Cimiteri efficienti o business del Duemila? Cosa vuol dire dare in gestione i servizi cimiteriali a una ditta privata in sostituzione dei Comuni? Sono le domande che molti cittadini italiani si pongono, data la tendenza di diverse Amministrazioni municipali di affidare alle imprese private la manutenzione dei camposanti.

A Belpasso (Catania), secondo quanto risulta (non certamente dalle fonti ufficiali, che non ritengono di informare i cittadini), l’Amministrazione sta portando avanti un mega progetto non solo per privatizzare l’antico cimitero, ma per costruirne uno nuovo con partner privati.

Su questo argomento, L’Informazione vuol vederci chiaro, iniziando oggi un’inchiesta a puntate per cercare di dare delle risposte alle domande poste all’inizio.

La prima puntata è incentrata sulla battaglia che fino a due anni fa l’ex consigliere comunale di Montagnana (Padova), Alessandro Uguccioni (appartenente a una lista civica di minoranza) ha portato avanti per evitare che i quattro cimiteri del suo paese (composto da diverse frazioni) venissero dati in mano ai privati. Una battaglia persa in modo rocambolesco, di cui l’ex consigliere Uguccioni ci dà la sua testimonianza.

Uguccioni, che è successo a Montagnana? 

“Nel 2016, ultimo anno in cui sono stato in Consiglio comunale, l’Amministrazione ha pensato di fare una finanza di progetto (financing project) per la gestione trentennale dei quattro cimiteri del paese. Da quel momento, tutti i servizi cimiteriali sono gestiti da una ditta”.

Cosa avete contestato?

“La finanza di progetto nasce per operazioni che abbiano un rischio di impresa. Faccio un esempio: se costruisco un palazzetto dello sport, la gestione la do in appalto a terzi, ma chiaramente per il privato c’è un rischio di impresa. In un’attività cimiteriale, il rischio di impresa non c’è, dato che si tratta di un mercato eternamente in attivo. Con questo non voglio dire che una ditta non debba guadagnarci, solo che un’operazione del genere non è in sintonia con la finanza di progetto. Ovviamente il problema non è solo questo”.

Ci dica.

“Da un punto di vista etico non troviamo assolutamente corretto che un servizio come quello della cura dei cimiteri, quindi dei nostri cari, possa essere dato in gestione a dei privati che, legittimamente, pensano solamente al lucro, gravando l’utenza di costi elevati”.

Che è successo a Montagnana?

“Il gruppo di minoranza si è opposto con forza, ha tentato fino all’ultimo di evitare questa delibera in Consiglio comunale. Sono state coinvolte anche le parrocchie, ma alla fine con una votazione conclusasi in pareggio (nel frattempo la maggioranza era andata in frantumi sull’argomento) hanno dato in appalto la gestione del cimitero”.

Come mai un atto così importante viene approvato nell’ultimo scorcio di legislatura?

“E’ stato fatto tutto negli ultimi mesi. Il Consiglio comunale che ha approvato definitivamente la delibera si è riunito nel febbraio-marzo 2016, mentre si andati ad elezioni a giugno. Quello che ci ha colpiti è stata la fretta di chiudere la vicenda”.

Lei parla di nuovo business. Perché?

“Negli ultimi periodi altri comuni della provincia di Padova e di Rovigo hanno portato avanti lo stesso progetto, per giunta con la stessa ditta. E’ un business perché, come detto, l’impresa non corre rischi e guadagna sempre, distorcendo il concetto di finanza di progetto”.

Nel vostro comune ci sono differenze di costi fra la gestione pubblica e quella privata?

“Altro che! Dai conti che abbiamo fatto, risulta che i costi per il cittadino si sono triplicati. Ma il fatto più importante è che si è fatto passare il messaggio, secondo il quale con la gestione dei privati i cimiteri avrebbero avuto una manutenzione ordinaria e straordinaria più efficiente rispetto a prima. Cosa che per adesso, almeno da noi, non si è assolutamente verificata”.

Cioè?

“Non si sta vedendo né la manutenzione ordinaria né quella straordinaria. Nel progetto era prevista la previsione di nuove cappelle e di nuovi loculi. Oggi i cimiteri del nostro paese sono ridotti peggio di prima. In compenso i costi sono lievitati”.

A quanto ammonta l’importo dell’appalto?

“A circa diciassette milioni di Euro per trent’anni, con un utile che va dai tre ai cinque milioni”.

Quali sono le motivazioni addotte a favore di un progetto del genere?

“Il fatto che la manutenzione viene fatta in maniera più efficiente. Si diceva che il cimitero dovesse diventare un gioiello, dato che il privato ha più possibilità economiche, mentre i fondi pubblici scarseggiano”.

E però, secondo quanto dice lei, questo non si sta verificando.

“I costi esorbitanti non possono gravare sui cittadini più bisognosi. Se passa un principio del genere, diamo tutto ai privati e chiudiamo i comuni”.

Il cimitero di Montagnana, quando era gestito dal Comune, era in così cattive condizioni?

“Diciamo che il servizio cimiteriale non eccelleva. Su questo bisogna essere sinceri. Ma una oculata ed attenta gestione da parte dell’ente pubblico si sarebbe potuta tranquillamente fare, migliorando notevolmente quello che fino ad allora non era stato fatto. Il rimedio è stato peggiore del male: un discorso è avere a che fare con un’Amministrazione comunale, un altro con un privato che spesso ti liquida in maniera secca, senza un minimo di comprensione per chi non può permettersi certe spese. E questo, quando di mezzo ci sono i nostri cari, non è ammissibile”.

Luciano Mirone

1^ puntata. Continua