L’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia e le sconcertanti connessioni con il Governo maltese, saranno senza dubbio ricordati come il capitolo più oscuro della storia di Malta, sia per la natura del crimine – l’omicidio su commissione di una delle giornaliste più importanti del Paese – sia per i presunti tentativi di alcuni membri delle forze di polizia e del governo di adoperarsi per sabotare le indagini. Tante – secondo quanto emerso finora – la “fuga di notizie” e i tentativi di sovvertire il corso della giustizia da parte di chi avrebbe avuto il compito di fare l’esatto contrario.

Fino a poco tempo fa la testimonianza e le conversazioni registrate di Melvin Theuma, ‘l’intermediario del complotto’, come è stato definito, , si erano rivelate come il fulcro dell’intera vicenda.

Eppure, la collaborazione di Vince Muscat- condannato a 15 anni di reclusione presso l’istituto penitenziario maltese – con l’accusa di essere stato uno dei tre sicari che il 16 Ottobre 2017 azionarono il congegno esplosivo che uccise Daphne Caruana Galizia – sembra che abbia dato una “sferzata” decisiva alle indagini, plasmando perfino il processo sulle sue dichiarazioni, facendo “tremare” la realtà criminale maltese.

La cooperazione di Muscat con la polizia, in veste di testimone di Stato, nonchè la sua ammissione di colpevolezza per il suo ruolo nel delitto, ha innescato una catena di eventi, culminata con l’arresto di persone legate all’assassinio, i fratelli DeGiorgio, identificati dallo stesso Muscat come gli altri due sicari, oltre a Melvin Theuma, ed il giovane imprenditore maltese Yorgen Fenech, accusato di essere la “mente” dell’intero complotto.

Da allora Vince Muscat ha chiesto un secondo perdono presidenziale, che gli è stato comunque negato ancora una volta.

Vince Muscat, il collaboratore di giustizia.

Vince Muscat cominciò a parlare con la polizia già nell’Aprile del 2018, chiedendo per la prima volta la possibilità di ottenere la grazia presidenziale, in cambio delle sue testimonianze. Pochi giorni dopo, la notizia che Muscat stesse cercando di stringere un accordo con la polizia era già arrivata alle orecchie della fitta rete criminale, a cui lui stesso era legato. L’incontro di Vince Muscat con la polizia spinse Melvin Theuma – preoccupato di essere ucciso – ad iniziare a registrare le sue conversazioni con l’imprenditore Yorgen Fenech.

Recentemente l’investigatore capo del settore omicidi, Keith Arnuad, ha testimoniato in tribunale, nella speranza che Vince Muscat potesse ottenere la tanto sospirata grazia, rifiutata per la prima volta nel Gennaio 2021; dopotutto le dichiarazioni di Muscat hanno anche permesso alla polizia maltese di corroborare alcune informazioni che già possedeva.

Muscat ha fornito informazioni sui fratelli Adrian e Robert Agius, e Jamie Vella, importanti esponenti della malavita maltese, tutti e tre arrestati ed accusati in tribunale per il presunto ruolo nel delitto di Daphne Caruana Galizia, per aver procurato – presumibilmente – la bomba che l’avrebbe poi uccisa, secondo quanto riferito dal quotidiano nazionale “Times of Malta”.  

E’ stato a questo punto che Muscat ha richiesto, per la seconda volta, la grazia presidenziale in cambio di altre informazioni su casi mai risolti, tra i quali la rapina alla filiale della banca HSBC del 2010, informazioni che includerebbero l’identità, nonchè il possibile coinvolgimento, di un ex ministro in carica durante lo scorso Governo di Joseph Muscat.

L’uomo ha ammesso persino il suo ruolo nell’omicidio dell’Avvocato Carmel Chircop nel 2015, questa volta ottenendo l’immunità dall’accusa. Nonostante la grazia gli sia stata negata, con le sue confessioni in merito al caso Galizia, Vince Muscat spera ancora perlomeno nella riduzione della pena prevista.

L’opinione pubblica continua a nutrire seri dubbi sul Governo Abela. IL dubbio è se stia gestendo l’intera vicenda con imparzialità e senza alcun conflitto d’interessi. Questo perchè, sebbene Vince Muscat abbia già aiutato in “una certa misura” la polizia nel compiere progressi per la risoluzione dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, ritenendo tali dichiarazioni persino essenziali negli sforzi dello Stato per frenare la mafia, sembrerebbe che ci sia ancora poco interesse a far sì che Vince Muscat possa smascherare, in qualche modo, le più alte cariche della criminalità organizzata infiltratasi pericolosamente a Malta, e in particolare nell’ultimo decennio,  dando l’impressione che il Governo di Robert Abela non stia attuando quel cambiamento di cui il Paese ha disperatamente bisogno.

Nella foto, la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, assassinata il 16 ottobre 2017

Valentina Contavalle