Ricopre una tripla veste: sindaco di Paternò (Ct), portavoce del Patto del fiume Simeto e rappresentante del Consiglio di amministrazione della Srr, la Società di regolamentazione dei rifiuti – di cui fanno parte dieci comuni – costituita in Sicilia al posto delle vecchie Ato (Ambiti territoriali ottimali).

Sindaco Mangano, cosa è scaturito dalla manifestazione di sabato scorso sull’inceneritore di Motta Sant’Anastasia?

“L’obiettivo non era quello di andare ‘contro’ l’inceneritore, ma di approfondire una materia complessa come questa. Sono emerse moltissime perplessità, anzi, bisogna dire che è emerso nettamente che una struttura del genere è assolutamente inutile, una idea contraria alla filosofia del Patto del Simeto, un organismo al quale hanno aderito dieci comuni della Valle, compresa Motta. Le strategie del Patto prevedono la differenziazione e il trattamento dei rifiuti. La decisione adottata dalla giunta di Motta, che pure diciotto mesi fa ha siglato un accordo con gli altri sindaci della Valle, va in controtendenza con questi principi. Ci siamo dati alcuni giorni per creare un’altra occasione di confronto fra i sindaci del Patto, l’Amministrazione comunale di Motta e la società che propone l’installazione dell’inceneritore”.

Come giudica l’atteggiamento del sindaco di Motta?

“Bisogna sempre salvaguardare l’autonomia di un’Amministrazione, credo però che la giunta di Motta avrebbe dovuto valutare più attentamente la coerenza di questa proposta progettuale rispetto alle linee guida del Patto”.

Le è capitato di parlare col suo collega di Motta?

“Sì, ci siamo confrontati”.

Cosa vi siete detti?

“Ho detto che su temi come questi è il caso che si facciano riflessioni più generali, non valutazioni solo all’interno di un comune. Ho capito che su questa questione Motta ha avuto un approccio ‘minimalista’, cioè non ha colto la portata sovracomunale di questa scelta”.

Una manifestazione nella Valle del Simeto. Sopra: il sindaco di Paternò, Mauro Mangano (al centro). Foto Catania Report

Quindi la decisione della giunta potrebbe essere modificata dal Consiglio comunale?

“Spero proprio di sì. Un impianto di questo tipo non è nemmeno valutato come opportuno dall’Srr, la Società che ha il compito di pianificare l’impiantistica per i rifiuti relativa a questa zona”.

Cos’è la Srr?

“La Società di regolamentazione dei rifiuti che si occupa della pianificazione sovracomunale dell’impiantistica. È formata da una decina di comuni, i quali hanno competenza sulla raccolta della spazzatura e sul suo trasporto. Lo smaltimento, secondo la Regione, spetta alla Srr, che non ha mai considerato impianti di questa portata”.

Ma allora, se il Patto e le Srr non prevedono strutture del genere, perché il comune di Motta è andato in controtendenza?

“Evidentemente ha pensato di muoversi autonomamente rispetto agli organismi di cui fa parte”.

C’è stato solo un confronto o c’è stato qualche momento di scontro?

“Solo momenti di confronto. Secondo me stiamo sottovalutando il fatto che questa società svizzera sta chiedendo di trasformare un’area agricola (che ricade sì nel territorio di Motta, ma che fa parte della Valle del Simeto) in area industriale. Credo che tutte le Amministrazioni della Valle che hanno aderito al Patto del Simeto debbano avere una linea di principio forte contro questo tipo di trasformazioni. Le zone agricole, per noi, dovrebbero essere preziosissime, specie con la crisi economica che ci attanaglia. In Sicilia abbiamo tante zone destinate ad area industriale o artigianale che non vengono utilizzate: mi sembra davvero assurdo trasformare altre zone agricole. È chiaro che dietro c’è sempre una speculazione. Le nostre Amministrazioni devono evitarle”.

Luciano Mirone