Quando il diavolo ci mette la coda, una coda lunga quanto la sfiga (e la sprovvedutezza) del proprietario di un appartamento disabitato al nono piano di un palazzo di Catania. Il quale, da un lato, coltiva tranquillamente marijuana all’interno della casa e sul balcone esposto al sole con vista panoramica; dall’altro si vede spuntare i Vigili del fuoco chiamati da un’agenzia immobiliare alla quale il tizio aveva affidato l’incarico di vendere l’immobile.

Peccato che le chiavi lasciate agli intermediari non fossero quelle giuste. E allora costoro, pur di fare vedere l’alloggio ai potenziali compratori, hanno chiamato i pompieri che, una volta entrati, si sono ritrovati davanti a una serra composta da canali irrigui, ventilatori, strumenti elettrici collegati allacciati abusivamente all’illuminazione pubblica, sostanze additive e tanto altro materiale utile per coltivare l’erba. L’arrivo dei Carabinieri dopo qualche minuto ha completato questa scena piena di paradossi.

Questo il resoconto dei militari dell’Arma: “I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante, coadiuvati da personale dei Vigili del Fuoco di Catania, hanno rinvenuto una piantagione di cannabis indica all’interno di un appartamento sito in via Giuseppe Poulet.

In particolare il legittimo proprietario dell’abitazione aveva affidato l’immobile ad un’agenzia immobiliare che ne curasse la vendita ma, invero, le chiavi fornite a quest’ultima non vi consentivano l’accesso.

L’intervento dei vigili del fuoco, così richiesto dal proprietario, ha loro consentito l’ingresso addirittura al 9° piano ma una volta entrati si sono resi conto dell’inequivocabile odore resinoso della marijuana, motivo per il quale è stato richiesto l’ausilio dei carabinieri.

All’interno dell’appartamento i militari hanno rinvenuto una serra indoor per la coltivazione della canapa indiana priva però delle relative piante, parzialmente smontata, ma che tra l’altro evidenziava le varie canalizzazioni irrigue, l’isolamento termico delle pareti ed addirittura un calendario specifico per la somministrazione delle sostanze additive per la coltivazione della cannabis indica nonché, incredibilmente, l’alimentazione elettrica allacciata abusivamente attraverso un filo pendente dal 9° piano fino alla sottostante illuminazione pubblica.

La ricerca dei militari si è però estesa alle pertinenze della costruzione ed infatti, attraverso una finestra dell’appartamento hanno avuto accesso ad una terrazza dove gli ignoti coltivatori avevano già posizionato al sole 49 piante con altezza di circa 1,50 mt., unitamente a concimi e parte delle apparecchiature smontate dalla serra”.

Nella foto: le piante di marijuana sul balcone con l’apparato tecnologico e agricolo usato per la coltivazione

Barbara Contrafatto