Stavolta per diffidare il Comune di Belpasso (Catania) si è scomodato persino il dirigente generale della Regione Siciliana Calogero Beringheli, coadiuvato dalla dirigente dell’Urbanistica dell’assessorato Territorio e Ambiente, Rosa Anna Liggio.

Il fatto riguarda la costruzione del Villaggio bio edilizio “Ciappe” (dal nome dell’omonima contrada), per il quale è in atto un durissimo contenzioso fra l’ingegnere belpassese di origini argentine Enzo Victorio Bellia (da molti anni residente al Nord, progettista della struttura e proprietario, assieme ad altre persone, delle relative superfici) e il Comune etneo, il quale, dopo quasi otto anni dalla richiesta di concessione edilizia, non ha ancora fornito alcuna risposta.

Oggetto della pratica : “Riqualificazione Zona bianca a seguito della decadenza dei vincoli preordinati all’esproprio”. Un tecnicismo che possiamo tradurre così: le aree nelle quali dovrebbe sorgere il Villaggio (considerate “zone bianche”) vanno riqualificate dal Comune: se questo non avviene, i lavori del Villaggio bioedilizio non possono partire. E infatti – malgrado il tempo trascorso – non sono partiti, mentre nell’intero territorio belpassese la cementificazione – abusiva o autorizzata – procede a gonfie vele (per la cronaca, secondo una recente stima della Regione, il comune etneo è ai primi posti nell’Isola per abusivismo edilizio).

A niente sono valse – secondo quanto si deduce dalle carte – le denunce alla Procura della Repubblica (con relative indagini), alla Corte dei Conti, alla Regione Siciliana, al Prefetto e alla stampa. A nulla è valso l’invio, da parte di Palermo, di ben due Commissari ad acta (il primo nel giugno del 2020, il secondo nell’ottobre dello stesso anno) per risolvere la querelle. La pratica bloccata era, e bloccata è rimasta.

Per completare il quadro, bisogna aggiungere che il Piano regolatore di Belpasso è scaduto da ben diciotto anni e ancora il Comune non ritiene di revisionarlo.

Nella lettera che i due alti dirigenti regionali hanno inviato lo scorso 24 dicembre al Comune catanese,  si fa riferimento ad una precedente missiva (datata 7 dicembre), “con la quale questo Dipartimento ha richiesto notizie in ordine agli adempimenti intrapresi”. Nessuna risposta da parte dell’Amministrazione comunale.

A quel punto la Regione “considerato che a tutt’oggi la suddetta nota è rimasta inevasa”, ha diffidato “codesto Comune a relazionare entro il termine previsto dalla legge regionale n.19/2020 (art. 48, comma 1)”. Ovvero: “Se… i comuni, singoli o associati, omettono o non sono in grado di compiere gli atti di propria competenza… attinenti alla materia urbanistica, vi provvede l’Assessore regionale dell’urbanistica, previa diffida a provvedere entro il termine perentorio di 45 giorni, tramite la nomina di un commissario ad acta… il quale interviene con i poteri degli organi istituzionali di governo dell’ente locale inadempiente”.

Praticamente la Regione minaccia l’invio di un terzo Commissario se l’inadempienza del Comune dovesse proseguire.

Infatti nelle ultime tre righe si legge: “Si fa presente che in caso di persistente silenzio di codesto Comune alla presente diffida, o nel caso di notizie poco conducenti, questo Assessorato procederà, senza ulteriore diffida, alla nomina di un Commissario ad acta”. L’ennesimo. Intanto in tutto il territorio si continua a costruire. 

Nella foto:  la copertina del progetto del Villaggio bioedilizio Ciappe di Belpasso (Catania)

Luciano Mirone