Lino Chiechio, se i politici vi chiedono di organizzare il Festival del Cinema di Taormina insieme a Tiziana Rocca, lei cosa risponde?

“Lo scorso anno non solo ce l’hanno chiesto, ma ci hanno implorato. Abbiamo detto no”.

Perché?

“Perché ci piace allearci con chi rispetta le regole e con chi si comporta in modo leale. Quello che non riesco ad accettare è sapere che questi atteggiamenti vengano sponsorizzati”.

Il general manager di Videobank non le manda a dire. Nel suo quartier generale di Belpasso (Catania) – dove l’azienda leader nel mondo nel settore della comunicazione video ha la sede – si vivono giorni frenetici: l’azienda ha ottime possibilità di aggiudicarsi il bando per l’allestimento di una delle rassegne cinematografiche più prestigiose a livello nazionale e internazionale (è l’unica ditta ad aver presentato un’offerta al bando pubblico indetto dalla Fondazione Taormina Arte), ma un ricorso al Tar da parte di una associazione romana ha bloccato l’iter l’affidamento.

Lino Chiechio, general manager di Videobank. Sopra: un momento della manifestazione degli anni scorsi al teatro greco di Taormina, quando Videobank era tra gli sponsor

Chiechio, come sta vivendo questi momenti in cui pare di leggere lo stesso copione dello scorso anno, quando Videobank aveva vinto la gara, ma è stata esclusa dal Tar in seguito al ricorso dell’altra concorrente, l’associazione romana Agnus Dei dell’imprenditrice Tiziana Rocca che negli anni passati organizzava la rassegna per affidamento diretto?

“Meglio rispetto all’anno scorso. Allora c’ero rimasto molto male: avevo la convinzione che sarebbe stata una bellissima edizione. Era stato creato un progetto con le professionalità migliori che ci sono sul mercato: la presenza di Felice Laudadio come direttore artistico, i film e gli artisti (Al Pacino, Francis Ford Coppola e tanti altri) che avevamo scelto, il supporto tecnologico per i servizi che pensavamo di realizzare per coinvolgere tutte le città siciliane, tutto questo lasciava pensare che tutto potesse andare per il meglio”.

E invece?

“Invece ci sono state una serie di delusioni, a cominciare dalla certezza che diverse persone remavano contro”.

Chi?

“Sia la concorrente che non è stata ammessa (ma quella la posso capire), sia la molteplicità di persone delle istituzioni che andavano a suo favore: abbiamo scoperto e capito che sono state fatte carte false: ci sono state denunce in Procura, ma tutto questo non è bastato a dire che Agnus Dei aveva realizzato delle scorrettezze”.

Pesante quello che dice.

“Sono cose che do per certe, perché la Procura di Messina ha stabilito che c’è stato un falso, ovvero una turbativa. Ancora non ha stabilito chi l’ha realizzata, ma comunque il fatto c’è stato. Vedersi abbandonato dalle istituzioni, dal sindaco, dall’allora presidente della Regione (Rosario Crocetta, ndr.) non è stata certamente una bellissima cosa”.

Nella vicenda di oggi la politica che ruolo ha?

“Ritengo che abbia un ruolo predominante. Penso che il Festival dipenda quasi esclusivamente dalla politica”.

Lei ha cercato di interloquire con determinate persone? Ci riferiamo all’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo, con il quale Videobank ha avuto un ottimo dialogo per la risoluzione del contenzioso fra la stessa azienda (che aveva pignorato il marchio del Taormina Film Festival) e la Fondazione Taormina Arte, e ci riferiamo all’attuale governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che su tutta questa vicenda ancora non si è pronunciato.

“Rispetto allo scorso anno ho pensato che, essendo cambiati gli interlocutori, eravamo a un livello diverso. Abbiamo dato un segnale forte con quell’accordo (una rateizzazione del debito di 300mila Euro che vantavamo con Taormina Arte, in cambio della liberatoria del marchio pignorato, ndr.), che potevamo tranquillamente non fare. Vantavamo un credito certificato da una sentenza passata in giudicato sul quale non si poteva fare alcun appello. Siamo addivenuti a un compromesso, perché ci siamo voluti fidare della buona fede dell’assessore regionale, il quale si è impegnato personalmente a far rispettare l’impegno”.

Il sindaco di Taormina Eligio Giardina e l’imprenditrice Tiziana Rocca

Quindi avete partecipato al bando di quest’anno.

