Giulia Mancuso, giovane cittadina di Mistretta, piccolo centro dei Nebrodi (mille metri d’altezza, in provincia di Messina), esprime il suo disappunto al Prefetto di Messina, alla Commissione Straordinaria presso il Comune di Mistretta, al Presidente della Regione Nello Musumeci  e all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, perché gli abitanti, secondo quanto dichiara, non sarebbero informati puntualmente sulle cifre dei contagi da Covid-19.

Attraverso questa “lettera aperta”, Giulia vuole segnalare la condizione di disagio di un paese già duramente penalizzato dall’isolamento e dalla mancanza di un’Amministrazione comunale, sciolta per mafia alcuni mesi fa, alla quale si è sostituita una Commissione prefettizia. Questo il testo della missiva.

“Sono una cittadina di Mistretta e ciò che dà impulso alla mia lettera è l’amore profondo per un paese che odora di storia, di tradizioni, di arte barocca e bizantina, da anni gravemente mortificato e reso protagonista del peggior degrado morale, sociale ed istituzionale di tutti i tempi. Con forte senso di rispetto e fiducia verso le istituzioni, mi rivolgo alle Autorità competenti, invitandole ad attivarsi ed attivare — seppur tardivamente — i rimedi indispensabili per il superamento di una condizione intollerabile in cui tutta la comunità sembra irrimediabilmente costretta.

E’ circostanza tristemente nota che la gestione dell’emergenza, da ben dieci mesi, sia rimessa alla totale ed esclusiva discrezionalità della popolazione ed altrettanto evidenti ne sono gli effetti. Credo, però, che avere adottato questo sistema non ne determini la automatica giustezza ovvero autorizzi a perseverare in questa direzione e lasciare una comunità in balia di se stessa in un momento tanto delicato e con i contagi in salita. Sono trascorsi poco più di venti giorni dal primo sentore della presenza di un focolaio; il senso di apprensione ha determinato tanti cittadini a sottoporsi responsabilmente ai test rapidi (i cui esiti hanno immediatamente confermato ogni sospetto), i contagi accertati sono aumentati, eppure l’unico canale di accesso ai dati numerici sono, ad oggi, gli articoli delle testate giornalistiche online.

Mi chiedo: perché nessuna istituzione che ne abbia la competenza ha costantemente informato la popolazione sull’evolversi dell’epidemia, come nel frattempo accade in tutti i comuni limitrofi, e della Sicilia in generale? (Seppure io lo trovi superfluo, mi preme specificare che la richiesta di ottenere aggiornamenti sulla situazione epidemiologica locale lungi dal configurarsi come un pretesto per ledere il diritto alla riservatezza dei malati, è, piuttosto, da ricondursi al dovere di trasparenza dei rapporti tra istituzioni e cittadini, poiché dall’instaurazione del dialogo e dall’assidua informazione discenderebbe una maggiore consapevolezza della comunità.)

Ed il deficit di comunicazione non è la sola difficoltà riscontrabile: sono inesistenti le sollecitazioni ai controlli, sono pressappoco azzerate le verifiche sul rispetto delle norme anti-covid e, nondimeno, i positivi accertati hanno convissuto con i rifiuti speciali per quasi tre settimane, prima che venissero opportunamente dotati del materiale per lo smaltimento di cui la competenza, come specificamente riferito dall’Asl, è assegnata ai Comuni.

Il problema della gestione locale dell’epidemia necessita evidentemente di una rapida e salda soluzione, considerato che lo stato di abbandono istituzionale in cui, di fatto, il paese sembra versare, contrasta col principio di buon andamento che ciascuna Pubblica Amministrazione ha il dovere di osservare.

Leggo in queste ore la lettera aperta che i membri della Commissione Straordinaria — su sollecitazione ed in risposta ad un gruppo di cittadini — indirizzano ai genitori degli alunni delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e di cui riporto i passaggi fondamentali: ” (…) Tuttavia, adesso, di fronte alle decisioni dei governi nazionale e regionale, da ultimo l’ordinanza contigibile ed urgente n.10 del 16.1.2021, che ha prescritto di mantenere aperte le scuole fino alla prima media anche dopo la dichiarazione di zona rossa, i Commissari hanno chiesto espressamente alla Azienda sanitaria provinciale di Messina di dare a tutti, compresi gli operatori della scuola e le famiglie dei bambini le necessarie garanzie e assicurazioni che l’apertura delle scuole possa avvenire in totale sicurezza. (…) Ecco perché abbiamo chiesto all’autorità sanitaria competente di far conoscere se sussistano le condizioni di sicurezza necessarie per non esporre a rischio chi frequenta le scuole in presenza. La risposta è stata rassicurante. La situazione è sotto controllo perché i focolai sono circoscritti e già ampiamente tracciati. (…) Solo chi è sprovveduto o in malafede non sa che i risultati di una Amministrazione si misurano con la quantità e la qualità delle decisioni adottate. Sono stati assunti, nel solo anno 2020, i seguenti atti.

