Se la situazione non è scappata al controllo, poco ci manca. In Sicilia è bastato alzare di poco il numero dei tamponi per registrare numeri da prima ondata: 1.842 i nuovi positivi al Coronavirus su 10.587 tamponi processati, con un indice del 17,3%. Le vittime sono 35 nelle ultime 24 ore che portano il totale a 2.664 deceduti dall’inizio della pandemia.

I positivi sono complessivamente 39.672. Negli ospedali i ricoveri sono 1446: 22 in più rispetto a ieri, mentre i ricoveri in regime ordinario sono 1246, 18 in più rispetto a ieri. In terapia intensiva i ricoveri sono 200, 4 in più rispetto a ieri. I guariti sono 840. Questa invece la distribuzione dei nuovi positivi in Sicilia per provincia: 472 a Palermo, 401 a Catania, 361 a Messina, 226 a Trapani, 184 a Siracusa, 81 a Caltanissetta, 63 ad Agrigento, 51 a Ragusa e 3 ad Enna.

Purtroppo siamo stati facili profeti. Da tempo questo giornale mette in discussione le misure decise contro il virus: troppe minimizzazioni sui contagi, scarsa capacità di comunicare certi messaggi alla gente, colori che cambiano repentinamente da un giorno all’altro (con un “verde” in fase di preparazione, tanto per aumentare il caos), grande confusione nel prestabilire 21 parametri per definire la gravità della pandemia nelle varie regioni, pochi tamponi (l’Inghilterra ogni giorno ne processa tre volte in più rispetto all’Italia), improvvisazione nel programmare la riapertura delle scuole, scarsa pianificazione nella gestione dei trasporti, scarsa efficacia nella gestione della didattica a distanza, estrema superficialità nel consentire lo shopping a Natale, per non parlare del “liberi tutti” in estate e in autunno, polso debole con quegli imprenditori secondo cui “bisogna aprire sempre e comunque”. 

Insomma, se non è un disastro qualcuno ci spieghi cos’è. Eppure in questi mesi c’è stato chi ha spiegato in modo semplice e chiaro i pericoli ai quali andiamo incontro. Ilaria Capua: “Siamo in guerra, purtroppo non vediamo le bombe: è quello il momento più drammatico. Bisogna chiudersi in casa, non c’è altra possibilità di salvezza, ovviamente con l’elasticità che il concetto comporta”.

Apriti cielo! Recriminazioni da parte di chi non può fare a meno degli aperitivi, della settimana bianca, dello shopping, della serata al ristorante e di tanto altro. L’emblema di questa schizofrenia tutta italiana? Il rappresentante di Confindustria di Macerata, Domenico Guzzini, che parlando delle ricadute economiche causate dalla pandemia ha dichiarato: “Le persone sono stanche, pazienza se qualcuno muore. Come sapete ci aspetta un Natale molto magro, perché stanno pensando di restringere ulteriormente”.

Per arrivare ai giorni scorsi, quando in un Resort lombardo decine di famiglie hanno regolarmente festeggiato il capodanno senza mascherina e senza distanziamento, mentre in Sicilia si è pensato bene di festeggiare un diciottesimo compleanno con l’invito di 150 persone. 

Unica consolazione: i vaccini. Il ritmo di inoculazione, fino a questo momento, è buono rispetto agli altri Paesi europei. Ma affinché si raggiunga l’immunità di gregge passeranno molti mesi. Nel frattempo capiremo che dobbiamo essere più rigorosi, sennò il ritmo di 500 morti al giorno non calerà? Mah, che Dio ce la mandi buona.

Luciano Mirone