“Sapevamo che era difficile, ma ci siamo attenuti alle regole facendo un progetto su misura per questo tipo di edizione: chiaramente con la nostra idea di programmare bene l’anno successivo (il bando prevede che l’aggiudicatario possa avere un diritto di opzione per la prossima stagione, ndr) con un’edizione da presentare alla Bit di Milano. Questo era ciò che noi fino all’1 giugno abbiamo creduto di realizzare”.

Poi che è successo?

“Il giorno dopo è stato presentato un ricorso al Tar di Catania contro di noi e contro Taormina Arte da parte di un’associazione romana. Un’azione scattata qualche ora dopo la pubblicazione di un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Sud di Messina. Il ricorso, articolato in 22 pagine, è molto dettagliato. A quel punto ho capito chiaramente che c’è qualcuno che rema contro”.

Perché?

“Perché le informazioni pubblicate dalla Gazzetta del Sud non poteva averle nessuno”.

In che senso?

“Nel senso che si tratta di informazioni strettamente riservate che dovevano restare in possesso di pochissime persone. Al di là di queste, nessuno poteva accedervi”.

E quindi?

“Qualcuno le ha riferite al giornale. Noi stessi abbiamo saputo di essere gli unici partecipanti alla gara dal giornale. Addirittura quando noi, al momento della presentazione della busta, abbiamo chiesto all’avvocato Ninni Panzera (segretario generale di Taormina Arte) se c’erano altri partecipanti, ci è stato detto: ‘Non possiamo dirlo”.

Quindi si tratta di notizie riservate.

“Assolutamente sì. Lo dice la legge. Certe notizie si possono rendere pubbliche al momento dell’apertura delle buste: fino a quel momento sono segrete”

Però il giornale, con questa anticipazione, ha fatto uno scoop.

“Certamente. Il problema non è il giornale. Possiamo pure discutere sulla mancanza di firma in calce all’articolo, ma dobbiamo chiederci chi ha dato la notizia: sicuramente qualcuno che sapeva”.

Addirittura.

“Certo, quell’articolo è lo strumento per fare il ricorso. Si è aspettato di sapere che qualcuno aveva partecipato al bando per colpire quest’ultimo (in questo caso Videobank, ndr) e anche Taormina Arte, con l’unico intento di non far fare il Festival. A me farebbe molto piacere sapere chi vuole fermare il Festival”.

Lei ha dichiarato che sarebbe disposto ad organizzare la rassegna anche tre giorni prima. E’ ancora di questa idea?

“Assolutamente sì. Non è possibile accettare quello che stiamo subendo”.

Questa vicenda vi sta facendo perdere dei soldi?

Sicuramente, sia quest’anno che l’anno scorso. Ma non è una questione di soldi”.

E allora di cosa?

“Non posso spiegare ai miei figli che il mondo va avanti così”.

Tiziana Rocca lo scorso anno, vistasi esclusa dal bando, ha organizzato un’altra rassegna cinematografica: il Festival delle Nazioni, dicendo che questa manifestazione durerà nel tempo. Parola mantenuta. Quest’anno il “suo” Festival sarà ripetuto e prevediamo la presenza di divi di un certo rilievo. Ma la novità è un’altra. La kermesse si svolgerà a ridosso (12-13 luglio) del Taormina Film Festival (previsto dal 14 al 20 luglio). Nei mesi scorsi, L’Informazione ha fatto queste ipotesi: 1) che potrebbero esserci due rassegne cinematografiche che si “cannibalizzeranno” a vicenda; 2) che le rispettive organizzazioni – vista anche la concomitanza di date – si metteranno d’accordo per allestire un’unica manifestazione; 3) che Tiziana Rocca organizzerà il suo Festival senza dover dar conto a nessuno, per giunta con gli stessi prestigiosi patrocini dello scorso anno (Unione europea, Comuni di Messina e Taormina), mentre altri, se vorranno allestire il tradizionale Taormina Film Festival, dovranno partecipare al bando. È una nostra interpretazione o potrebbe verificarsi questo scenario?

“Potrebbe verificarsi qualsiasi scenario. Lo scorso anno è successa una cosa incredibile: l’Agnus Dei ha fatto causa al Comitato Taormina  Arte, di cui il presidente è il sindaco di Taormina e l’altro socio il sindaco di Messina. Pochi giorni dopo abbiamo visto il Festival delle Nazioni organizzato al teatro antico col patrocinio dei Comuni di Taormina  e di Messina. Uno scandalo, ma come si può notare, non si è scandalizzato nessuno”.

Luciano Mirone