La manifestazione di stamani, a Sigonella, contro la guerra e per la smilitarizzazione della Sicilia rappresenta un momento importante, ma non isolato, per tutt* coloro che condividono come strategica la scelta dei siciliani e delle siciliane per la PACE.

Come esponente del Partito della Rifondazione Comunista siciliana sono schiettamente convinto della bontà della posizione assunta dal mio partito in merito alla guerra russo-ucraina, posizione che ci ha portato a dichiararci contrari sia alle logiche neo zariste di Putin sia a quelle espansioniste della NATO.

L’invasione militare da parte russa dell’Ucraina non trova in noi sponde giustificative di sorta e l’atto in sé mostra in tutta la sua evidenza come nei due schieramenti venuti a determinarsi nell’opinione pubblica siciliana, italiana ed internazionale a preponderare, in modo univoco, oggi, in concreto, sono solo i settori militaristi, appoggiati da forti conglomerati industriali di vendita delle armi, che hanno prontamente colto l’occasione per proporre un complessivo riarmo dei vari Paesi. Pensiamo, ad esempio, al recentissimo impegno assunto dalla nostra Camera dei Deputati di portare la spesa militare da 25 miliardi l’anno a ben 38 miliardi, per una spesa giornaliera di ben 104 milioni al giorno.

Sinceramente se ne avvertiva la necessità? Noi pensiamo di NO anche se forte è stato ed è il battage mediatico-propagandistico volto a porre questa come quasi fosse una necessità improcrastinabile.
La guerra scatenata dall’autocrate Putin, riferimento internazionale da tempo di tutte le destre europee e no, ci pone come uomini e donne di Sicilia a porre la questione della PACE come questione strategica indifferibile.

La nostra posizione geografica insieme alla presenza sul nostro Territorio di basi militari NATO e di sistemi avanzati come il MUOS (Mobile User Objective System) ci pone, nostro malgrado, al centro di un tragico “gioco” tra Russia e NATO e quindi USA d’un lato e in prospettiva tra questi e la Cina dall’altro.
Non appaia esagerato affermare che viviamo più che mai, in queste settimane, una reale, profonda minaccia alla stessa esistenza di tutti quelli che vivono e operano in Sicilia.

Non possiamo nasconderci, infatti, che se il drammatico “gioco” innescato dal conflitto russo-ucraino, per un motivo qualunque, dovesse sfuggire di mano ai suoi “attori” saremmo noi, verosimilmente, uno degli obiettivi sensibili interessati in caso di escalation militare.

Tutto ciò può e deve essere ben chiaro e abbiamo il dovere, da siciliani e da siciliane, di informarne i nostri conterranei, ad oggi, travolti da un informazione che guarda più d’un canto agli obiettivi politici e dall’altro si affida a certo sentimentalismo.

Noi crediamo, invece, che, attualmente, occorra, fatto salvo il nostro impegno per la PACE e per la difesa del nostro Territorio da qualsivoglia minaccia di guerra, garantire, ora e subito, ACCOGLIENZA e ASSISTENZA alle popolazioni civili ucraine sia a quelle in fuga dal Paese sia a quelle rimaste in patria e che continuano a vivere il dramma della guerra.

Per questo motivo la priorità rispetto al conflitto è e resta un immediato cessate il fuoco e una PACE che tuteli la vita di tutti, civili e militari, di ambedue gli schieramenti.

Non mi dilungherò qui in analisi geopolitiche dato che già prima ho accennato alle condivise responsabilità da parte della Russia e della NATO.

Voglio, invece, qui ribadire che la belligeranza russo-ucraina non è solo o tanto una questione locale o localizzata, al punto che è evidente che ci coinvolge come Sicilia e siciliani con chiara immediatezza.
La “mossa” putiniana muove dallo settore ucraino ma interessa, piaccia o no, appunto, l’intero scacchiere mondiale.

Le tante manifestazioni che si susseguono nel mondo, quella di oggi a Sigonella e quelle che seguiranno questa in #Sicilia esprimono ed esprimeranno la volontà diffusa, trasversale di ampi settori della società internazionale, italiana e nello specifico siciliana di PACE. PACE che per essere reale, seria e duratura deve fondarsi su un concreto processo di SMILITARIZZAZIONE.

In tal prospettiva dobbiamo invece, ahinoi, constatare che la Russia e di converso la NATO, i Paesi occidentali, l’Italia non solo procedono in senso opposto ed inverso ma si guarda alla Sicilia come un “Hub” militare.

Ciò appare evidente dalla MILITARIZZAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO SICILIANO e dall’interesse geo-strategico per questo mostrato, direttamente o indirettamente, da tutti i grandi “attori” militari e politici internazionali in campo. Occorre, senza confusioni tra aggressori e aggrediti, tuttavia RESTITUIRE SUBITO LA PAROLA ALLE DIPLOMAZIE.

Esprimiamo, inoltre, forte il diritto costituzionale ed etico degli uomini e delle donne di Sicilia a riaffermare la nostra vocazione per la Pace, cosa ancora più importante dopo un consumato “tradimento” perpetrato nella Penisola da settori del cosiddetto “progressismo”, oggi, sempre più non solo neoliberisti ma nei fatti anche pro armi e quindi pro guerra.

Fabio Cannizzaro
Componente del CPR del PRC Sicilia