“Il Festival del cinema di Taormina può tornare agli antichi splendori. Quest’anno si potrebbe aprire una prospettiva”. Lino Chiechio è il general manager di Videobank, una azienda di Belpasso (Catania) operante nel settore della comunicazione internet (come provider) e televisiva, aggiudicatasi da pochi giorni la gara per l’organizzazione di una delle manifestazioni più prestigiose del panorama cinematografico internazionale: il Taormina Film Fest (9-17 giugno). Un fatto rivoluzionario se si pensa che questa società fondata ventidue anni fa dallo stesso Chiechio e dalla moglie Maria Guardia Pappalardo (amministratore delegato e socia al 50 per cento) finora ha coperto televisivamente eventi in tutto il mondo – dalla Champions League alle visite del Papa, fino ai più grossi avvenimenti politici – grazie alle sofisticate apparecchiature tecnologiche di cui dispone e di cui si sono avvalse Sky, Mediaset e Rai, ma non si è mai cimentata nell’organizzazione di avvenimenti culturali. Una grossa scommessa che sta portando Videobank ad investire circa un milione e 400mila Euro nel Taormina Film Fest, con soli novanta giorni di tempo e poche possibilità di programmare il futuro dato che il regolamento prevede un solo anno di gestione.

Chiechio, l’uomo della strada si chiede: chi ve l’ha fatto fare?

“Per noi è certamente una grandissima sfida. Per mille motivi. I tempi a disposizione sono strettissimi: in soli tre mesi dobbiamo organizzare la parte logistica, artistica, gli spostamenti, il reperimento dei film in concorso e la gestione delle nove serate”.

Lino Chiechio e la moglie Maria Guardia Pappalardo, titolari di Videobank. Sopra: un’immagine del Taormina Film Fest

Come pensate di recuperare i soldi che state investendo?

“La copertura deve venire da due fonti: il finanziamento pubblico (200mila Euro fra ministero dei Beni culturali e Regione siciliana) e le sponsorizzazioni private. Siamo in contatto con gli sponsor, ma chiaramente non siamo ancora arrivati alla copertura dell’intera cifra. Contiamo almeno di portare tutto a pareggio”.

La vostra esperienza col Taormina Film Fest si esaurirà quest’anno o pensate di gettare le basi per il futuro?

“Non condividiamo la scelta di questo bando, tra l’altro modificato in corsa: prima si parlava di tre anni di gestione, poi ridotto a uno”.

Negli altri anni come si è proceduto?

“Con un affidamento diretto”.

Con quali basi tecniche state operando?

“Abbiamo formato un comitato di direzione artistica di prestigio (almeno secondo noi). Tutto è capitanato da Felice Laudadio, grande esperto di cinema ed ex direttore artistico del Festival di Venezia e della stessa Taormina. Poi ci sono Silvia Bizio, giornalista di Repubblica; Enrico Magrelli, critico di Rai Uno; Gianvito Casadonte, conduttore cinematografico di Rai1 nonché organizzatore e direttore artistico del Festival del cinema della Magna Grecia (è stato produttore dell’ultimo documentario di Mario Monicelli); e Marco Spagnoli, documentarista, regista, critico e giornalista cinematografico”.

Felice Laudadio

Una sfida non semplice.

“Certamente. Ma devo dire che in questi ventidue anni, di difficoltà ne abbiamo affrontate. Col lavoro e coi sacrifici siamo riusciti ad ottenere risultati importanti. Questa è una sfida grande”.

Entriamo nel merito del progetto.

“Vogliamo apportare alcune modifiche alla manifestazione”.

Come?

“Vogliamo far vivere il Festival alla città che lo ospita: Taormina. Finora la manifestazione è stata riservata a poche persone: tante cene per Vip, per giunta a inviti, pochi giornalisti selezionati.  A noi non piace fare delle classificazioni, i muri non servono, bisogna mettere le persone comuni allo stesso livello del Vip. Ecco perché abbiamo pensato di aprire alla città”.

In che modo?

“Realizzeremo il red carpet (il tappeto rosso dove sfilano le celebrità, ndr) al centro di Taormina, in piazza IX Aprile. Negli ultimi anni gli attori sono stati blindati all’Hotel Timeo, dove non tutti avevano la possibilità di entrare, e poi al teatro antico dove venivano premiati. Spostando il red carpet al centro città pensiamo di farli partecipare in mezzo al pubblico. Aggiungeremo due led wall (maxischermi) rispetto a quelli attuali. Vogliamo far vivere in diretta le premiazioni anche ai turisti che si trovano sul corso. Vestiremo a festa la città per coinvolgere anche i negozianti” .

