parterre composto da Stefano Ciafani, presidente di Legambiente; Giuseppe Maltese, presidente del Circolo etneo di Legambiente; Alfio Cosentino, sindaco di Milo; Pietro Minissale e Giorgio Sabella del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania; Paolo Sessa, scrittore e saggista; Boris Behncke dell’Istituto nazionale di Geoficisa e vulcanologia di Catania; Dario Febbo, già direttore dei Parchi nazionale d’Abruzzo e del Gran Sasso.Monti della Laga.

L’incontro-dibattito che pubblicizza la proposta di Legambiente sul Parco nazionale dell’Etna. Sopra: il vulcano innevato durante un’eruzione

Un evento importante per il futuro dell’ente Parco dell’Etna, per capire il quale bisogna partire dalla raccolta di firme indirizzata da diverse settimane al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri della Transizione ecologica Roberto Cingolani, e dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, e al Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci

“Se i Parchi Nazionali – scrivono Legambiente Etnea e Legambiente Sicilia – possono essere definiti ‘aree di eccezionale importanza e complessità naturalistica, di vasta estensione e di valore e interesse internazionali, rappresentative di ambienti unici o tipici di un certo territorio, famosi anche per la presenza di particolari entità o associazioni vegetali o animali’, l’Etna e il suo comprensorio hanno tutte le carte in regola per diventare il secondo Parco Nazionale in Sicilia: il vulcano più alto e attivo d’Europa, bellezze naturali e un enorme bacino di biodiversità caratterizzato da oltre mille specie e quasi un centinaio di endemismi, biotopi, complessi di habitat estesi a carattere eterogeneo, ampie formazioni boschive secolari, ma anche storia, arte e cultura”.

“Potrebbe sembrare una sconfitta dell’autonomia siciliana – è scritto nella petizione – quella di propendere per l’istituzione del Parco Nazionale, invero è cosa ben diversa. Un Parco Nazionale infatti può contare su un’ampia autonomia e disponibilità economica, su una maggiore considerazione da parte degli organi dell’Unione Europea e su rapporti diretti con il Ministero. Inoltre godrebbe di visibilità mediatica (brand di valore notevolmente più elevato), attenzione da parte delle istituzioni sui problemi e soprattutto una più efficace tutela ambientale, consentendo un margine di manovra più ampio all’Ente stesso, limitando interessi e particolarismi”.

“L’istituzione del Parco Nazionale dell’Etna può diventare il reale strumento per valorizzare l’inestimabile patrimonio naturalistico e per puntare a obiettivi di eccellenza in termini di qualità ecologica e socio-economica”.

“Inoltre – si legge – può rappresentare la soluzione all’immobilismo burocratico dell’amministrazione regionale e l’espressione di un’idea nuova e dinamica di tutela delle risorse naturali e di promozione di uno sviluppo realmente sostenibile del territorio”.

“Nell’ambito della campagna Preziose per Natura, Legambiente Sicilia ha redatto il ‘Dodecalogo per la natura e la biodiversità’ che prevede, tra gli altri, l’obiettivo di trasformare il Parco regionale dell’Etna in Parco Nazionale. In tale contesto il Circolo Etneo di Legambiente si fa promotore per il 2022 di una serie di iniziative mirate a raggiungere questo importante traguardo”.

Redazione