Agenti della Digos si sono presentati questa mattina all’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, dopo quanto affermato dal sindaco Leoluca Orlando sulla sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza e le direttive impartite al capo area Maurizio Pedicone. “Hanno chiesto – dicono gli impiegati – cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo”.
“Molti sindaci che contestano il Decreto Sicurezza – ha detto oggi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – non lo hanno letto perché vengono garantiti il diritto alla salute, il diritto allo studio a tutti, i bambini non si toccano e non possono essere espulsi. Semplicemente non si regalano altri diritti ai furbetti come veniva fatto fino a ieri. Ma poi – ha aggiunto – sono dieci sindaci. In Italia ci sono ottomila sindaci, quindi andiamo a parlare degli altri 7.990. C’è qualche sindaco incapace – ha aggiunto il ministro – che siccome non sa gestire Palermo, Napoli, Firenze e altre città, si inventa polemiche che non esistono. Immigrati regolari e perbene, i profughi veri, avranno più tutele con questo decreto; i furbetti e i finti profughi, spacciatori e stupratori, tornano a casa loro. Io vado avanti, sono convinto di fare gli interessi degli italiani, degli immigrati regolari perbene e dei profughi veri”.

La folla riunita oggi attorno al sindaco di Palermo contro il decreto sicurezza
“Avere una accoglienza così dopo sette mesi di Governo, in un momento comunque complicato, è motivo di orgoglio. Per me la polemica non esiste, c’è una legge dello Stato, firmata dal presidente della Repubblica, applicata dal 99% dei sindaci”. Lo ha detto a Chieti il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito alla legge sulla sicurezza nel corso della passeggiata al mercato cittadino di Chieti sotto una fitta nevicata.
E il vicepremier Luigi Di Maio rincara: “Ci sono sindaci che ragionano “se aprire o chiudere i porti. Vorrei ricordare che non hanno nessuna autorità per legge e quindi questo dimostra che tutte queste dichiarazioni fanno parte di una grande occasione per fare un po’ di campagna elettorale e chiedere un po’ di voti ai cittadini. Nessun Governo – ha proseguito – dirà mai ad un sindaco di disobbedire ad una legge dello Stato. Come Governo non lo diremo perché l’abbiamo sostenuta e la portiamo avanti: se c’é qualche membro della maggioranza che si sente a disagio si deve ricordare che ne é membro e che questo dl l’ha votato, che il governo lo sta applicando, che lo sosteniamo. La protesta dei sindaci è una boutade politica. Se ci saranno dei ricorsi che in via incidentale andranno alla Corte Costituzionale e sarà la Corte a giudicarli”.
Quanto all’ipotetico braccio di ferro tra Salvini e Conte per le protesta di alcuni sindaci contro il Dl Sicurezza, Di Maio ha detto di non avere “notizie di qualche membro del Governo che si stia opponendo ad un incontro tra l’Anci e il presidente del Consiglio. Anche perché ricordiamo che l’Anci ha al suo interno comuni a favore del decreto sicurezza, tra cui anche i nostri sindaci che lo applicheranno e alcuni che invece non vogliono applicarlo”.
Ansa
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