Chi saranno gli ospiti italiani e stranieri?

“Abbiamo avviato dei contatti con diversi nomi, non vorrei anticipare niente. Dico solo che si saranno degli ospiti importanti”.

Pensa che il Festival del cinema di Taormina possa tornare agli antichi fasti?

“Penso proprio di sì. Quest’anno si potrebbe aprire una prospettiva”.

Un incarico annuale vi dà la possibilità di programmare adeguatamente?

“Se entro il 18 giugno non avremo fatto una adeguata raccolta di sponsor e di finanziamenti, l’azienda andrà incontro a una perdita netta. Non avremo la possibilità di investire sugli anni successivi. Questo è un grande limite, ma le regole del gioco erano queste, e noi siamo abituati ad affrontare le emergenze”.

Perché avete accettato una scommessa così rischiosa?

“Perché crediamo in questa Terra. Abbiamo voluto mettere un po’ di cuore, altrimenti non sarebbe stato giustificabile un investimento del genere”.

Quale sarà il rapporto fra il Taormina Film Fest e la comunicazione?

“Ogni sera realizzeremo dei collegamenti bidirezionali da otto città della Sicilia”.

Cioè?

“Porteremo il teatro antico in queste otto città (una per sera) e viceversa”.

Taormina. Piazza IX Aprile

Quali città?

“Messina, con un ponte immaginario di cultura soprattutto cinematografica. Quindi Palermo e i suoi meravigliosi luoghi del cinema. Poi Erice, un’altra perla della Sicilia; la Valle dei Templi di Agrigento; l’isola di Ortigia a Siracusa; e Lampedusa con un tributo al film di Rosi, “Fuocoammare”. Ogni località avrà come comune denominatore il cinema. Durante queste dirette sarà trasmessa una cartolina di dieci minuti sulle bellezze di queste città”.

Una promozione turistica a tutti gli effetti. Ci sarà il coinvolgimento della gente del posto?

“Gli ospiti saranno gli attori locali. Per Palermo sono previsti Ficarra e Picone, per Messina Nino Frassica, e molti altri. Ognuno racconterà le proprie esperienze interagendo col teatro antico”.

Ci sarà una diretta televisiva come si faceva un tempo?

“Ci sono degli accordi quasi conclusi con un canale nazionale”.

Quale?

“Né Rai1, né Rai2, né Rai3, ma un canale tematico. Di più non posso aggiungere”.

Da ventidue anni Videobank porta avanti efficacemente in tutto il mondo la sua attività nel settore della comunicazione. Perché ha ritenuto di aggiungere il settore culturale?

“Il nostro slogan è ‘la felicità è vera solo se è condivisa’. Io sono uno che viene dalla terra. I miei nonni lavoravano la terra e io sono un appassionato della terra, della nostra Terra, dei nostri luoghi. Dopo aver raggiunto dei successi importanti vogliamo allargare gli orizzonti. Questa azienda è nata dal nulla da un’idea mia e di mia moglie, con la quale ho condiviso e portato avanti questo progetto fatto di sacrifici e di mille difficoltà. Non era scritto da nessuna parte che avremmo intrapreso questa attività. Siamo stati i fornitori ufficiali della televisione portoghese per gli ultimi europei di calcio, siamo stati chiamati per la Champions League da almeno cinque televisioni europee. La cultura serve ad accarezzarci il cuore, a farci avvicinare a delle tematiche per dare qualcosa alla Sicilia”.

Videobank recentemente si è aggiudicata il bando per la gestione del Teatro comunale “Nino Martoglio” di Belpasso.

“Vogliamo mettere a disposizione le nostre conoscenze e i nostri contatti per cercare di promuovere anche il nostro paese nel migliore dei modi”.

Qualche anno fa le ho chiesto informalmente quali fossero i rapporti fra Videobank e la politica. Lei ha risposto: “Cordiali ed equidistanti”. Allora vi occupavate solo di comunicazione. Adesso che organizzate anche eventi culturali, con la politica ci dovete discutere, quindi rifaccio la domanda.

“Cercheremo di dialogare con la politica, sperando di avere delle sorprese positive”.

Avete avuto delle difficoltà per aggiudicarvi il bando del Taormina Film Fest?

“C’è la domanda di riserva?”.

Luciano Mirone