La gestione del servizio di raccolta dei rifiuti e di pulizia della città di Catania è stato gestito in maniera criminale negli ultimi anni. Le denunce costanti di Catania Bene Comune trovano conferma nell’azione della magistratura che oggi ha arrestato il funzionario Orazio Fazio, membro dello staff del Sindaco Bianco; Massimo Rosso, prima capo di gabinetto del Sindaco, scelto discrezionalmente da Bianco, ora Ragioniere Generale, e ha interdetto per un anno dai pubblici uffici il Direttore della direzione ecologia e ambiente del Comune di Catania, Leonardo Musumeci.

Un sistema di corruzione e aste truccate che è ruotato attorno all’appalto ponte promosso dal Comune di Catania, per conferire per 106 giorni, già rinnovato tre volte, il servizio di spazzamento e raccolta dei rifiuti della città, in attesa dello svolgimento della gara settennale, andata per tre volte di fila deserta. L’appalto ponte del valore di 110mila euro al giorno, una cifra da capogiro e del tutto fuori mercato, è stato affidato alle ditte Ecocar-Senesi, i cui vertici sono coinvolti nelle indagini, e il cui dirigente Antonio Deodati è stato arrestato. Alla gara si sono presentate solo loro con un ribasso di meno dell’1%.

Catania Bene Comune ha da subito denunciato la gravità di quell’affidamento e gli indizi di corruzione, chiedendo l’immediato intervento della magistratura. Dopo i primi mesi di svolgimento dell’appalto abbiamo richiesto di avere accesso ai dati sulla raccolta differenziata e alla documentazione circa le penali che venivano erogate alle ditte, visto il pessimo servizio svolto in città. Abbiamo dunque acceso i riflettori sul funzionario Orazio Fazio e sul Direttore Leonardo Musumeci chiedendo di conoscere il perché del trattamento di favore verso Ecocar e Senesi.

Il Palazzo di giustizia di Catania. Sopra: il sindaco Enzo Bianco

Scrivevamo il 29 novembre 2017:

“Da quando il gruppo Senesi si è aggiudicato l’appalto, gli uffici del Comune di Catania che dovrebbero occuparsi di verificare il corretto svolgimento della raccolta dei rifiuti e della pulizia della città, erogando salate multe per gli inadempimenti dell’azienda, sembra abbiano smesso di funzionare. Ogni giorno decine di sorveglianti, impiegati del Comune, girano la città e verificano il rispetto delle condizioni contrattuali dell’appalto. Le sanzioni previste sarebbero salatissime: per ogni cumulo di rifiuti lasciato fuori dai cassonetti 1000 euro al giorno di multa, per ogni area non spazzata 600 euro al giorno di multa, per il semplicissimo coperchio del cassonetto lasciato aperto 100 euro di multa al giorno, per il cassonetto non lavato accuratamente 300 euro di sanzione al giorno, per il cassonetto danneggiato e non riparato 300 euro di sanzione al giorno. Multe enormi che dovrebbero essere puntualmente presentate all’azienda che ogni giorno percepisce più di 100mila euro per il servizio di pulizia della città. Da quando Senesi ed Eco.Car hanno vinto l’appalto le multe sono irrisorie e, ogni mese, hanno lo stesso importo: milleduecento euro. Per capire quanto insignificante sia tale somma basti pensare che il comune di Aci Catena, anch’esso finito nel mirino della magistratura per la gestione dei rifiuti, erogava ogni mese a Senesi penali di 12mila euro. Dieci volte le sanzioni di Catania per un comune che ha meno di un decimo degli abitanti. Ogni mese il Direttore dell’Esecuzione del Contratto con Senesi ed Eco.Car, funzionario del Comune di Catania, responsabile dei sorveglianti e delle sanzioni, Dott. Orazio Fazio, ha redatto il prospetto delle penali da presentare alle ditte, controfirmato dal Direttore dell’Ecologia Leonardo Musumeci. Ogni mese sanzioni diverse ma con una cosa in comune: l’importo complessivo. Ogni mese 1200 euro. Nessun cassonetto aperto a Catania, nessun cumulo di rifiuti per le strade, nessun cassonetto rotto secondo l’amministrazione comunale e i 15 sorveglianti che evidentemente girano la città bendati. Soltanto qualche area non spazzata. Ma non troppe, solo le due, tre, che permettono a fine mese di presentare penali per appena 1200 euro. Una cifra sorprendentemente sempre uguale. Catania Bene Comune da mesi si occupa della vicenda e ha presentato varie richieste di accesso agli atti per conoscere nel dettaglio le attività dei sorveglianti e dell’ufficio che si occupa delle sanzioni. L’amministrazione avrebbe dovuto fornire entro 30 giorni tutte le carte ma ne sono passati 60 e ancora non vengono consegnate. Di tutto questo sono stati puntualmente informati l’Assessore al ramo Rosario D’Agata, il Direttore Leonardo Musumeci e la Segreteria Generale del Comune, ma nulla è successo. Il Sindaco Enzo Bianco, l’Assessore D’Agata, la Segretaria Generale del Comune hanno il dovere di dare spiegazioni alla città, di avviare una rigorosa indagine interna sulla gestione dell’appalto dei rifiuti e di accertare le responsabilità dei funzionari. Facciamo appello all’Anac e alla magistratura, alla quale consegneremo tutte le carte in nostro possesso, perché intervengano per verificare le anomalie della gestione dei rifiuti nella città di Catania”.

