Quando il sole muore nel mare di Mazara del Vallo, sulla vela issata verso il cielo riverberano i colori struggenti del tramonto, ed è come se il veliero dovesse prendere il largo e solcare le onde del Mediterraneo per ripetere il rito magico e antichissimo della pesca, oggi ricordato da un’imponente scultura in ferro, realizzata dai Maestri di Acireale, Pippo Contarino (Cavaliere del lavoro dal 1975) e il figlio Davide, che con le loro opere esposte in tutto il mondo non finiscono mai di stupire.

Il cavaliere Pippo Contarino durante il lavoro nella sua officina (foto archivio). Sopra: il Monumento al Pescatore di Mazara del Vallo (foto Roberto Rubino)

Il “Monumento al pescatore” – inaugurato il 4 luglio 2014 sul lungomare di Mazara del Vallo – è una scultura che attira decine di turisti al giorno, e che, almeno all’inizio, secondo qualcuno, avrebbe superato come numero di accessi online un’opera fra le più preziose al mondo, il “Satiro danzante” (realizzata probabilmente da Prassitele fra il IV e il II secolo avanti Cristo, e ritrovata casualmente tra il 1997 e il 1998 da pescatori al largo di Mazara, dove è attualmente esposta). Non lo sappiamo, fatto sta che il “Monumento”, pensate, è stato immortalato perfino dalla “Nikon” ed è stato inserito fra le immagini più belle della famosa industria giapponese di macchine fotografiche.

Alta oltre 10 metri, larga 4, la scultura di Pippo e Davide Contarino ha un peso di 3mila e 500 chilogrammi ed è stata voluta dall’ex Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. “Dopo vari lavori realizzati ed esposti in diversi luoghi del pianeta – dice Pippo Contarino – posso ritenermi felice per questo traguardo raggiunto in una delle città marinare più belle della Sicilia. Il ‘Monumento al pescatore’ è un antico sogno del primo cittadino mazarese ed è stato realizzato in tre anni di lavoro”. Una immagine mitica che simboleggia la flotta peschereccia più importante d’Italia, ma anche il dramma di un popolo che in quel mare ha perso tanti figli.

Davide e Pippo Contarino durante una mostra di scultura del ferro battuto all’estero

Quella immensa barca a vela in ferro battuto sembra davvero scivolare nelle acque africane, spinta dalle tante anime che hanno amato quel mare perché quel mare ha consentito loro di sfamare tante bocche, fin dalla notte dei tempi. La scelta di rappresentare l’identità di questa città è caduta su questi due artisti dell’oriente siciliano che hanno assorbito i segreti della Scuola di Acireale, una scuola che da almeno quattro secoli lascia rarissime testimonianze di sculture dappertutto. Le opere di Pippo Contarino e di suo figlio Davide sono conosciute in Arabia Saudita, in America, nel Vecchio Continente ed ovviamente in Italia, esposte nei musei, nelle chiese, sui lungomari, nelle strade.

Ma quella dedicata al pescatore ha qualcosa di magico. Una barca, una vela, e un gabbiano in cima. “Il gabbiano – spiega Pippo Contarino – ha le ali spiegate, come se volesse dare un segno di pace a tutti quei popoli che solcano il mare. Quelle acque, alcuni anni fa, furono benedette da Sua Santità, Giovanni Paolo II”.

Il sole è già tramontato, la barca si avvia verso l’orizzonte e lentamente verso l’eternità. Tutt’intorno un’atmosfera di pace e di speranza.

Luciano Mirone