Ha fatto la campagna elettorale senza potere metterci la faccia. E’ stata la candidata senza volto, che ha dovuto tenere nascosto perché testimone di giustizia nella terra dell’ultimo padrino di mafia latitante, Matteo Messina Denaro. Eppure nel collegio uninominale di Marsala, dove era candidata per il M5s, Piera Aiello non ha vinto: ha stravinto con oltre il 51 per cento distaccando di 20 punti Tiziana Pugliese di Forza Italia e l’uscente Pamela Orrù del centro sinistra ferma al 13,5.
Fino all’ultima uscita pubblica Piera Aiello era inavvicinabile: attorno a lei il servizio di sicurezza aveva alzato un muro invalicabile. Ha vissuto così per 26 anni, immersa nell’anonimato in una località segreta. Ora potrà mostrarsi in Parlamento ma con tutte le cautele del caso. La storia di Piera Aiello, vedova del figlio di un boss e cognata della collaboratrice Rita Atria morta suicida, è quella di una donna che si è ribellata alla mafia denunciandone traffici, affari e delitti.

Contemporaneamente nella terra di Totò Riina e Bernardo Provenzano il candidato pentastellato ha fatto il pieno dei voti. Nel collegio uninominale della Camera a Corleone ha vinto Giuseppe Chiazzese, farmacista e fondatore del circolo del M5s. Chiazzese ha avuto 3.243 voti, cioè il 56,7 delle preferenze e ha staccato di 16 punti il candidato di centro-destra Saverio Romano. L’ex ministro del governo Berlusconi ha avuto 1.726 voti pari al 30 per cento. Soltanto 478 i voti (8,3 per cento) per il candidato di centro sinistra Salvo Lo Giudice. Ancora più sotto (123 voti pari al 2,1) Serafino La Corte di Liberi e Uguali.
Al Senato è stato eletto pure con una percentuale alta (53%) il candidato dei Cinque stelle Franco Mollame, che ha superato Antonino Scilla del centro destra di oltre 20 punti.

I dati definitivi non ci sono ancora ma non sembra che possano riservare sorprese in Sicilia, dove il M5S vince nei 28 collegi uninominali (19 alla Camera, 9 al Senato). Un risultato che rassomiglia tanto al 61 a zero conquistato dal centrodestra alle politiche del 2001, quando la coalizione guidata da Berlusconi ottenne tutti i collegi della quota uninominale: 20 al Senato e 41 alla Camera.

Ansa