Faceva il pastore da quando era bambino, tanto da essere inteso ‘u picuraru. Alla campagna, al lavoro e soprattutto alla famiglia, Melo Sgroi  aveva dedicato la sua vita: la mattina sveglia alle 5 e poi tutto il giorno a curare le pecore, nelle praterie fra Santa Venerina e Zafferana, ai piedi dell’Etna. Il Covid si è portato via anche lui, a soli 57 anni. Al suo paese era molto conosciuto e stimato: titolare di un negozio situato al centro di Santa Venerina, Melo, insieme alla moglie, vendeva i  prodotti di lavorazione della sua azienda agricola: ricotta, formaggi, carne ovina. 

In questo comune di 8 mila 500 abitanti in provincia di Catania è la seconda vittima del coronavirus, dopo l’anziano ottantenne deceduto all’inizio di ottobre, che aveva contratto il virus nella casa di riposo in cui era ricoverato.

Ci siamo permessi di svelare le sue generalità dopo l’ufficializzazione che il sindaco Salvatore Greco ha fatto nella pagina Facebook del Comune: “La morte di Melo Sgroi a causa del Covid – scrive il primo cittadino – ha fatto rapidamente il giro del paese provocando una diffusa e sincera commozione”.

Basta guardare la foto che Melo aveva pubblicato sui Social per comprendere chi era: lui sorridente, assieme a un bambino, in quel paesaggio bucolico che sembra una pittura d’altri tempi, con le pecore che brucano l’erba tenera che producono il migliore latte di quelle vallate. 

Questa immagine sintetizza probabilmente la personalità di quest’uomo legato ai valori della famiglia e della cultura contadina. In paese tutti lo chiamavano ‘u picuraru, un secondo nome del quale lui e la sua famiglia sono sempre andati orgogliosi, al punto da dire con fierezza “noi apparteniamo alla dinastia dei picurari”. Una frase che dice molto, specie in un’epoca in cui questi lavori tendono a scomparire. 

 “Questa tragedia – prosegue il primo cittadino – così vicina a tutti noi, ci ricorda la pericolosità che può avere questo virus e ci impone un incremento nell’attenzione che dobbiamo mantenere nella occasioni di incontro, che vanno comunque limitate all’essenziale. Alla Famiglia Sgroi, così duramente colpita, vogliamo manifestare la vicinanza di tutta la comunità e per loro desideriamo la forza necessaria a superare l’angoscia della tragedia”.

Il sindaco nello stesso post fa il punto della situazione: “Crescono i numeri dei contagi, complice anche l’arrivo del virus, nei giorni scorsi, in un’altra casa di riposo. Pur nell’assoluta confusione dei numeri trasmessimi dall’Asp, penso di poter dire con una certa precisione che i positivi attivi sul territorio comunale sono circa 55, di tutte le età”.

Poi Greco si sofferma su un altro problema: lo smaltimento dei rifiuti dei contagiati: “Le famiglie contagiate – spiega – oltre all’apprensione per la malattia, vivono anche il disagio legato al particolare regime previsto per lo smaltimento dei rifiuti da loro prodotti. Tale onere è in capo all’Asp per il tramite di una ditta specializzata: sono stati però accumulati ritardi su ritardi, tanto che alcune famiglie hanno avuto il tempo di ammalarsi e di guarire (oltre tre settimane) senza mai vedere il ritiro dei rifiuti; ora, ormai al collasso, l’Asp ha gettato la spugna ed ha scaricato il problema sui Comuni. Naturalmente, anche questa volta non ci tireremo indietro e stiamo già organizzando il servizio”.

Infine dopo aver trascorso alcuni giorni in autoisolamento, il sindaco tiene a rassicurare la cittadinanza sul suo stato di salute: “Poiché si diffondono voci di vario tipo, soprattutto dopo la mia vistosa assenza al funerale del dipendente comunale Ferdinando Scalia, ritengo utile una precisazione che mi riguarda: avendo appreso di essere venuto in contatto con un soggetto positivo accertato, da giovedì pomeriggio mi sono auto confinato in casa; raggiunta la quinta giornata dal contatto ho eseguito il tampone molecolare che ha dato fortunatamente esito negativo”.

Immancabili le raccomandazione e il richiamo al senso di responsabilità di ognuno: “In conclusione permettetemi di ricordarvi ancora una volta la necessità del distanziamento e dell’uso delle mascherine, oltre che di tutti gli altri limiti imposti dal DPCM del 3 novembre in relazione alla classificazione di zona arancione della nostra Regione. Per quanto riguarda le mascherine, di nuovo, rammento a tutti che ci proteggono efficacemente solo per poche ore: poi vanno sostituite”.

Nella foto: Melo Sgroi “u picuraru” in campagna

Rosalba Mazza