In questi giorni drammatici per il futuro del mondo e dell’Europa, un cittadino italiano – Roberto Cafarella – scrive al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedergli di farsi promotore di un’Europa diversa, l’Europa della pace, della solidarietà, della tutela dell’ambiente. Una richiesta sostenuta da una raccolta di firme che, chi vuole sostenere, può trovare sulla piattaforma change.org  

Caro Presidente Conte

Ti scrivo perché penso che la gente, i popoli in Italia e nel mondo sono stanchi e soffrono nel vedere un mondo che si trascina inesorabilmente verso una fine sempre più crudele fatta di fame, di morte, di guerra, fatta di distruzione dell’ambiente, fatta di avidità inutile e stupida.

Ti scrivo perché è giusto, è possibile chiedere, immaginare, volere un’Europa basata su un’economia solidale, su un modo di pensare che aiuta i popoli a crescere, a svilupparsi, a vivere in armonia con l’ambiente, nella loro diversità, ti scrivo perché è l’unica strada che possiamo percorrere.

E’ giusto, è possibile immaginare un’Europa che provi a risolvere i conflitti e le diversità che lacerano inutilmente queste terre e questi popoli, un’Europa che sia capace di trasformare i conflitti in occasioni di pace, le diversità geografiche, ambientali e culturali in occasione di benessere per tutti.

I popoli di queste terre, compresa la ricca Europa, stanno diventando sempre più stanchi ed impauriti, sempre più poveri e divisi, stanno rinascendo i Nazionalismi, le paure, gli odi verso il diverso, il nemico interno ed esterno.

 Una soluzione é facile se si cambia il modo di pensare.

E’ facile pensare ad una grande Europa, ad una grande area geopolitica che comprenda anche i popoli che si affacciano a sud ed a oriente del Mediterraneo, ad un’area che sia capace di cogliere le risorse e le occasioni di sviluppo in una logica non di rapina e di sopraffazione ma di scambio e crescita reciproca.

Siamo stati capaci di armare e dividere, di creare conflitti nei popoli vicini come Libia e Siria, nel vano tentativo di appropriarci di risorse e potere, in realtà abbiamo solo creato povertà, insicurezza ed instabilità, abbiamo creato divisioni ed odi all’interno della stessa comunità Europea, abbiamo creato flussi migratori che non riusciamo a governare, che ci impauriscono mentre in realtà dovrebbero solo farci vergognare.

E’ facile pensare che questi popoli possono invece essere coinvolti in un grande progetto di sviluppo, che le loro risorse come il petrolio ma anche il sole possano fornirci l’energia della quale abbiamo bisogno, ma anche, in una logica di scambio equilibrato e non di rapina, che le nostre tecnologie e le nostre industrie possono essere sviluppate anche da loro e creare lavoro, sviluppo, ricchezza reciproca, pensare che la loro come le nostre diversità sono solo un’occasione di crescita ed arricchimento culturale.

Caro Conte, non sono un economista e credo che neanche tu lo sia, non ti chiedo di “andare in Europa” per chiedere gli Eurobond piuttosto che il Coronabond, il Mes modificato o altro, questo è compito dei Ministri, degli economisti, ti chiedo di dire semplicemente ma chiaramente che l’Italia vuole un’Europa basata su un economia che sia solidale e che promuova lo sviluppo dell’uomo e dei popoli in armonia con l’ambiente.

Caro Presidente Conte, tutto questo ti scrivo perché penso che tu non sei un “politico di professione” né un venduto della casta, non sei un burocrate al soldo dell’oligarchia economico/finanziaria, sei un avvocato prestato alla politica ma sei anche un Uomo che è capace di conoscere e di comprendere, di valutare e di esprimere liberamente il proprio pensiero, perché sei un Uomo che, pur non avendolo voluto, si è trovato “solo al comando” in una nazione frastornata e confusa per la grave epidemia che l’ha investita con particolare violenza, una nazione che ti ha seguito, che si è impegnata e che ha saputo grazie allo spirito di solidarietà affrontare unita questa grave situazione.

Caro Presidente Conte io penso che tutto questo tu lo devi a te stesso ma anche ai tuoi e nostri figli, lo devi all’Italia, lo devi all’Europa e all’idea di solidarietà pace e sviluppo dei popoli per la quale è nata.

Grazie, un cittadino Europeo.   

Roberto Cafarella