La situazione dei rifiuti a Catania in certi periodi

A questa denuncia ha risposto il Direttore Musumeci assicurando che non vi era alcuna anomalia, attraverso un comunicato inviato dall’Ufficio Stampa del Comune di Catania. Adesso la verità viene finalmente accertata. Un torbido e vergognoso sistema criminale governava la raccolta dei rifiuti a Catania. Per queste ragioni, e non solo per l’inciviltà di qualcuno, Catania è stata una città sporca, con le tasse più alte sui rifiuti, con i servizi scadenti, con la raccolta differenziata quasi inesistente, in costante calo.

Un sistema criminale che trae origine da funzionari di primo piano vicinissimi alla Giunta comunale. Basti guardare quanti sopralluoghi, incontri, dichiarazioni vedono accanto Bianco e Fazio.

Come dichiarato dal Procuratore di Catania, seppur non sono state riscontrate responsabilità penali del Sindaco e dell’Assessore al ramo, esistono delle gravi responsabilità politiche. Il Sindaco della città di Catania, Enzo Bianco deve immediatamente dimettersi. Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti e non sarebbe accettabile alcun tentativo di scaricare ad altri responsabilità politiche e amministrative gravissime. Paradossali sono infatti le dichiarazioni di Bianco secondo cui tutto è stato sempre denunciato e nessuna responsabilità politica ha la sua amministrazione: tutti i soggetti coinvolti nelle indagini hanno ricevuto dall’amministrazione Bianco progressioni di carriera e nomine in ruoli di vertice. Per cinque anni il Sindaco Bianco ha avuto accanto, promosso e confermato funzionari da cui adesso tenta di prendere le distanze. È evidente che non ha alcuna credibilità. Bianco pensa di poter prendere in giro la città per evitare le dimissioni e confermare la ricandidatura ma le catanesi e i catanesi conoscono le sue responsabilità e i troppi silenzi.

Le forze politiche che hanno amministrato fino a oggi la città stiano attente a non considerare il Sindaco Bianco un utile capro espiatorio. Le ecomafie e gli affari sui rifiuti hanno sempre trovato porte aperte in quasi tutte le segreterie politiche. Tanti sono gli esempi di ditte che si occupano di rifiuti e che vivono grazie agli appalti pubblici, che finanziano generosamente le campagne elettorali per condizionare il voto.

Catania Bene Comune ribadisce l’esigenza che Catania si doti di un servizio di raccolta dei rifiuti e di pulizia pubblico, gestito direttamente dal Comune, senza alcun appalto esterno. Questo genererebbe lavoro pulito, minori spese e bloccherebbe le ecomafie. Siamo pronti a costruire dal basso, insieme ad associazioni e comitati, una proposta in tal senso che possa essere discussa dal prossimo consiglio comunale.

L’azione della magistratura sul sistema di gestione degli appalti dei rifiuti a Catania dimostra che ha sempre senso denunciare, alzare la testa, non avere paura. Siamo fieri di avere contribuito, insieme a giornaliste e giornalisti coraggiosi, a fare luce su un sistema corrotto.

Catania Bene Comune