“No al termovalorizzatore della Sicula Trasporti. No a tutti gli impianti inquinanti”. Con questo slogan il Comitato No discarica di Lentini e la Rete delle associazioni siciliane che si oppongono al termovalorizzatore in contrada Coda Volpe fra i comuni di Catania e Lentini (proposto dalla famiglia Leonardi, che, fra l’altro, gestisce la mega discarica ubicata in quel territorio) si  si sta mobilitando per indire una grossa manifestazione online che si svolgerà il prossimo 1 giugno alle 18. 

E a giudicare dalla mobilitazione che si sta preparando, si tratta di una cosa grossa in tutti i sensi. Intanto per l’investimento previsto, “100 milioni di Euro” (secondo le associazioni ambientaliste),  e poi per le distanze fra l’impianto progettato e certi “luoghi sensibili” che vengono così elencati: “A poco più di 700 metri dall’abitato della collina di Primo Sole, a 2 chilometri dall’abitato di Vaccarizzo, a un chilometro dal Sito di Interesse Comunitario (Sic) Foce del Fiume Simeto, dal lago Gornalunga e dalla Zona di Protezione Speciale (Azp) Biviere di Lentini e dall’area antistante la foce del Simeto”.

“Per costruire il suo termovalorizzatore – si legge nel documento delle organizzazioni che si oppongono alla struttura – , Leonardi della Sicula Trasporti dichiara di essere pronto ad investire 100 milioni di euro. Una scommessa rischiosa date le politiche di intensificazione e crescita della raccolta differenziata? Per niente”.

Perché? “Leonardi investe – proseguono i contestatori del progetto – sulla certezza che la raccolta differenziata in Sicilia rimanga al massimo ad una media del 30 per cento e che l’indifferenziata navighi sul 70 ed oltre. Se infatti le percentuali si ribaltassero sarebbe un investimento perso”.

Il Comitato No discarica e la Rete delle associazioni fanno una previsione: “Leonardi – scrivono – scommette che Regioni e Comuni non investiranno un euro per incrementare la raccolta differenziata, che nessuna politica seria, nessuna strategia amministrativa e culturale saranno predisposte affinché si raggiungano livelli di differenziazione dei rifiuti tali da rendere antieconomici inceneritori e allargamento di discariche, e soprattutto ringrazia la Regione che gli invia i rifiuti di 240 Comuni siciliani su 390”.

Ma cos’è la gassificazione? Che differenza c’è con l’incenerimento? “La gassificazione – affermano ancora le associazioni – è certamente una tecnologia più ‘evoluta’ rispetto all’incenerimento: ha una combustione lenta che comporta un basso consumo di aria rispetto all’incenerimento. Tuttavia comporta emissioni inquinanti”.

E nelle righe successive viene spiegato perché: “Nel punto di focolare, i gassificatori vanno oltre i mille gradi e i gas di sintesi che producono sono di tipo misto. All’interno del reattore si formano syngas a 1.200°C, a 1.000°C, a 800°C ed a 500°C. I gassificatori, quindi, producono e immettono nell’atmosfera fumi inquinanti, contenenti polveri costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, monossidi, idrocarburi policiclici, benzene, diossine estremamente pericolose perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi”.

“Le malattie che queste polveri possono indurre – seguitano i sodalizi – sono: tumori, problemi cardiovascolari, di respirazione, asma e altro”.

“Durante la gassificazione – si legge – , tar (si tratta della miscela di un’ampia gamma di idrocarburi condensabili), metalli pesanti, alogeni e composti alcalini vengono rilasciati nel gas e possono causare gravi problemi ambientali. Tutte le misure per l’abbattimento degli inquinanti non risolvono comunque l’impatto ambientale”.

Poi una stoccata all’attuale e ai passati governi regionali, nonché a quello nazionale: “Chi avesse la pazienza di leggere il Piano dei Rifiuti di Musumeci – si legge nel comunicato – capirebbe perché fu rigettato con ‘biasimo’ dal Ministero. Un grottesco copia incolla di ‘bozze’ mal scritte, spesso di senso oscuro o incompiuto, di incongruenza nei dati, insomma un pasticcio nel quale, comunque, vengono suggeriti l’incenerimento e la termovalorizzazione”.

“Buon gioco – attaccano le associazioni – perciò ebbero i funzionari ‘renziani’ del Ministro 5stelle Costa a riproporre gli inceneritori previsti dall’ex Governo Renzi e dall’ordinanza 7 giugno 2016 dell’ex presidente Crocetta”.

A parere degli oppositori al termovalorizzazione, “al di là delle dichiarazioni e delle promesse”, non si è “smesso di puntare sugli inceneritori. Un business fin troppo lucroso per affaristi locali e nazionali, irrinunciabile per chi vive nella cultura del profitto e non si cura di ambiente e salute delle comunità”.

Nella foto: la foce del fiume Simeto tra Catania e Lentini

Luciano Mirone