Ottavio Navarra, 52 anni, fondatore di una delle più interessanti case editrici siciliane, candidato in pectore della sinistra radicale, è incoraggiato da un recente sondaggio: “Un siciliano su quattro sostiene di conoscermi; in termini di fiducia il mio nome è secondo dopo Cancelleri e insieme a Musumeci”, dice. È questo è solo l’inizio, fa capire. Per questo è ottimista, sostenuto da Possibile di Pippo Civati, Rifondazione comunista, Partito comunista italiano e Risorgimento socialista, oltre ad “associazioni, movimenti e collettivi studenteschi radicati nei territori”, senza contare che “di giorno in giorno si stanno associando un sacco di gruppi che stanno comprendendo il valore del messaggio che stiamo lanciando”.

Quale?

“Quello di costruire una politica alternativa a Crocetta, al Pd e al sistema che per tanti anni ha penalizzato la Sicilia”.

Con questa chiacchierata con Ottavio Navarra, inauguriamo oggi una serie di interviste ai candidati alla presidenza delle elezioni siciliane in programma il prossimo 5 novembre.

Navarra, qual è il suo compito?

“Ho ricevuto un mandato da parte dell’assemblea del movimento per verificare la possibilità di un allargamento della nostra coalizione soprattutto alla Società civile per rafforzare il lavoro secondo il programma che ci siamo dati. Alla fine di questo percorso scioglierò definitivamente la riserva di candidarmi”.

Non l’ha ancora sciolta?

“Prima voglio portare a compimento questa fase. Dopodiché deciderò definitivamente. Siamo in campo e stiamo lavorando in tutti i territori per mettere a punto il progetto, le liste e le iniziative d’ascolto. Se è un agosto caldo per tutti, per noi lo è ancor di più. Di giorno in giorno arrivano nuove adesioni che arricchiscono tantissimo questa esperienza”.

La gente è delusa dalla politica.

“Già. I siciliani hanno un rapporto di fiducia verso i partiti e gli uomini politici pari al 4 per cento. Quindi partiamo da un terreno arido fatto di delusioni, di amarezze e di speranze tradite. L’ultima è quella del governo regionale di Rosario Crocetta, nato all’insegna della rivoluzione e rivelatosi un fallimento totale. Quando si generano speranze così grandi e delusioni così forti è chiaro che costruire un percorso d’impegno sulla politica è difficile. Ma non disperiamo, siamo testardi, siamo convinti delle nostre ragioni, abbiamo la passione, il cuore e l’entusiasmo per aprire una fase davvero nuova per la Sicilia che ne ha davvero tanto bisogno”.

Che atmosfera ha trovato nelle riunioni e nelle convention che avete organizzato?

“Assolutamente positiva e molto costruttiva, con una bella presenza di giovani. Questa sinistra solitamente abituata a spezzare l’atomo in mille particelle e pronta a trovare le differenze piuttosto che a trovare gli elementi che uniscono, saprà trovare uno scatto per costruire ponti e legami con le persone, soprattutto saprà prendersi cura della nostra Terra, che ne ha davvero bisogno”.

Non pensa che il vostro movimento possa essere percepito un po’ troppo di sinistra in una società come quella siciliana forse non ancora pronta a recepire questo messaggio?

“Non penso. La mia storia viene dall’impegno civile e anche dalla sinistra riformatrice. Tutti gli incontri che abbiamo fatto finora sono stati positivi. Lo scenario è quello dei Davide contro i Golia, lo dimostra il mondo dell’informazione che dedica paginate all’On. Miccichè e non si accorge di quel che accade ogni giorno nelle città siciliane. Per dirla con De André, sappiamo di andare in direzione ostinata e contraria, ma lo facciamo perché riteniamo che sia giusto e che sia soprattutto utile”.

Allora ci spieghi. Chi è Ottavio Navarra?

“Ho tante esperienze alle spalle. L’impegno politico comincia nel periodo universitario come rappresentante degli studenti nel consiglio di facoltà, nei corsi di laurea e nel senato accademico; sono stato segretario della Sinistra giovanile a Palermo, deputato nazionale e regionale, nonché consigliere comunale a Marsala dei Democratici di sinistra. Quattordici anni fa ho deciso di dedicarmi completamente all’impegno culturale diventando editore, e fondando Marsala c’è, un quotidiano diffusissimo nella mia città. Otto anni fa, assieme a Maria Giambruno e al Consorzio Piazza Marina & Dintorni, ho fondato il festival Una Marina di libri (cui ha aderito anche Sellerio), che quest’anno ha visto la presenza di oltre ventimila visitatori in quattro giorni. Penso che la cultura possa rappresentare un volano straordinario di crescita civile, sociale ed economica per la Sicilia”.

Pio La Torre

Quali sono i principi e i valori ai quali questo movimento si ispira?

“Vorrei sintetizzarli nell’amore per la terra e per la libertà. Dentro l’amore per la terra ci metto tutto, l’amore per le nostre città e per i bisogni delle persone, la ‘questione siciliana’, non per becero meridionalismo, ma per una capacità di rileggere la nostra cultura autonomistica e capire i tradimenti che si sono consumati; l’ultimo referendum e la difesa dei valori della nostra Costituzione: molti di noi sono stati protagonisti della battaglia per il No, una battaglia di civiltà e di libertà. Quella battaglia ha dimostrato che la gente quando comprende le ragioni per le quali si chiede di andare a votare, lo fa scegliendo con consapevolezza”.

Tre uomini politici ai quali si ispira.

“Pio La Torre, grande modello ed esempio da seguire. Peppino Impastato per il coraggio, per i valori, per le battaglie portate avanti, e tanti altri, da Berlinguer ad  Amendola, da Lelio Basso a Sandro Pertini. Il panorama italiano ha prodotto storie bellissime che possono essere da esempio per noi e per le giovani generazioni”.

Da un giornale satirico come le Iene sicule siete stati definiti “i comunisti in La Coste”.

“Se tutti quelli che indossano la La Coste dovessero votare per noi avremmo già vinto le elezioni. A me piace guardare alla testa e al cuore delle persone, non alle magliette”.

Luciano Mirone