Ancora nessuna risposta! Malgrado un videomessaggio e l’attenzione di alcuni media sul caso. Si sentono soli e abbandonati Magda e Daniele, i genitori della piccola G. di Zafferana, vicino Catania, nata con un solo rene l’11 febbraio del 2019. Lo scorso 5 novembre – dopo il verdetto negativo espresso dalla Commissione Medica dell’ASP di Acireale in merito alla richiesta di invalidità avanzata dai genitori – , l’Inps ha riconvocato la bambina a Catania presso gli Uffici di Viale XX Settembre per sottoporla a nuova visita e rivalutare il caso.

Della vicenda ci siamo occupati anche noi alcuni mesi fa, per dare voce ai genitori della piccola, disposti ad andare avanti fino in fondo per tutelare i diritti della loro figlia. La riconvocazione di G. a nuova visita a  Catania è arrivata, infatti, anche grazie ai riflettori che si sono accesi sul caso, a seguito della battaglia mediatica iniziata dai caparbi genitori che non si sono piegati al primo giudizio della Commissione Medica per la valutazione dell’Invalidità.

Per i medici dell’Asp di Acireale la bambina nata con un solo rene è portatrice di handicap sì, ma non in condizione di gravità. In altri termini, per loro, la piccola G. non sarebbe invalida, per cui non avrebbe diritto ad alcun sostegno economico.

Da quel 5 novembre sono trascorsi 120 giorni, e ancora nessun cenno: “Dall’Inps avrebbero dovuto rispondere entro 60 giorni, ma ne sono passati il doppio ed ancora tutto tace”, spiega papà Daniele.

Nel frattempo la famiglia ha incaricato un legale di fiducia per sbloccare la vicenda: “Il nostro avvocato ha mandato una Pec (posta elettronica certificata) all’Inps per sollecitare l’invio di una risposta. Ma da Catania hanno detto che la pratica di nostra figlia è stata inviata alla sede centrale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale di Roma. Sarà l’Inps a rispondere”.

In attesa che arrivi questa agognata risposta, papà Daniele ha lanciato un videomessaggio sui social sperando di poter ottenere aiuto da qualcuno per la soluzione del caso.

“Non dimentichiamo –spiega – che mia figlia, che ha da poco compiuto un anno è, comunque, una bambina a cui manca un rene e ciò comporta una serie di conseguenze non irrilevanti. Deve seguire una dieta ferrea con alimenti selezionati e freschi e bere un’acqua molto costosa a basso residuo fisso”.

Daniele, che annuncia che non si fermerà e porterà avanti la battaglia per il riconoscimento dei diritti della figlia, denuncia la presenza a Zafferana di altri quattro casi di bambini nati senza rene o con patologie renali nello stesso periodo della figlia: “Non sappiamo quale sia la causa di queste malformazioni. Mi pongo tanti interrogativi. Quanto sta accadendo a Zafferana con così grande frequenza è per colpa dell’Etna o la causa è costituita dalle tante antenne di telefonia mobile dislocate nel paese? Chiedo una risposta alle mie domande, magari con un coinvolgimento dell’ARPA (Agenza regionale per la protezione ambientale). Il problema è anche un altro: gli altri genitori non vengono allo scoperto e non combattono per il riconoscimento dei diritti dei loro figli. Li ho contattati, ma forse hanno paura di farlo. Non so il perché. Io e mia moglie siamo soli nel combattere questa battaglia. Pazienza, andiamo avanti lo stesso. E’ una battaglia per la salute dei bambini, non solo di mia figlia. Chiedo aiuto. Aiutateci a fare luce sulle cause di queste malformazioni congenite. E’ una battaglia che per noi continua  e continuerà sempre!”.

La mamma Magda esprime parole di amarezza: “Mia figlia è una bambina invalida e i medici fanno finta di non capirlo. La nostra è una battaglia non solo per la piccola G., ma anche per tutti gli altri bambini che hanno gli stessi problemi. Non ci arrenderemo, andremo avanti fino in fondo. I medici hanno affermato che una bambina nata con un solo rene sta bene. Come si fa a dire questo? Ciò dimostra l’assoluta mancanza di considerazione verso ogni singolo caso in nome di alcune tabelle generali che con superficialità risolvono la casistica. Questo modo di operare mi ha profondamente ferito come mamma”.          

Rosalba Mazza