Il 9 aprile prossimo, l’Orchestra giovanile “Falcone Borsellino” di Catania avrebbe dovuto suonare a Limbadi (Vibo Valentia), a distanza di un anno dal brutale omicidio con un’autobomba del giovane Matteo Vinci, in cui è rimasto ferito, ma per puro miracolo vivo, anche il padre Francesco, e per cui sono stati arrestati alcuni esponenti dal clan Mancuso.

L’autobomba contro Matteo Vinci

 

Il luogo prescelto per ricordare Matteo era la Chiesa Madre di Limbadi, il cui parroco (che detiene la rettoria delle altre due chiese del paese) don Ottavio Scrugli, oggi ha fatto sapere ai referenti della “Città invisibile” (ente che ha creato e gestisce l’Orchestra “Falcone Borsellino”) che si rifiuta di accogliere il concerto dei bambini dell’Orchestra per questa occasione. Il motivo addotto è stato che “la chiesa – a suo dire – è un luogo di culto e non si presta ad altre manifestazioni”. In modo garbato, i responsabili della Fondazione “La città invisibile” hanno tentato di rassicurare il parroco, facendo presente che l’orchestra avrebbe suonato un repertorio classico del tutto rispettoso del luogo (Vivaldi, Bach, Corelli, tutti autori di musica sacra cristiana) e che i bambini sono sempre stati ammessi in tutte le chiese cattoliche, hanno suonato per papa Francesco in piazza San Pietro, dentro la Basilica di San Francesco ad Assisi, nel Duomo di Monreale, di Acireale, nella Cappella Palatina di Palermo, nelle basiliche delle benedettine e dell’arcidiocesi di Catania.

Ma, nonostante queste rassicurazioni, il “Don” ha ribadito il proprio rifiuto. A questo punto i rappresentanti de ”La città invisibile”  hanno ricordato l’esempio di don Puglisi e don Diana, l’importanza di seguire da parte dei prelati le direttive di papa Francesco, che ha condannato le mafie. Ma niente, il “Don”  è rimasto fermo nel suo diniego. Il colloquio si è concluso con la domanda posta dai membri della Fondazione a don Ottavio: lei sa che Matteo Vinci è stato ucciso dalla ‘Ndrangheta? In considerazione di ciò, da che parte sta? La risposta di don Ottavio è stata: io sono un pastore di anime, sto dalla parte della Chiesa.

La Falcone Borsellino con l ex procuratore di Catania, Giovanni Salvi, e la fondatrice Alfia Milazzo, presidente della Fondazione La città invisibile

Verrebbe da chiedersi, di quale Chiesa fa parte il parroco di Limbadi? E se fosse la Chiesa Cattolica, a che cosa servirebbe il culto di un Dio che è morto in croce per salvare l’umanità dai suoi peccati, se i peccati che una parte di questa umanità commette attraverso gli omicidi e i traffici di droga e armi perpetrati da clan violenti come quello dei Mancuso, non vengono rigettati con azioni chiare e concrete da parte dei sacerdoti del territorio, area in cui la ‘ndrina imperversa? Siamo certi che a Limbadi sono arrivate forti e chiare le parole di scomunica pronunciate da papa Francesco nel 2014: “Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati”? O forse non è cristiano che un gruppo di bambini indifesi, che hanno scelto di stare dalla parte del bene in cui li ha indirizzati Cristo, corazzati della sola arma che è la musica,  siano ammessi tra le mura di una chiesa? Non è cristiano che questa chiesa, l’unica presente nel paese, PUR di non apparire silente complice di scomunicati senza Dio, si mostri turbata e fieramente vittima anch’essa, accanto alle vittime come Matteo Vinci, persona onesta, integerrima e libera?

Tanto più che i genitori di Matteo,  Francesco e Sara, sono ancora in pericolo. Il fermo in carcere di 6 persone del clan e di una ai domiciliari, non ha escluso la pericolosità a cui si trova esposta la famiglia. Tanto che i Vinci sono scortati dai carabinieri quando si recano nel terreno agricolo che per 25 anni hanno difeso strenuamente, da soli e inascoltati, dai tentativi del clan di appropriarsene. Oltre a questo bisogna ricordare che i Vinci, che prima dell’attentato del 9 aprile dell’anno scorso, avevano subito altre due aggressioni fisiche, una delle quali stranamente conclusasi con il loro arresto per rissa, pur essendo rimasti feriti solo essi, mentre i membri del clan erano rimasti in libertà. Tuttavia, Matteo, pur non essendo presente al momento dell’aggressione, fu comunque arrestato, e oggi, si dà il caso assurdo di un processo per rissa in corso allo stesso Matteo, oltre che ai suoi genitori.

Un momento successivo all’attentato in cui lo scorso anno fu vittima Matteo Vinci con un’autobomba

A questo punto “La città invisibile” lancia un appello alle Istituzioni, perché a Limbadi non solo facciano sentire la voce altisonante dello Stato per l’affermazione dei valori della Legalità e della Giustizia, in un territorio in cui predomina la malavita e l’omertà, come dimostra il fatto che il Comune è stato l’anno scorso commissariato per infiltrazioni mafiose. Ma che i ministri si rechino di persona nel giorno della commemorazione, per rappresentare il volto concreto di una civiltà onesta.

“La città invisibile” si rivolge anche al vescovo di Vibo Valentia e allo stesso papa Francesco perché intervengano personalmente a rimuovere gli ostacoli che impedirebbero al parroco di ricevere una manifestazione per Matteo Vinci e soprattutto, per affermare una ferma condanna della ‘ndrangheta e stare vicina alle vittime del territorio. Perché Cristo non si è fermato fuori di Limbadi.

I bambini dell’Orchestra comunque saranno presenti, suoneranno le loro potenti armi, che sono gli strumenti musicali. Faranno sentire ovunque a Limbadi il suono delle trombe e dei violini della giustizia.

Fondazione La Città Invisibile

P.s.: in serata riceviamo la notizia che il commissario prefettizio di Limbadi ha autorizzato la manifestazione in ricordo di Matteo Vinci nell’Aula consiliare del Comune