È guerra aperta tra l’Associazione regionale apicoltori siciliani e la sezione di Confagricoltura di Catania. Pomo della discordia: l’uso di diserbanti e pesticidi – con riferimento al Roundup – che, secondo l’associazione (e non solo), causa la morte di milioni di api, dei danni “devastanti” all’agricoltura e alla salute umana. Per questo, il prossimo 17 luglio gli iscritti all’associazione intendono protestare attraverso la semplice presenza a un incontro (via Zia Lisa 153) promosso da Confagricoltura con la Monsanto – colosso agroindustriale che produce il prodotto – “per poter informare del nostro punto di vista gli agricoltori. Con noi – si legge nel comunicato stampa – saranno presenti tante altre organizzazioni di produttori e cittadini che proveranno a raccontare altre ‘verità’ sulla forza irresistibile del glyfosate”, principio attivo del medicinale che – a parere dell’organizzazione – causa diversi effetti negativi.

Con una lettera aperta indirizzata al presidente catanese di Confagricoltura, l’associazione apicoltori siciliani, attraverso il suo massimo rappresentante Giovanni Caronia, esprime “stupore” e “allarme” in merito alla notizia che Confagricoltura Catania darà ospitalità alla Monsanto per una giornata di propaganda sulle ‘straordinarie capacità del Roundup”.

“Fermo restando – prosegue la nota – l’incontestabile diritto di ogni associazione di fare ciò che meglio crede nell’interesse dei propri associati, riteniamo tuttavia nostro diritto protestare contro le scelte di politica agricola che da tempo riteniamo fortemente lesive del nostro lavoro, di ciò che resta degli equilibri ambientali, e, in ultima analisi, anche degli stessi interessi del mondo agricolo che dite di rappresentare”.

“In questi anni – seguita la lettera aperta – si sono moltiplicate le ricerche di glyfosate negli alimenti e i risultati sono in generale quanto meno allarmanti”. Secondo il presidente siciliano dei produttori di miele, le ricerche svolte in alcuni punti della nostra Penisola e del mondo – compresi gli agrumeti – hanno accertato una buona concentrazione di glyfosate nel polline, compromettendo la commercializzazione soprattutto per i prodotti biologici che per legge possono contenere basse percentuali della sostanza.

“Come apicoltori – spiega il presidente Caronia – da tempo verifichiamo lo stato di sofferenza delle famiglie d’api. Sappiamo che le cause sono molteplici e tutte legate alle azioni umane. Crediamo agli studi che parlano del glyfosate come un interferente endocrino per le covate, come corresponsabile dell’abbattimento delle difese immunitarie, come sinergizzante nello sviluppo di alcune patologie, in particolare il nosema. Le ricadute sulla salute delle persone e sull’immagine dei prodotti dell’alveare causate dall’inquinamento da glyfosate possono essere devastanti”.

“Sono certo – si legge ancora nella nota – che Ella concordi con me che i costi e i vantaggi nell’uso di una sostanza non sono solo quelli che derivano nell’immediato al singolo individuo che ne fa uso, ma devono comprendere, per quanto nelle nostre conoscenze, anche i costi sociali e ambientali a medio e lungo termine che quell’uso produce. Questa impostazione insieme al principio di precauzione è quella che l’Europa ha scelto e cerca di mettere faticosamente in pratica. Noi, come Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, facciamo la nostra parte e in tutte le sedi, locali e internazionali sosteniamo la necessità e urgenza di mettere al bando il glyfosate”. Per questa ragione – conclude Caronia – ci saremmo aspettati uguale attenzione da parte di una organizzazione importante come Confagricoltura e, quantomeno, un approccio critico al problema”.

Luciano Mirone