“Costruire un secondo porto turistico in un’isoletta come Salina causerà una devastazione di  proporzioni enormi. Il sindaco Riccardo Gullo dice di avere le carte a posto, nel senso che pure la Regione, recentemente, ha approvato il progetto. Mi chiedo cosa ha approvato, se il Piano paesistico delle Isole Eolie vieta la realizzazione di mega opere come queste. E mi chiedo qual è la posizione della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina”.

La spiaggia di Rinella, frazione di Leni, nell’isola di Salina

È durissimo Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia sul progetto del secondo porto turistico da realizzare nell’isola di Salina, alle Eolie. Non solo con le parole, ma nei toni parecchio concitati. Questo porto turistico per 200 barche, che comporterà una spesa di 60 milioni di Euro, a suo dire, avrà conseguenze negative sull’intera isola: sulla spiaggia, sulla costa, sulla prateria di posidonia, sulla considerazione dell’Unesco, che definisce Salina – come le altre isole delle Eolie – patrimonio dell’umanità. “Il fatto inquietante – dice Zanna – è che l’Unesco non sa assolutamente nulla di questo progetto”.

Insomma, un pasticcio. A maggior ragione se si considera che un’isoletta come Salina – 2mila 300 abitanti distribuiti su una superficie di 26 chilometri quadrati –  invece di essere governata da una sola Amministrazione, è ripartita in tre Comuni (Santa Marina Salina, Malfa e Leni), con tre sindaci, tre giunte, tre Consigli comunali diversi. A Leni – appena 600 anime – il sindaco Riccardo Gullo, lo stesso che una ventina di anni fa, da primo cittadino di Santa Marina Salina, realizzò il porto, prevede la costruzione di una mega opera come quella. “Come si fa a realizzare un altro porto in un luogo che dista appena quattro miglia nautiche (dieci minuti di barca) dalla struttura principale, che per gran parte dell’anno è vuota?”, dice il presidente di Legambiente Sicilia.

Sulla vicenda il deputato nazionale di Leu, Rossella Muroni, ha presentato un’interrogazione ai Ministri per i Beni e le attività culturali e dell’Ambiente. Stessa cosa hanno fatto i parlamentari del M5S presenti all’Assemblea regionale siciliana.
“Ancor prima di parlare di autorizzazioni, di progetti, di Patrimonio Unesco, della prateria di posidonia, poniamo una questione di buon senso, di razionalità, di intelligenza. È gravissimo che l’Unesco non sappia niente, come ha dichiarato il prof. Angelini, direttore della Fondazione Unesco. Ha senso spendere 60 milioni di Euro per realizzare un altro porto turistico per 200 barche in un’isoletta meravigliosa, quando il porto di Santa Marina è pieno forse (e sottolineo forse) solo ad agosto?”

Perché la Regione Sicilia – che ha approvato il progetto – non si è posta le stesse domande che pone lei?

“Perché purtroppo alla Regione si fa un ragionamento ormai anacronistico sul fatto che il futuro passa dalle opere faraoniche inutili, e non dalla cultura, dalla tutela del patrimonio naturalistico, dalle bellezze del mare e dei territori. E mi dispiace che lo stesso ragionamento lo faccia il sindaco di Leni, ex militante del vecchio partito comunista, che, a rigor di logica, dovrebbe avere una spiccata sensibilità ambientale. Ricordo quando una ventina di anni fa si pose il problema di fare il porto turistico di Santa Marina Salina. E sapete chi era il sindaco?”.

Il porto costruito una ventina di anni fa a Santa Marina Salina

Chi?

“Sempre Riccardo Gullo, l’attuale sindaco di Leni, che adesso propone quest’opera surreale . E quando, giustamente, allora pose un problema non solo legato al fabbisogno turistico, ma anche alla sicurezza dei pescatori, all’attracco sicuro, soprattutto nei periodi invernali, tutti abbiamo contribuito a definire quel progetto. Anche noi di Legambiente (che lui coinvolse) ci sedemmo attorno a un tavolo con gli altri soggetti istituzionali per realizzare una struttura condivisa per una necessità legittima. E ora lo stesso sindaco che si è spostato a Leni ripropone un’opera identica? Per fortuna il suo mandato sta finendo, e mi auguro sinceramente che Riccardo Gullo non si candidi come sindaco nel terzo Comune di Salina, Malfa, perché sennò ci ritroveremmo il terzo porto”.

