“Ero convinto che Feltri l’avessero buttato fuori da tempo dall’Ordine dei giornalisti, ma – ho verificato – invece no. Però hanno buttato fuori me, ‘giustamente’. E ci sta, ché non ho fatto i ridicoli punti-tesserino annuali (lo dispone la legge) e l’ultima quota associativa l’ho pagata nel 2015. Ci sta. D’altronde, ho sempre detto che ‘giornalista è chi giornalista fa’. E io non lo fo da svariati anni”.

Questo incredibile post su facebook lo scrive uno dei migliori giornalisti italiani, Sebastiano Gulisano, cacciato dall’Odg non per avere scritto delle cose false o per essere amico dei mafiosi, ma per non aver versato per quattro anni quelle cento e rotte euro obbligatorie per chi vuole continuare a far parte dell’Ordine. In caso contrario è fuori. Può continuare a scrivere divinamente, ma per l’Ordine non è riconosciuto come giornalista.

In compenso – come scrive il buon Sebastiano – abbiamo Feltri, ma non solo lui. C’è Belpietro, c’è Ferrara, c’è Liguori, c’è Giuseppe Sottile, c’è addirittura Mario Ciancio (e ci fermiamo qui per carità di patria), gente che di Informazione con la I maiuscola se ne intende: grazie a loro intere generazioni sono cresciute con un concetto di democrazia, di antimafia e di coerenza di livello eccelso.

Se oggi il nostro Paese è così avanti sui valori, lo dobbiamo a questi cronisti con la schiena dritta che ogni giorno – sfidando la mafia e i poteri occulti – hanno messo al primo posto, sempre e comunque, l’informazione. E quindi – giustamente – loro devono stare dentro all’Ordine.

Sebastiano Gulisano no! Lui che all’indomani del delitto Fava andò a fare la resistenza nei Siciliani e ad Avvenimenti scrivendo inchieste meravigliose sulla mafia, sulla P2, sui cavalieri di Catania, sui politici, sulla corruzione, viene cacciato dall’Ordine dei giornalisti perché non ha pagato la quota. Azz!

Egregi Signori dell’Odg, ci rendiamo conto? Perché secondo voi Sebastiano non ha versato i cento e rotti euro che dovrebbe versare annualmente? Per capriccio, per sfida, per cosa? Ve lo diciamo noi, se ancora non lo avete capito: perché in giro ci sono giornalisti valorosi come Sebastiano che per non entrare in certi contesti fanno la fame.

Dopo la morte di Fava, Sebastiano si sarebbe potuto “sistemare”: con il suo talento e l’amicizia giusta, il posto lo avrebbe certamente ottenuto. Invece no. Ha fatto una scelta e questa scelta, con coerenza, la sta portando avanti fino in fondo, senza pianti, senza lamentazioni, solo con quel filo di ironia che si coglie in quel post.

Un’ultima cosa, anzi due. Secondo voi, Egregi Signori dell’Odg, perché in Italia si vendono sempre meno giornali? Per internet? Noooo. Succede perché il “sistema” mette da parte cronisti eccezionali come lui e ingloba gente che sa discettare di Pil, spread, Nasdaq, ma non sa nulla sui retroscena della strage di Capaci o sui depistaggi di via D’Amelio o sugli affari di un uomo politico.

Crediamo che Sebastiano debba avere il giusto riconoscimento per quello che ha fatto nella sua vita e nella sua onesta carriera di professionista. Non tocca a noi dire quale. Tocca a Voi dirlo, Egregi Signori dell’Ordine.

Nella foto: Sebastiano Gulisano

Luciano Mirone