La foto che vedete in apertura di questo articolo documenta una colata di cemento che si sta scaricando sull’Etna, al confine tra Belpasso e Nicolosi (nel territorio di quest’ultimo comune), alle pendici di monte San Leo, a circa 1000 metri di altitudine sul livello del mare.

La foto che vi mostriamo non rende giustizia alla realtà, perché l’insediamento che si sta realizzando è molto più esteso di quanto l’immagine possa documentare. Guardare, e magari ingrandire, per credere. Nel giro di pochi giorni sono stati costruiti pilastri, fondamenta, travi e tanto altro, e nel giro di pochissimi altri giorni la struttura sarà pronta.

Questo giornale non vuole prendere una posizione sulla legittimità o meno dell’opera, anzi, è convinto che se si sta costruendo le carte sono a posto. In attesa di studiare approfonditamente gli atti, si limita solamente a registrare il fatto.    

Dopo la segnalazione che abbiamo ricevuto, ci siamo recati sul posto per vedere quello che sta succedendo.   

All’inizio del cantiere ci sono tre cartelli. Uno indica che ci troviamo in territorio di Nicolosi, un altro il nome della ditta che sta eseguendo l’opera, il terzo la scritta “Progetto approvato”, col relativo numero di telefono al quale rivolgersi per ottenere informazioni.

Non vi nascondiamo che a prescindere dalle “carte a posto” , ci siamo posti la seguente domanda: ci troviamo nel sito definito dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità per le sue bellezze naturali, per la sua biodiversità, per le sue colate laviche (antiche e recenti), o in una qualunque periferia di casa nostra la cui linea della palma si sta estendendo sul vulcano più alto d’Europa?

Teoricamente siamo sulla Montagna (con l’iniziale maiuscola per evidenziare la sacralità che da millenni l’essere umano attribuisce all’Etna), praticamente non lo sappiamo, in attesa che qualcuno ce lo spieghi.

E allora ci siamo posti altre domande che – in attesa di un chiarimento tramite interviste e della consultazione dei documenti (di cui abbiamo formulato regolare richiesta di accesso) giriamo al Comune di Nicolosi, al Parco dell’Etna e alla Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali.

È vero che diversi decenni orsono è stato istituito il Parco dell’Etna con un regolamento che vieta la realizzazione di nuove strutture in cemento in determinate zone? A questa altitudine si può costruire? Qual è la zona in cui insiste questa struttura (la A, la B, la C o la D)? Qual è il livello di tutela deciso dalla Sovrintendenza (1, 2 o 3)? E infine – dato che sul cartello si legge “Progetto approvato” – chi ha rilasciato le licenze e in base a quale principi? Attendiamo risposte. 

Nella foto: l’edificio che si sta realizzando nel parco dell’Etna. Sulla destra si intravede l’inizio della dorsale di monte San Leo

Luciano Mirone