36 determinazioni e 128 ordinanze con i poteri del Sindaco

182 deliberazioni coni poteri della Giunta comunale

52 deliberazioni con i poteri del Consiglio. (…)”.

Non mi ritengo una sprovveduta e so di non operare in malafede, tuttavia mi permetto di dissentire. Il solo rimando ai provvedimenti del Governo centrale e regionale appare sbrigativo, posto che, come espressamente previsto dalla Carta Costituzionale, la distribuzione in senso orizzontale del potere della Pubblica Amministrazione dà vita ad una Repubblica delle autonomie (vale a dire ad una articolazione dell’ordinamento su più livelli) legittimando i Comuni, ove necessario e se le condizioni locali lo richiedono, ad agire in piena indipendenza politico-amministrativa.

E lo dimostra che 17 sindaci dei Nebrodi hanno agito in maniera slegata anche rispetto alle rassicurazioni dell’Autorità Sanitaria in ragione dell’apprensione per la salute dei propri cittadini. Ed anche la consapevolezza sulla sicurezza dei locali scolastici, in cui è garantito il distanziamento ed il rispetto delle norme anti-contagio, è ormai abbondantemente consolidata.

Decisamente azzardata è, invece, la scelta di appoggiarsi alle affermazioni dell’Autorità Sanitaria (di cui peraltro non si comprende se oggetto di interlocuzione formale o colloquiale) che riguardano la circoscrizione del focolaio, stanti le discrasie, la inadempienze, i ritardi e gli errori materiali fin qui commessi dall’Asp stessa ed evidenziati dai cittadini risultati positivi.

È necessario, infatti, che siano tempestivamente richiesti ulteriori accertamenti, soprattutto alla luce del fatto che i casi di positività al virus sono stati accertati unicamente in seguito e per l’effetto del senso di responsabilità dei cittadini che si sono volontariamente e privatamente sottoposti all’esame dei test rapidi; mentre del tutto incerta rimane la situazione su possibili abitanti asintomatici o, purtroppo, meno responsabili.

I 62 casi accertati dai tamponi molecolari – destinati a salire – impongono, ad avviso della scrivente e di molti altri cittadini egualmente preoccupati, di procedere ad un vaglio più serrato della popolazione mediante test rapidi in screening e, conseguentemente, di avviare una campagna di sensibilizzazione degli stessi cittadini, con l’auspicio che l’iniziativa persuada un alto numero di mistrettesi dell’importanza dei controlli.

È fuori da ogni dubbio che un controllo su vasta scala sia l’unico modo per poter validamente rassicurare la popolazione ed affermare con consapevolezza che il contagio sia circoscritto.

Attivarsi è doveroso tanto quanto comprendere che la cittadinanza non ha dichiarato aperta una battaglia contro la Commissione Prefettizia e la stessa resistenza di alcuni genitori sulla richiesta della sospensione delle lezioni in presenza è figlia di una situazione evidentemente non trattata con l’attenzione dovuta.

Né, tantomeno, è messa in dubbio l’operosità dell’Amministrazione Straordinaria, ma con grande rammarico e senza allusioni di natura pretestuosa, si accetti un’osservazione: la delicatezza del momento impone che sia rafforzato il contatto tra i cittadini e le istituzioni, perché alla forma (vd. elenco deliberazioni, determinazioni, ordinanze) deve accompagnarsi la sostanza ed agli adempimenti tecnici la vicinanza istituzionale.

Con profondo dispiacere e sincera tristezza, ma con la speranza di essere presto smentita, avverto la sensazione che le vicende amministrative e le ipotesi oggetto di accertamenti processuali che sono sfociate nell’insediamento della Commissione Straordinaria abbiano portato in secondo piano il nostro bisogno di una guida concreta e, in ultima analisi, a tralasciare l’aspetto fondamentale di questa vicenda: la nostra natura di persone ed il nostro diritto, in quanto tali, di essere tutelati e garantiti dai nostri amministratori locali”. 

Nella foto: Mistretta sotto la neve

Giulia Mancuso