Un porto inutile e dannoso con pericolose ricadute per il delicato ecosistema dell’isola di Salina, alle Eolie, che verrebbe irrimediabilmente compromesso. Per questo l’associazione Bcsicilia lancia un appello alla Regione Sicilia (che ha approvato il progetto) di fermare questo “scempio annunciato”.  

Questa la posizione del sodalizio (che opera nel settore dei beni culturali e ambientali) in merito ad una delle mega opere previste dalla Regione. “La Commissione regionale dei Lavori Pubblici – denuncia l’associazione – ha approvato il progetto per l’ampliamento del secondo porto turistico dell’isola di Salina, nella baia di Rinella in territorio del Comune di Leni”. L’Importo dei lavori – si legge nel comunicato stampa – è di 63 milioni 230 mila euro.

Ma secondo Bcsicilia si tratta di “un’opera sproporzionata per la piccola isola già dotata di un altro approdo sicuro, ben riparato dai venti dominanti e abbastanza grande da essere sovra dimensionato per le esigenze del diporto estivo”.

“Una inutile duplicazione – seguita la nota – , con un danno ambientale incalcolabile: migliaia di metri cubi di cemento con la distruzione di un tratto di costa tra i più belli al mondo, che resterebbe inutilizzato per 10 mesi l’anno”.

“Ci chiediamo che ne sarà della spiaggia di Rinella, quasi unico esempio di spiaggia di sabbia nera delle Isole Eolie, e delle sue antichissime grotte e della posidonia oceanica presente nei fondali, una delle più importanti praterie dell’arcipelago”.

Per l’associazione BCsicilia si tratta “un’opera inutile e dannosa”, che sbandierando un “presunto sviluppo, prevede la distruzione di un tratto di costa dalla bellezza straordinaria, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità”.

L’associazione “sollecita inoltre l’intervento delle Istituzioni preposte per fermare lo scempio e salvare un patrimonio ambientale eccezionale che rischia di scomparire per sempre”.

Nella foto: la rada di Rinella nell’isola di Salina alle Eolie. L’area dove è prevista la costruzione del nuovo porto

Luciano Mirone