“Entro il 2023, alla fine dell’attuale legislatura, il Governo Regionale si propone di porre la prima pietra del ponte di Messina. La giunta di Governo ha già parlato con le società di traghettamento e gli amministratori di Ferrovie e Anas e nessuno si è opposto, così come è prevedibile non si opporrà il successore del Ministro del Rio nel nuovo governo”.

Un esempio di dissesto stradale in Sicilia (foto tratta dal sito del deputato nazionale Giuseppe Berretta)

Con questo annuncio roboante – diffuso ieri sera dall’Ansa, presente al convegno “Per una svolta dei Trasporti in Sicilia: analisi economiche e scelte modali” svoltosi a Palermo – l’assessore alle Infrastrutture della Regione Sicilia, Marco Falcone, ha aperto ufficialmente la campagna elettorale per le nazionali di marzo. Non è la prima volta – dopo le ingenti risorse pubbliche spese per mantenere una società che in vari decenni ha prodotto solo progetti sull’infrastruttura che dovrebbe collegare la Sicilia, con la Calabria – che alla vigilia di una competizione politica, il Ponte sullo Stretto diventi il cavallo di battaglia di qualcuno.

Ci ha provato varie volte Berlusconi (ricordate quando disse che grazie al Ponte i ragazzi di Messina potranno andare a trovare rapidamente la fidanzata di Reggio Calabria?), ma anche dall’altra parte politica, Crocetta non è stato da meno. Nessuno spiega però ai siciliani perché le strade e le autostrade dell’Isola versano in condizioni pietose, perché non vengono riparate, perché i trasporti pubblici vengono ridimensionati vengono tagliate corse e tratte ferroviarie.

Da tre anni, in alcuni chilometri dell’autostrada Messina-Catania (parliamo del tratto taorminese, quello che per ragioni turistiche dovrebbe essere maggiormente oggetto di manutenzioni), si viaggia a una sola corsia a causa di una frana. La montagna che sovrasta l’autostrada è mai stata messa in sicurezza? Non ci risulta. Né prima, né dopo la frana. E intanto si continua a viaggiare a una sola corsia. Vogliamo parlare della Palermo-Catania, di quella gimkana di duecento chilometri, dove alcuni anni fa un viadotto ha rischiato di crollare? E la Palermo-Messina, asfaltata in fretta e furia dopo giorni di pioggia perché il governo Berlusconi doveva fare l’ennesima e urgente inaugurazione? E le strade interne? Aaahhh, le strade interne… Piene di voragini, di buche, di smottamenti, con l’asfalto vecchio di anni, saltato per le piogge, sventrato dagli smottamenti del terreno. Percorrere certe arterie dell’isola significa mettere a repentaglio l’incolumità dei passeggeri e delle macchine.

Strada dissestata nel ragusano (foto Quotidiano di Ragusa)

Ora, egregio assessore Falcone, noi ci rendiamo conto che spesso esiste un conflitto di competenze sulla manutenzione di strade, autostrade e ferrovie fra la Regione e lo Stato, nel senso che la maggior parte della sistemazione delle infrastrutture spetta a Roma, e però sappiamo pure che lo stesso spezzettamento di competenze riguarda – a maggior ragione – il Ponte sullo Stretto di Messina. Infatti lei, nella dichiarazione di ieri, non ha esitato a dire che la Regione Sicilia “ha già parlato” con altri enti nazionali per la realizzazione dell’opera: questo vuol dire che, anche se la competenza spetta soprattutto ad altri, la Regione può diventare soggetto intermediario per risolvere i problemi che attanagliano l’Isola, a cominciare dalla rete viaria. E sappiamo pure che la giunta di cui lei fa parte si è insediata da pochissimo tempo e quindi non può fare miracoli, e però, per favore, ci risparmi l’ennesimo annuncio alla vigilia di una elezione.

Ci dica che si impegnerà per evitare frane, crolli, smottamenti, voragini, buche, allagamenti, ci rassicuri non su opere faraoniche che non verranno mai realizzate, ma sulla normalità di una strada asfaltata o di un treno che arriva puntuale. Parli con chi di dovere e ce lo faccia sapere.

Luciano Mirone