“Chiediamo all’Europa di istituire una Commissione di inchiesta che affianchi Malta nelle indagini su questo orribile atto eversivo (l’assassinio con l’autobomba della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, ndr.). Chiediamo al governo italiano di far intervenire la Commissione anticorruzione perché valuti il risultato delle inchieste della Caruana Galizia sulla Tap, e nelle, more, di bloccare i lavori Tap in Salento. Chiediamo di rafforzare le misure di tutela dei giornalisti esposti nelle inchieste anticorruzione e antimafia”.

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Sopra: la macchina della giornalista maltese dopo l’attentato

Questa la petizione lanciata dopo la manifestazione di protesta svoltasi sabato scorso davanti al Consolato di Malta a Catania dalla Fondazione “La città invisibile” di Catania al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, e al presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Una petizione lanciata ieri attraverso Change che nel giro di poche ore ha raccolto circa 1300 firme.

“La Fondazione – si legge nel comunicato – invita i politici italiani ad occuparsi seriamente della grave situazione che tocca il nostro Paese in rapporto alla brutale esecuzione mafiosa con cui è stata uccisa una libera giornalista. Non si perda in beghe di partito, in polemiche dell’antimafia politicizzata che hanno solo l’effetto di depistare e creare distorsioni prive di senso. Si intervenga in merito alle gravi denunce pubblicate su L’Espresso da Caruana Galizia, che ha messo in luce intrecci affaristici tra il governo dell’Azerbaijan e l’Italia nella costruzione del gasdotto Tap  che collegherà l’Italia e la Grecia passando per l’Albania, consentendo l’afflusso di gas naturale proveniente dal Medio Oriente, dal Caucaso e dall’area del Mar Caspio col suo giro di appalti e profitti miliardari e lo scempio ambientale che esso comporta in Salento nella terra degli ulivi”.

La protesta No Tap nel Salento

“Questo atto di terrorismo mafioso – seguita la nota de la città invisibile – maturato in seguito alle inchieste della giornalista sulla corruzione politica dei vertici dello stato maltese, è accaduto in un Paese europeo”. E rappresenta – si legge – una minaccia pericolosa e aperta all’intera Europa, un’Europa che vergognosamente tace”

“Il silenzio dei capi di Stato europei compresa l’Italia – scrive La città invisibile – manifesta la fragilità delle istituzioni, il cui omertoso no comment può indurre a pensare che vi siano indicibili equilibri da tutelare”.
“Qualsiasi denuncia giornalistica – seguita la Fondazione – per quanto coraggiosa, risulta impotente se non trova orecchie disponibili ad ascoltarla e persone pronte ad attivarsi e a trarne le opportune conseguenze. Il premier maltese Muscat, costretto alle dimissioni durante il suo mandato di guida europea, proprio a seguito dello scandalo che lo ha riguardato direttamente, afferma in modo scontato che ‘nessuna rivalità giustifica una morte del genere’, ma questa sua dichiarazione risuona tardiva e insufficiente”.

La protesta pacifica di sabato scorso a Catania davanti alla sede del Consolato maltese

“La giornalista Caruana Galizia – prosegue la nota – sull’Espresso e sul suo blog, stava producendo una grande quantità di prove documentali, aveva scoperchiato l’enorme flusso di denaro utilizzato per condizionare le scelte europee (ad esempio, le tangenti ad europarlamentari affinché chiudessero un occhio sulle violazioni dei diritti umani in Azerbaigian) tra i vertici dello stato azero e quelli dei paesi europei come Malta”.
“Questo stato di cose – onclude il comunicato – ci indigna profondamente sia come cittadini europei che come associazioni autonome impegnate a favorire il rispetto della legalità e dei diritti democratici, tra i quali quello della tutela della libera informazione”.

Luciano Mirone