“Ringrazio il Signor Prefetto di Catania, dott. Claudio Sammartino, e do il benvenuto ai componenti della Commissione che si sono insediati nel nostro comune, ai quali assicuro la massima collaborazione, con la certezza che l’approfondita istruttoria proverà la correttezza del lavoro compiuto dalla Giunta e dalla struttura amministrativa”.

Così esordisce in una nota il sindaco di Calatabiano (Catania), Giuseppe Intelisano, in merito all’insediamento della Commissione prefettizia in quel Comune – su input del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – per “accertare e verificare” se esistono “forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso”.

“Tutti gli uffici – scrive intelisano – sono al lavoro per fornire la documentazione richiesta dai commissari affinché  si possa addivenire, in tempi celeri, ad un esito che possa confermare la regolarità di tutti gli atti prodotti in questi anni”.

L’attività della Commissione prefettizia durerà tre mesi (prorogabili di altri tre) e passerà al setaccio tutti gli atti prodotti dall’Amministrazione comunale in questi ultimi anni.

“Il mio silenzio – prosegue il sindaco – , più volte sottolineato dagli organi di stampa, nasce dalla mera volontà di non intralciare il lavoro dei commissari che devono operare in totale serenità, senza condizionamenti e/o strumentalizzazioni mediatiche”.

“Purtroppo questo rispetto istituzionale non è stato compreso, né condiviso da una parte politica, notoriamente ostile, che ha subito colto l’occasione per emettere sentenze di condanna verso l’amministrazione ed, in particolar modo, verso la mia persona, alludendo (neanche troppo velatamente) a rapporti o presunti tali con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata o addirittura a presunte ombre nella gestione degli appalti (parcheggio di San Marco in primis)”.

Il sindaco si riferisce all’inchiesta Isola Bella, che lo scorso anno ha disarticolato il clan Cintorino (Famiglia mafiosa collegata ai Cappello di Catania), che a Calatabiano da molti anni controlla diverse attività. Secondo il pentito Carmelo Porto – legato ai Cintorino – ci sarebbe un collegamento fra la cosca locale e l’attuale primo cittadino.

Quando lo scorso anno il quotidiano La Sicilia ha pubblicato le rivelazioni di Porto, il pensiero di tanti è corso al 2000, anno in cui il Consiglio comunale di questo centro a metà strada fra Catania e Taormina fu sciolto per infiltrazioni mafiose, ma allora la magistratura assolse Intelisano (allora sindaco) con formula piena.     

“Desidero ribadire, per chi non conoscesse i fatti – seguita Intelisano -, che questa amministrazione, in tempi non sospetti, ha inteso gestire direttamente il parcheggio proprio per evitare che interessi criminosi potessero insistere su quell’area (come poi dimostrato dall’operazione “Isola Bella”, alla quale io e l’amministrazione siamo risultati totalmente estranei)”.

“Inoltre – prosegue il sindaco -, voglio sottolineare che, nel 2014, l’unico soggetto coinvolto fu un vigile urbano che rivelò telefonicamente informazioni sulla gara d’appalto, protette dal segreto d’ufficio, al cognato (imprenditore). Il paradosso è che il vigile urbano in questione è legato da rapporti di parentela ad un consigliere comunale di opposizione, firmatario, assieme ad altri, di una nota nella quale vengo descritto come il sindaco che promuove iniziative di “legalità di facciata”.

“L’ispezione, disposta dal Prefetto su delega del Ministro Lamorgese – insiste il rappresentante dell’Amministrazione comunale -, non rappresenta un’eccezione, ma dovrebbe costituire la regola per il corretto svolgimento dell’attività amministrativa degli enti pubblici. Non comprendo pertanto lo stupore o il livore di chi muove pesanti accuse, considerandola la prova schiacciante della colpevolezza di questa  amministrazione”.

E poi: “Ritengo che in una società che combatte contro ogni forma di criminalità ogni azione di controllo sia indispensabile e necessaria ai fini della trasparenza di un’attività amministrativa sana, scevra da condizionamenti esterni di natura illegale”.

“Sono sicuro del buon operato del nostri uffici, del nostro segretario comunale, dei componenti della maggioranza e dell’amministrazione che rappresento”.

“Sono certo, inoltre, che queste verifiche assegneranno una certificazione di qualità al nostro Ente che da anni lavora duramente per riscattare un’immagine a lungo mortificata da un passato difficile e pesante”.

Nella foto: il sindaco di Calatabiano (Catania), Giuseppe Intelisano

Luciano Mirone