Una “intelligence del fuoco” per colpire i piromani che distruggono la natura con il fuoco.  Sono ventimila le firme – secondo le stime fornite dagli organizzatori – raccolte contro gli incendiari che devastano la Sicilia. Questo il risultato – ottenuto in pochi giorni – della rete dell’associazione Salviamo i boschi che ha lanciato una petizione nella piattaforma change.org, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani e al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.

“L’incendio di un bosco – si legge nella missiva – nel 99,5 per cento non è spontaneo, ma è un atto criminale! I dati forniti dell’European forest fire information system (Effis) mostrano un’Italia assediata da incendi record: dall’inizio di quest’anno sono già andati a fuoco 158mila ettari, una superficie equivalente alle città di Roma, Napoli e Milano messe insieme”.

“In Sicilia, solo dall’inizio del 2021, oltre 78mila ettari si sono bruciati, pari al 3,05 per cento della superficie della regione; in Sardegna invece 20mila ettari sono andati a fuoco, causando l’evacuazione di centinaia di persone. La situazione nazionale é gravissima”.

“Riteniamo che i criminali degli incendi – scrive Salviamo i boschi – non siano molti, poche centinaia per regione, principalmente nelle regioni meridionali. Sono persone che difficilmente vengono identificate e spesso ripetono il delitto.
Quindi in linea di massima sono sempre le stesse persone che vanno ad incendiare nel corso dei vari mesi o anni gli stessi boschi in zone non molto distanti fra esse”.

“Per questo – affermano le associazioni – prima di creare e potenziare le squadre che gestiscono l’emergenza e ‘lo spegnimento degli incendi’, bisogna creare una squadra di informatici ‘intelligence investigativa’, simile a quella che indaga sui delitti commessi, una DIA o FBI Italiana formata principalmente da esperti informatici e polizia postale che hanno accesso a tutte le banche dati, alla rete e al traffico cellulare, ai monitoraggi Google mobility report, alla videosorveglianza stradale, ecc.”.

“In questo modo – si legge nella petizione – si potrebbero monitorare le persone che frequentano abitualmente un bosco. Nel caso di incendio, l’attivazione di controlli incrociati nelle ore precedenti che subito dopo l’incendio permetterebbero di identificare un numero specifico di persone. Lo stesso monitoraggio ed incrocio dei dati in altri incendi permetterebbe di verificare se nei luoghi percorsi dal fuoco ci sarebbero state le stesse persone. In caso di riscontro positivo, cioè se una o più persone si fossero trovate poco prima nel luogo dell’incendio, questa presenza potrebbe rappresentare la ‘pistola fumante”.

“In questo modo – secondo i firmatari – si ridurrebbe il numero dei probabili criminali e con ulteriori indagini sicuramente si individuerebbero i responsabili, interrompendo definitivamente il ripetersi di incendi!”

“Oltre all’istituzione di questa ‘Intelligence del fuoco’,  é chiaro che si debba continuare a gestire il bosco con ‘manutenzione’ adeguata e creazione di strade taglia fuoco, lasciando al bosco o pascolo bruciato il tempo necessario per ricrearsi autonomamente. Infatti si è visto che il rimboschimento che è stato fatto in tutti questi anni non rende il bosco resistente al fuoco, mentre gli alberi autoctoni che crescono spontaneamente in una zona bruciata in circa10/15 anni formano boschi più resilienti e resistenti al fuoco”.

“Tutto ciò – si legge nella petizione – ha un costo notevolmente inferiore a quello della gestione dell’emergenza di spegnimento (canadair etc) e piantumazione di boschi”.

“Diversi parlamentari italiani sono già a conoscenza di questa proposta – afferma Salviamo i boschi – e ci hanno assicurato un loro intervento favorevole nelle sedi opportune”.

“Con questa petizione – seguitano gli organizzatori – desideriamo stimolare il nostro parlamento nazionale e regionale a prendere al più presto delle decisioni valide al fine di contrastare i criminali del fuoco”.

Ecco perché la rete delle associazioni siciliane invitano tutti “a firmare e a condividere con familiari, amici, conoscenti e associazioni questa proposta semplice, ma pensiamo efficace per risolvere il gravissimo problema degli incendi”.

Poi lo slogan: “Non abbiamo un Pianeta B di riserva, ma il dovere di lasciare alle nuove generazioni un pianeta migliore!! Questo dipende anche da noi!”.

Nella foto: un incendio scoppiato in Sicilia

Redazione