Legambiente ha provato a dialogare col sindaco di Leni?

“Certo. Questo progetto lo abbiamo intercettato nello scorso agosto e sinceramente speravo che l’iter si fermasse, che qualcuno aprisse gli occhi, invece purtroppo è andato avanti perfino con l’approvazione della Regione, anche se ancora non si capisce bene quale ufficio ha autorizzato questa scelleratezza”.

Lei conosce Riccardo Gullo?

“Lo conosco da trent’anni, da quando era sindaco di Santa Marina Salina ed ha fatto delle significative battaglie per le isole minori anche quando era direttore del bellissimo museo di Lipari. Posso giustificare questa idea con delle smanie di protagonismo, ma a me pare una pura follia”.

Quali possono essere le conseguenze?

“Devastanti. Ho guardato il progetto e non ha un senso. Vogliono costruire una infrastruttura per duecento barche. Da anni, nello stesso posto, c’è un molo, che è alternativo al porto di Santa Marina. In quel molo attracca l’aliscafo e credo, ogni tanto, la nave. Ebbene: il molo, nel progetto, neanche  viene considerato perché stanno facendo tutto ex novo. Possibile che non si faccia tesoro delle esperienze maturate in questi decenni?”.

La rada di Leni dove è prevista la costruzione del secondo porto turistico di Salina (foto Bcsicilia)

Che tipo di esperienze?

“Questo progetto prevede un braccio e una barriera frangiflutti che si allungano sul mare. Conosciamo (in quanto è scientificamente provato) le conseguenze che queste opere hanno sulla costa, sulla spiaggia, sulle correnti. La prateria di posidonia (la più importante delle Isole Eolie) scomparirà”.

Possibile che l’Unesco non sia stato informato di questo progetto?

“Sembra incredibile, ma è vero. Con un’opera così devastante, le Eolie saranno certamente scritte nella black list dell’Unesco e saranno escluse come Patrimonio dell’umanità. Noi dobbiamo valorizzare questi luoghi, non distruggerli”.

Cosa farà Legambiente?

“Di tutto per evitare questo orrore. Abbiamo sollecitato le interrogazioni al presidente della Regione e al ministro per i Beni culturali. Ci siamo rivolti all’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa. Abbiamo una lettera aperta in cui c’è scritto cosa prevede il Piano paesistico delle Eolie. Sono curioso di conoscere il parere della Sovrintendenza ai Beni culturali di Messina. Sì, perché vedete, il sindaco Gullo dice di avere tutte le carte a posto, tutti i pareri, anche se in passato ci sono stati tantissimi scempi che hanno avuto tutti i pareri. Ma al di là delle carte, che dobbiamo comunque approfondire, significa che è possibile fare degli orrori di questo genere? In ogni caso, il Piano paesistico delle Eolie è chiarissimo”.

Possibile che la Sovrintendenza abbia espresso parere positivo?

“Non so come si possa esprimere un parere positivo su un’opera di queste dimensioni, che il Piano paesistico vieta. Non è una messa in sicurezza di una struttura già esistente. È un porto turistico a tutti gli effetti, per giunta costruito dal nulla”.

C’è una corrente di pensiero diversa dalla sua, secondo cui questo sia un modo per fare sviluppare il territorio.

“Non è così. Non lo è soprattutto in situazioni particolari come le Isole Eolie, che hanno un eco sistema molto delicato”.

Quando lei ha chiamato il sindaco per chiedergli conto di questo progetto, cosa le ha risposto?

“Siccome i sindaci, quando ci sono progetti del genere, sono obbligati per legge a consultare gli enti interessati, ho scoperto che aveva mandato l’invito per Legambiente, ma tramite posta ordinaria, all’indirizzo che risale a quindici anni fa. Come se nel 2018-2019 non ci fosse la posta elettronica. E poi tu, Gullo, che mi conosci personalmente, non alzi il telefono per dirmi che hai intenzione di fare il porto a Leni e confrontarti con noi? Eppure quando era sindaco di Santa Marina Salina lo ha fatto. Ora ha cambiato metodo. Malgrado questo è andato avanti sottobanco alla Regione e si è fatto approvare il progetto. E capisco che la Regione non vedeva l’ora di approvarlo, anche perché mi rendo conto che ci sono interessi colossali a muovere le cose”.

Luciano Mirone