Quando la Sicilia eccelle in qualcosa bisogna segnalarlo, forse un motivo c’è per cui in molte province siciliane il fenomeno dei contagi si sta contenendo. Ed io ho voluto rendere pubblica la mia esperienza sul come la Asp (Azienda sanitaria provinciale) del Trapanese sta affrontando l’emergenza COVID – 19.

Allego a seguire il mio vissuto: riguardo all’avanguardia dell’Asp in questione, voglio rendere pubblica la mia esperienza, volendo esprimere apprezzamento all’Azienda sanitaria di questo lembo di Sicilia, che sale alle cronache quasi sempre per avvenimenti non piacevoli o per essere sempre agli ultimi posti delle città italiane per qualità della vita.

Il plauso non va solo all’Asp territoriale, ma anche a quegli Enti regionali e comunali, i quali hanno approntato un sistema ben organizzato e preposte, ognuno per la loro parte, all’emergenza sanitaria in corso.

Questo scritto nasce da un mio commento inserito sullo sfogo sui Social di disapprovazione e di abbandono sanitario lamentato da un’amica lombarda, che deplorava lo stato di desolazione (almeno per quanto riguarda l’approccio sanitario/amministrativo), nel quale versano molti cittadini di quella parte d’Italia.

Le ho raccontato la mia personale esperienza e la constatazione della più che buona organizzazione mostrata dall’Asp dove risiedo. La vicenda nasce allorché è dovuto rientrare dall’estero (dopo varie peripezie ed una lunghissima trafila, ma questa è un’altra storia), di uno dei miei figli, fuori dai confini nazionali per un corso universitario.

Con il rientro in Italia del ragazzo, giustamente e responsabilmente, ci siamo dovuti mettere entrambi in quarantena, seguendo il protocollo impartito dalle Autorità nazionali, regionali e comunali.

Ci siamo registrati su un sito (SiciliaSiCura), ogni giorno dovevamo mandare almeno due aggiornamenti sul nostro stato di salute, mediante i nostri telefoni portatili, oltre ad esserci registrati sul sito della Regione e del nostro Comune, ciò, appunto per il rientro nella cittadina del ragazzo, e abbiamo mandato lo stato di messa in quarantena al servizio epidemiologico per l’informativa di rito.

Qualora non inviavamo lo stato di salute (sto bene, non sto tanto bene, ho tosse, ho febbre… e così via), subito ci inviavano un Sms o una mail per chiedere il motivo della mancata comunicazione.

Il Comune, inoltre, ci ha fatto avere un vademecum sul comportamento da tenere ed i sacchi della spazzatura per la raccolta particolareggiata dello smaltimento dei rifiuti. Personale con addosso tute di biocontenimento passava tre volte la settimana, avvisandoci preventivamente via telefono del proprio arrivo, addirittura bussava per sincerarsi che tutto proseguisse per il giusto verso.

Ritiravano i sacchi con i rifiuti sanificando il luogo della posa. La cosa che però ci ha favorevolmente sorpreso è stata un’altra: allo scadere dei 15 giorni, siamo stati contattati per effettuare il tampone.

Dopo neanche trentasei ore abbiamo avuto l’esito via email: il ragazzo fortunatamente è risultato negativo. Il mio referto ha tardato ad arrivare, ma solo un po’ (negativo anch’io).

Contattando telefonicamente il servizio dell’Asp che cura tale attività, interloquivo con il medico responsabile, persona molto competente e cortese, che prontamente mi tranquillizzava e mi dava appuntamento telefonico dopo un’ora per la risoluzione del caso.

Concludo esprimendo approvazione per l’organizzazione che si è data l’Asp di Trapani rispetto ad altri posti che non hanno saputo dare risposte adeguate alle aspettative della cittadinanza per quanto riguarda l’emergenza COVID – 19.

Per carità, i numeri fortunatamente per noi abitanti di questo pezzo di Sicilia non sono quelli di altre realtà, risultate molto più martoriate della nostra. Rinnovo il grande in bocca al lupo all’amica lombarda, esprimendo immensa solidarietà a quanti, in questi momenti tanto difficili, sono impegnati in prima linea ad alleviare le sofferenze di questa piaga che ha colpito l’intero pianeta.

Non posso chiudere questo scritto non manifestando un pensiero e la mia preoccupazione al resto dei componenti del mio nucleo Familiare sparsi per l’Italia, con due figli allocati proprio in quei territori del Nord Italia tanto afflitti in questi frangenti. A loro porgo il mio amorevole affetto.

Carmelo D’Ercole