Il governo siciliano cade sotto i colpi del voto segreto all’Ars, e la riforma dei rifiuti rischia il naufragio. L’aula ha bocciato l’articolo 1, l’architrave del disegno di legge e l’opposizione anche su altre norme è riuscita a far passare emendamenti. Un pomeriggio “nero” per la maggioranza, ancora una volta sfilacciata. Il voto ha mandato su tutte le furie il governatore Nello Musumeci.
“Mi auguro che migliaia di siciliani guardino questa seduta in diretta perché è giusto che la Sicilia sappia cosa sta accadendo – ha tuonato – In commissione si è lavorato per 29 sedute. Ieri abbiamo concordato un calendario, ci siamo accordati per un confronto informale. Il presidente Miccicchè, impossibilitato a essere presente, ha chiamato i capogruppo di Pd e M5s perché non ci fossero voti segreti”. Poi in una nota, Musumeci ha aggiunto: “La legge sui rifiuti che deve mettere ordine e contrastare la criminalità organizzata non si può fare con un Parlamento che si nasconde dietro il voto segreto. Chi è che non ha il coraggio di metterci la faccia insieme al nome e cognome? Chi vuole nascondersi dietro uno strumento di viltà? Dopo un anno dalla presentazione del disegno di legge sulla riforma da parte del governo e ventinove sedute di Commissione, una parte dell’Assemblea regionale ha deciso di bloccare tutto. Qualcuno, fuori dal Palazzo, brinda e ringrazia”.

Nella foto: il governatore della Sicilia, Nello Musumeci

Ansa