Mettiamola come vogliamo, ma in questa vicenda della metropolitana, Belpasso – Catania – sarà sempre più periferia e la sua periferia sempre più al centro del mondo. Una stazione metro a Palazzolo e un’altra a Giaconia – frazioni ad altissimo indice di abusivismo – con Belpasso che potrà disporre solamente di semplici ‘fermate’ di autobus, sono la dimostrazione lampante di un clamoroso fallimento della politica.

Basta vedere il progetto della metropolitana che entro il 2026 collegherà Catania con Paternò per capire che Belpasso – collocata geograficamente fra le due città – è incredibilmente esclusa. Cinque e più chilometri la separano dal ‘centro del progresso’, dove paradossalmente è stata inserita la sua periferia, con ben quattro stazioni in altrettante frazioni: evidentemente Piano Tavola e il centro commerciale Etnapolis non bastano. Per completare l’opera, qualcuno ha ritenuto di inserire alla chetichella anche le vicinissime Palazzolo e Giaconia, fra loro praticamente attaccate.    

I tecnici affermano che Belpasso non può disporre di una stazione autonoma a causa delle pendenze che causerebbero uno stravolgimento del progetto, ma il progetto – è bene chiarirlo – si limita a potenziare la linea ottocentesca della Circumetnea, non a variarlo in base alle esigenze di ‘tutta’ la popolazione.

Possibile che un centro in leggera collina come Belpasso, in un’epoca in cui si costruiscono opere avveniristiche anche in cima alle montagne, dovrà essere perennemente esclusa da qualsiasi dinamica di modernità? Non ci permettiamo di contraddire degli assunti così autorevoli, ma riteniamo assurdo che la politica, su questo, fra sindaci e onorevoli, non abbia battuto i pugni sul tavolo a Palermo, a Roma e a Bruxelles per far valere i diritti dei cittadini che li hanno eletti.

Fino a quando non ci sono i soldi per realizzare un’opera pubblica è comprensibile: variare un percorso è costoso, certo. Ma se i soldi ci sono, perché continuare a raccontare cose improponibili come questa? Perché con gli 800 milioni del Recovery fund – avete capito bene: ottocento milioni – che lo Stato e l’Europa ci hanno elargito per la metropolitana, Belpasso è stata esclusa?

Ma altre domande sono d’obbligo: con le stazioni progettate a Palazzolo e Giaconia non si legittima l’abusivismo pregresso – che ha toccato cifre da record sia a livello regionale che nazionale –, non si incoraggia quello futuro? È stata fatta un’analisi costi-benefici? A quanto ammonta la cifra per realizzare queste due strutture praticamente inutili, ubicate a pochissima distanza dalle stazioni di Piano Tavola, Etnapolis e Paternò? Sono domande alle quali la politica – certa politica che in queste frazioni abusive fa man bassa di voti: si tenga conto che siamo a pochi mesi dalle elezioni regionali – ha l’obbligo di rispondere.

E ancora: risparmiando questi soldi, non si potrebbe potenziare il servizio di collegamento fra la Metro e Belpasso, invece di fare ricorso al solito, vecchio autobus che, con tutto il rispetto, sa tanto di minestra riscaldata?

Nella foto, una galleria in costruzione della Metro di Catania

 Luciano Mirone