Chissà adesso che è diventato sindaco di Messina quante volte lo rivedremo nudo. Perché per lui, Cateno De Luca, eletto con un plebiscito di oltre il 65 per cento dei voti, la protesta non consiste in una lettera, in un comizio o (al limite) in uno sciopero della fame, no: quando qualcosa non gli va per il verso giusto si spoglia, con tanto di telecamere che inquadrano il petto, la bandiera giallorossa della Sicilia usata come pareo, le gambe muscolose. Cateno è così. E’ già successo un paio di volte all’Assemblea regionale siciliana (per essere stato estromesso dalla Commissione bilancio e per la mancanza di acqua alle Isole Eolie) e forse succederà ancora.

Quello che non gli auguriamo è di ripetere l’esperienza dura del carcere patita per ben due volte: la prima per una storia di cementificazione selvaggia, meglio nota come “Il sacco di Fiumedenisi” (suo paese d’origine, ubicato nella costa ionica del messinese, dove Cateno è stato sindaco dal 2003 al 2011), quando fu accusato di abuso d’ufficio, falso e tentata concussione; la seconda quando era arrivata la notizia dell’assoluzione per il “sacco”: stavolta con l’accusa di evasione fiscale della “modica” cifra di 1 milione e 700mila Euro. Un altro po’ al fresco e poi di nuovo in libertà. Lui si è sempre professato innocente e vittima di un complotto.

Cateno De Luca dopo essere stato eletto sindaco di Messina (foto Messina Oggi). Sopra: quando all’Assemblea regionale siciliana ha protestato nudo

Ma dopo la sindacatura nel suo comune, il prode Cateno non se ne è stato con le mani in mano. E così nel 2012 – a dimostrazione che “la politica è servizio soprattutto dei più umili” (come ripete spesso) – lo ritroviamo sindaco di un altro paese a pochi chilometri di distanza, Santa Teresa Riva, dove ricopre questa carica fino al 2017. Sempre e comunque sotto le insegne dello Scudocrociato: a inizio carriera (anni Ottanta) con la Dc, poi con l’Udc e l’Mpa.

Nel novembre dello stesso anno – mentre è in piena bufera giudiziaria – viene rieletto all’Ars. Ma uno scranno nel Parlamento siciliano non basta a fermare l’irresistibile ascesa di Cateno nel mondo della politica, malgrado la definizione di “impresentabile” da parte della Commissione parlamentare antimafia e la misura interdittiva della magistratura: “Divieto di ricoprire ruoli apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta”.

Infatti eccolo di nuovo in pista. Stavolta per conquistare il municipio di Messina. Quando si cominciò a vociferare della sua candidatura qualcuno si mise a ridere: De Luca chi? Lui non si curò di lor e si presentò lo stesso. I sorrisini continuarono, ma si smorzarono quando Cateno, due settimane fa, riuscì ad arrivare al ballottaggio. Alcuni testimoni, quella sera, lo videro entrare in chiesa, coerentemente con i valori cristiani che ha sempre professato. Basti pensare che all’Ars, benché seminudo, aveva protestato con la Bibbia in mano.

La sera del ballottaggio, dunque, Cateno è stato avvistato in chiesa. Non si sa se per ringraziare o per chiedere la grazia. Si sa, però, che ai miracoli bisogna credere, specie quando tutte le forze del Centrodestra, in una città come Messina, si uniscono per vincere. E lui, Cateno De Luca da Fiumedenisi, ne è la rappresentazione vivente. Il primo gesto di stamattina? Un mazzo di fiori per la Madonna.

Luciano Mirone